Via Brunetti è una traversa di via Ripetta, a poca distanza da piazza del Popolo. La strada è caratterizzata da grandi palazzi, alcuni anche prestigiosi, e dalla presenza di pochissime attività commerciali.

 

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L’immagine sopra mostra un tratto di marciapiede di via Brunetti. Si potrebbe dire ormai un classico romano: pavimentazione in asfalto con molti rattoppi ed altrettante buche, unita alla presenza di erbe incolte ed immancabili sacchi di spazzatura.

Un’immagine di degrado senz’altro, sicuramente indegna di una strada in cui i valori immobiliari si situano nella fascia alta di quelli romani. Si tratterebbe anche di un assurdo immobiliare, giacché è davvero difficile coniugare appartamenti che valgono dal milione di euro in su con un marciapiede tanto malridotto e maltenuto.

Purtroppo però questa è ormai la realtà romana modellata dall’anno di governo del M5S, con la un po’ furbesca collaborazione del Municipio I a guida PD (evidentemente il Municipio non ha molto interesse a che le cose migliorino, potendo facilmente attribuire tutte le responsabilità di disservizi  e mancati interventi al Comune).

 

Se però dopo aver inorridito per il marciapiede malridotto alziamo gli occhi al cielo, ci accorgiamo che anche in alto c’è qualcosa che non va.

 

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Come mostra l’immagine, in almeno uno dei bei stabili della strada si stagliano numerose “liane” che collegano la terrazza con gli appartamenti. Si tratta ovviamente dei cavi delle antenne che anziché passare internamente al palazzo, in apposita canalizzazione o se possibile nella parte del cortile interno, vengono lasciati penzolare dal terrazzo come se fosse la cosa più normale del mondo.

Ed invece questo normale non è, perché è brutto, perché è sciatto e perché dovrebbe essere un impegno di tutti i cittadini contribuire nel loro piccolo al decoro complessivo.

Se infatti l’amministrazione comunale ha le sue gravi responsabilità nella mancata gestione della pulizia e decoro del territorio, sta ai cittadini non contribuire al degrado con pratiche furbette e sciatte, pensando solo a come risparmiare sui lavori e fregandosene delle conseguenze. E questo tanto più quando costoro sono fortunati proprietari di immobili di prestigio in aree di pregio di Roma.

Ma evidentemente a Roma si è ormai entrati in una spirale per cui nessuno avverte più la necessità di fare da argine al degrado nel proprio piccolo, a parte pochi romantici che si esercitano per lo più in interventi di pulizia o di manutenzione dei giardini (e che l’attuale governo cittadino sta convincendo a desistere con adempimenti assurdi).

 

Purtroppo è ormai dimostrato che non può essere l’attuale amministrazione quella che invertirà la tendenza al degrado, intraprendendo una convinta politica per il ripristino del decoro a tutti i livelli. Sono state troppe le occasioni mancate del Sindaco Raggi, fin dalla presentazione del suo programma elettorale, ed innumerevoli le dimostrazioni che né il Sindaco né la squadra che la affianca hanno la minima idea di cosa sia il decoro.

Dobbiamo quindi aspettare che passi “’a nuttata” (e chissà quanto ci vorrà).

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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