Giubileo 2025. L’elenco dei progetti e delle probabili incompiute

A Palazzo Chigi nascerà una commissione per vigilare sulle opere. Ma i tempi sono stretti e quasi niente sarà pronto per l'Anno Santo. Neanche il tram TVA

Partiamo da cinque anni fa. Era settembre del 2015 quando la tv svizzera in un duro reportage si domandava se Roma sarebbe stata in grado di affrontare il Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco senza troppo preavviso.

Oggi, novembre 2020, nella capitale vengono realizzati alcuni lavori finanziati con i fondi di quell’evento. Per esempio la sistemazione dei sanpietrini di piazza Venezia e via IV Novembre, conclusa solo adesso, era prevista per l’Anno Santo del 2015! 

 

I cronici ritardi con i quali la città eterna affronta le opere e realizza le infrastrutture sono ancora tutti qui e il nuovo Giubileo, quello del 2025, è pericolosamente vicino. In poco più di quattro anni sarà molto difficile portare a dama alcuni obiettivi e forse, nel 2030, ci sarà qualche giornale on line che darà conto di lavori non ancora terminati.

Per coordinare gli interventi, Palazzo Chigi ha costituito un tavolo ad hoc che dovrebbe essere formalizzato nella prossima legge di bilancio. Si tratta di una sorta di commissione che si riunirà ogni sei mesi per monitorare lo stato di avanzamento delle opere. Sarà costituita dal Presidente del Consiglio, dal Ministro degli Esteri, dell’Economia, dei Trasporti, dell’Interno, dei Beni Culturali oltre al Sindaco di Roma e al presidente della Regione Lazio. Insomma le massime autorità italiane che dovranno poi a loro volta interfacciarsi con quelle della Santa Sede che ovviamente ha voce in capitolo solo per la parte più strettamente religiosa.

Per le infrastrutture, invece, tutto è a carico dello Stato italiano, del Campidoglio e della Regione che dovranno dare attuazione a un piano piuttosto articolato. Di cosa si parli nel concreto non è ben definito ma da tempo circola una bozza che viene via via aggiornata e integrata.

In ogni versione della bozza, una costante è la linea tranviaria TVA (sigla che sta per Termini-Vaticano-Aurelio): un vecchio progetto risalente alle giunte Rutelli che prevede un collegamento su ferro tra Circonvallazione Cornelia e piazza dei Cinquecento, attraversando Gregorio VII, Corso Vittorio e via Nazionale. Costo previsto 250 milioni, gli otto km di binari  sarebbero dovuti nascere per quel Giubileo del 2000 che cambiò il volto di Roma.

 

Ogni Anno Santo è stato occasione per lasciti infrastrutturali importanti. Pensiamo al complesso Santo Spirito in Sassia, uno degli ospedali più antichi d’Europa, ricostruito sotto Papa Sisto IV nel 1475, in vista di un evento giubilare.

Per il 2025, poi, oltre a fondi straordinari stanziati dal governo, ci saranno i denari del Recovery Plan che potrebbero essere impiegati per la metro C. L’obiettivo della commissione è aprire la stazione di piazza Venezia, assieme alla Porta Santa.

Un capitolo sarebbe dedicato alla sistemazione dell’area archeologica dell’Appia Antica, alle ex caserme Guido Reni e soprattutto la grande incompiuta, la città dello Sport di Tor Vergata, della quale abbiamo dato conto pochi giorni fa.

Nello spazio che fu dell’ex Velodromo all’Eur sarebbe previsto uno skate park per i giovani (quale sia il nesso con l’Anno Santo non è chiaro), mentre una scommessa davvero dura da vincere è trasformare l’ospedale Forlanini, oggi in abbandono, nella sede dell’Agenzia Europea per la Ricerca Medica.

Tra le voci più strettamente legate ai trasporti, si colloca la chiusura dell’anello ferroviario (una costante di ogni progetto futuro a Roma), il rinnovo della ferrovia Roma-Pescara e una ricucitura di alcune arterie stradali della Regione come la Salaria, la bretella Cisterna-Valmontone e l’autostrada Roma-Latina. Queste ultime tre opere sono in realtà state finanziate a prescindere dal Giubileo, ma vengono inserite da alcuni nello stesso elenco forse per farlo sembrare più corposo.

In realtà non è l’elenco delle opere che rende bello un progetto ma la loro concreta realizzabilità. E su questo i dubbi sono molti. Non basta una commissione intergovernativa, né bastano i finanziamenti per arrivare in tempo. Quattro anni sono del tutto insufficienti se paragonati alle medie romane. Non siamo in Cina dove si costruiscono dighe e spostano intere città in pochi mesi (e meno male che non subiamo i ritmi di una dittatura mascherata da democrazia). Ma non siamo neanche la Spagna che riesce a completare l’alta velocità in un terzo del tempo rispetto all’Italia.

Ecco perché il ruolo del Governo sarà indispensabile. L’esecutivo Conte dovrà gettare le basi in fretta e il Governo successivo avrà l’onere di vigilare sui cantieri, con una amministrazione capitolina che cambierà nei prossimi sette mesi. Insomma questo è il classico caso in cui le istituzioni devono svolgere il loro compito a prescindere dalla politica e dal colore di chi le governa. Ci si riuscirà? Purtroppo temiamo di no ed è probabile che per il 2025 quasi nessuna delle opere elencate sarà davvero pronta.

Speriamo di sbagliarci!

 

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2 risposte

  1. Io ancora mi domando perchè questi progetti devono essere considerati solo per eventi straordinari. Grazie al cazzo che ci sono mancanze croniche se gli unici interventi strutturali si decidono sulla base di giubilei ordinari o meno e “apertura di porte sante”
    Per una volta non sarebbe meglio progettare a tavolino un piano sul lungo termine di risanamento senza rincorrere eventi come un giubileo? Quanti progetti sono rimasti incompleti dopo il giubileo straordinario, che hanno comportato una spesa addizionale perchè magari i lavori sono stati interrotti e ripresi dopo molto tempo se mai sono stati ripresi?
    Cose che forse si sarebbero potute evitare se la sorveglianza dei lavori non fosse venuta meno direttamente dopo la fine dell’evento. Che c’è non c’era più il vaticano col fiato sul collo?
    (E visto che ci siamo visto che il giubileo ci costa una fracca, il vaticano potrebbe anche smettere di prendere i soldi del 8×1000, magari vengono usati meglio, visto che già non paga le tasse allo stato italiano, anzi siamo noi a pagarlo).

  2. Bene sarebbe scegliere almeno un’ opera realizzabile in tempi brevi tenendo conto, ad esempio, che i tram non si acquistano al supermercato.
    In ogni caso si prevedono progetti legati a una legge farraginosa per gli appalti, buona forse per i “cementieri “.Servono opere che diano rapidamente lavoro alle imprese e non commissioni di collaudo ricche di magistrati.
    Se poi si temono i delinquenti, si inseriscano negli organi di vigilanza in corso d’opera la guardia di finanza e i carabinieri cui non mancano tecnici specialisti. Auguri a tutti noi!

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