Abbiamo visto il post su facebook del Presidente Coia che si rallegrava per il ripristino dell’area di viale Giulio Agricola, “devastata” da tempo dal tentativo di realizzarvi un parcheggio interrato.

 

coiaagricola

 

Non abbiamo seguito la storia di quel parcheggio e comunque non possiamo non rallegrarci anche noi che si metta a posto qualcosa su cui si era intervenuti malamente.

Viene però da chiederci e da chiedere al Presidente Coia come mai si riescano a fare interventi che costano risorse mentre non c’è verso di prendere azioni che non costano nulla ma che risolverebbero, almeno parzialmente, un problema di decoro non molto dissimile da quello su cui si è intervenuti a viale Giulio Agricola.

Ci riferiamo alla questione delle bancarelle “itineranti” di via Tuscolana, quella miriade di banchetti che per il solo fatto di avere delle rotelline sotto, credono di poter sostare tranquillamente sui marciapiedi della strada, impedendo o rendendo difficoltoso il transito di pedoni e carrozzine.

Come abbiamo fatto rilevare tempo fa, a noi risulta che le licenze cosiddette itineranti non possono essere esercitate sulle strade della mobilità primaria, com’è infatti via Tuscolana.

Immaginiamo che il Presidente Coia conosca bene il problema, essendo lui stato consigliere in quel Municipio nella passata legislatura ed avendo al tempo intrapreso iniziative per ricondurre a legalità il commercio ambulante di via Tuscolana.

Se, come capiamo dal post su viale Giulio Agricola, il Presidente Coia segue ancora da vicino le questioni del Municipio VII, considerata la stretta competenza della commissione che presiede, perché non si fa parte attiva e promuove una discussione sulle licenze itineranti, sgombrando finalmente il campo da qualsiasi equivoco ed invitando quindi i Municipi a darsi da fare per ricondurre a norma l’esercizio di quelle licenze?

E non ci si venga a dire ancora una volta che dietro quelle licenze vi sono famiglie che ci vivono e pezzi di economia di cui non si può non tenere conto. La realtà che è sotto gli occhi di tutti è che nella stragrande maggioranza dei casi le licenze itineranti sono esercitate da extracomunitari singoli che probabilmente rappresentano tutti casi di migranti economici dei quali si discute sull’opportunità che vengano rimandati nei paesi di origine in mancanza di una comprovata condizione di sostentamento in Italia.

Lungi da noi assumere posizioni razziste, ma se non abbiamo alcun problema a che si accolgano cittadini stranieri volenterosi di farsi una nuova vita in Italia basandola su impegno e lavoro, non ci sembra proprio il caso continuare a tollerare la presenza di un piccolo esercito di profittatori che anziché contribuire al benessere dell’Italia ne beneficia del welfare non facendosi problemi a violarne continuamente le norme in materia di lavoro.

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