E se negassimo il permesso ai circhi che imbrattano?

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Di scene come questa è piena tutta Roma. Qui siamo in via Palmiro Togliatti ma basta guardarsi attorno per verificare che i circhi, quando arrivano nella capitale, diventano più selvatici degli animali che esibiscono. E’ una piaga antica quella dei manifesti e dei cartelli abusivi utilizzati per pubblicizzare gli spettacoli circensi. A fine 2011, sul blog bastacartelloni, avevamo mostrato gli impianti irregolari del circo Orfei in via Appia Nuova.  E negli anni seguenti abbiamo denunciato diversi casi di manifesti irregolari, affissi da varie compagnie.

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Poche settimane fa, la marea di cartaccia portata dal Circo Lidia Togni era stata protagonista di un nostro articolo per il quale purtroppo non abbiamo ricevuto riscontro dalle istituzioni. Troppe volte, infatti, le multe comminate non vengono pagate, soprattutto perchè i circhi per loro natura hanno una sede mobile ed è difficile notificare sanzioni o provvedimenti. Che fare allora? Lasciare che ogni Natale arrivino quattro o cinque spettacoli, ciascuno dei quali imbratterà la città, o cercare di punirli severamente e fargli cambiare abitudine?

Una idea semplice ma efficace arriva da un nostro lettore, M. M. che oltre a inviarci le foto che corredano questo articolo, ha suggerito una soluzione: rifiutare il permesso per lo spettacolo a tutti coloro che l’anno precedente hanno fatto uso di manifesti irregolari. Hai coperto di cartaccia cabine elettriche, viadotti, edifici privati? Ti nego l’autorizzazione ad occupare il suolo pubblico con i tuoi tendoni.

Il danno economico sarebbe maggiore di qualsiasi multa e soprattutto sarebbe di sicura efficacia dato che le contravvenzioni spesso non vengono pagate. “Quello che mi chiedo – scrive il nostro lettore – è se per coloro che puntualmente infrangono le regole il Comune abbia la possibilità di negare l’autorizzazione in modo da metterli in riga e dare un segnale per tutti”.  Riteniamo che la risposta non possa che essere affermativa. Il Campidoglio può negare il permesso all’uso del suolo pubblico per giustificati motivi e questo sembra più che giustificato. Se, infatti, per ogni circo che passa per Roma, la collettività dovrà spendere decine di migliaia di euro per ripulire la città è chiaro che i ricavi ottenuti per l’occupazione del suolo pubblico saranno effimeri e sicuramente insufficienti a coprire le spese. Inoltre una attività illegale, come l’affissione abusiva, è un motivo più che sufficiente dal punto di vista amministrativo per vedersi negata l’autorizzazione.

A questo punto occorre solo sperare che i candidati a Sindaco sapranno appropriarsi di questa idea e inserirla nei loro programmi elettorali. Al momento una sensibilità del genere sembra del tutto sconosciuta agli unici che sono scesi in campo ufficialmente e cioè Giachetti e Marchini. Da nessuno dei due si è sentita finora una parola chiara sul degrado provocato dai manifesti. Forse perchè loro stessi ne vorranno fare uso. Ma non appena i principali partiti e movimenti avranno scelto il proprio candidato ufficiale, gli sottoporremo l’idea. Sarà un test importante per capire di che pasta sono fatti.

 

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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