Commercio fuori controllo: i cittadini tornano a manifestare in Campidoglio

A un anno di distanza dal precedente sit-in, le associazioni per una città vivibile tornano in Campidoglio chiedendo di fermare il via libera a nuove attività alimentari nelle zone già congestionate

Quasi un anno fa le allora “Associazioni per una città vivibileavevano organizzato un sit-in in piazza del Campidoglio per sensibilizzare l’amministrazione rispetto ai gravi problemi che le zone più soggette alle presenze turistiche o al fenomeno della “movida” patiscono da anni.

Il sindaco Gualtieri si era mostrato aperto al dialogo e il giorno prima della protesta aveva invitato in Campidoglio una rappresentanza degli organizzatori.

L’incontro era stato cordiale e apparentemente costruttivo, avendo affrontato anche il tema della partecipazione dei cittadini alle politiche dell’amministrazione e dei possibili strumenti per renderla effettiva.

 

Purtroppo a distanza di un anno la situazione nelle zone più “calde” della città dal punto di vista del turismo e della movida non è sostanzialmente cambiata, se non addirittura peggiorata, e praticamente nulla di quello che il sindaco e gli assessori avevano detto durante l’incontro si è poi realizzato.

 

Nel frattempo le associazioni che avevano organizzato il sit-in lo scorso anno si sono strutturate in una “Rete di Associazioni per una Città Vivibile” (RACV), con comitati distribuiti nella “Città Storica”, come definita dal Piano Regolatore di Roma. Vi sono quindi molte associazioni del centro storico propriamente detto, ma anche di Prati, Piazza Bologna o Città Giardino.

 

Già molto scontenta per il peggioramento della situazione generale, la RACV ha colto l’occasione di una delibera in via di approvazione in Assemblea Capitolina per mandare un nuovo segnale all’amministrazione affinché cambi diametralmente registro rispetto a come la città (non) viene gestita.

La delibera in discussione è stata presentata dal presidente della commissione commercio dell’Assemblea Capitolina, Andrea Alemanni, e si è resa necessaria per evitare la decadenza del divieto di aprire nuove attività di vicinato e artigianato alimentare nel sito UNESCO (sostanzialmente il centro storico di Roma).

Tale divieto era statao istituito nel 2019 (dalla deibera di A.C. n.49/2919) dopo che l’amministrazione, tramite una ricognizione delle attività produttive presenti sul territorio, aveva preso atto di un eccesso di attività alimentari all’interno dell’area UNESCO. Essendo in tale area le attività di somministrazione già contingentate, l’esigenza fu nel 2019 di fermare l’invasione di altre attività alimentari nella forma di negozi di vicinato (i minimarket, spesso chiamati “bangladini” perché gestiti da personale originario del Bangladesh) e di attività di artigianato alimentare (paninerie, negozi di kebab, gelaterie, ecc.).

La scelta del presidente Alemanni è stata di confermare il divieto di apertura per i negozi di vicinato, ma di consentire di nuovo l’apertura di laboratori artigianali seppur a condizioni più stringenti (superficie minima di 80 mq, presenza di servizi igienici nel caso di consumo sul posto).

La riapertura ai laboratori artigianali è stata giustificata dal presidente Alemanni sulla base dei risultati di una recente indagine sul commercio a Roma dove nel periodo dal 2017 al 2020 sarebbero sensibilmente dimuite tali attività nel sito UNESCO.

La RACV sostiene che i risultati dell’indagine sono falsati dall’impatto del COVID, che ha portato senz’altro alla chiusura di molti esercizi commerciali, ma i cui effetti stanno via via sparendo tornando alle concentrazioni pre-COVID. Inoltre, anche stando ai risultati dell’indagine, in centro storico risultano concentrazioni di locali enormemente maggiori del resto della città e che quindi consiglierebbero di mantenere vigenti entrambi i divieti.

Di seguito riprtiamo il testo del comunicato stampa rilasciato dalla RACV.

 

 

Comunicato Stampa
RACV – Rete di Associazioni per una Città Vivibile
Comitato Vivere Trastevere, Comitato Rione MonƟ, Comitato Campo de’ Fiori e dintorni , Comitato anƟmovida Piazza Bologna, Associazione ResidenƟ Campo Marzio, Comitato Parco Finanze Castro Pretorio, Comitato Emergenza Trastevere, Associazione Piazza Bologna e dintorni, Comitato Decoro Urbano-Pza Bologna, Associazione ProgeƩo Celio, Comitato CiƩà Giardino, Associazione Amici di Piazza dei Ponziani, Comitato PraƟ-Candia, Associazione RQT – Trieste Somalia.

NO ALLA LIBERIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ DI ARTIGIANATO ALIMENTARE IN CENTRO STORICO.

Con riferimento alla scadenza oramai prossima (31 maggio) della Deliberazione 49/2019 che impediva per 3 anni nel sito Unesco la apertura di nuove attività di vicinato e artigianato alimentare e che finora aveva in qualche modo arginato l’aumento senza controllo di tali attività, il presidente della commissione commercio del Comune di Roma, Alemanni, ha predisposto una nuova proposta di deliberazione che, pur in qualche modo regolamentando le caratteristiche di tali attività, ripropone il divieto di apertura transitorio per altri 3 anni solo per le attività di vicinato, liberalizzando di fatto le attività di artigianato alimentare (paninoteche, pizzerie a taglio, hamburgerie, kebaberie etc ).
Questo nonostante che non più tardi di due mesi fa fosse stata approvata dal consiglio del 1 municipio, e condivisa con i residenti, una proposta di delibera, inoltrata poi al Comune, in cui si raccomandava fortemente di mantenere tale divieto e di renderlo ancora più stringente per quanto relativo ai trasferimenti di attività, che avrebbero dovuto essere limitati all’ interno di ogni singolo ambito territoriale ( rioni ).

Questo è gravissimo, specie in vista della scadenza imminente del divieto in essere, rischiando di aprire le porte di tutta la città storica , e del sito Unesco in particolare, ad un fiorire di paninerie, kebaberie e similari che andranno a dare il colpo di grazia finale ad un centro storico che già adesso si trova a fare i conti con tutte le conseguenze (affollamento, sporcizia, rifiuti, traffico e rumore) originate dall’ iperturismo e dalla malamovida .
La giustificazione addotta per questa apertura sembra essere legata ad un calo di densità territoriale di tali attività nel Municipio 1 nel quinquennio che va dal 2017 al 2022, senza considerare che la influenza del periodo COVID, che certamente ha contribuito a tale calo, di fatto è in via di piena risoluzione; e neppure il fatto che già al presente i dati di afflusso turistico sono in aumento esponenziale e che le previsioni future sono ancora più in crescita, visti anche i grandi eventi in programma .
E soprattutto senza tener conto che, se è vero che densità media di tali attività nel quinquennio è scesa, essa è pur sempre riportata nelle stesse indagini fatte dal Comune a valori pari da 12 a 14 volte quella media della intera città di Roma, a fronte di un indice auspicato che non dovrebbe essere superiore a 5.
E ancora senza tener conto di tutte le attività alimentari abusive che sono sorte ovunque e senza alcun controllo, a seguito della deregolamentazione COVID, e che quindi non sono nemmeno state censite e considerate nelle statistiche.

Tutto ciò è gravissimo e inaccettabile e comporterebbe danni non più recuperabili non soltanto alla già scarsissima vivibilità del centro storico, ma anche alla stessa appetibilità di Roma sul mercato di un turismo sano e di qualità.
Per questo motivo la Rete di Associazioni per una Città Vivibile, unitamente alle singole associazioni e comitati aderenti e a tutte le realtà culturali ed associative che hanno a cuore il destino di questa nostra città, si stanno attivando in tutti i modi e le forme possibili perché tale delibera non passi nella forma attuale.
Le lettere in tal senso già inviate alle autorità amministrative del comune e del primo municipio non hanno prodotto sinora alcun esito. Il Consiglio del Municipio 1 ha approvato la proposta di delibera Alemanni, sia pure con la richiesta di estensione del divieto anche alle attività di artigianato alimentare; stessa cosa ha fatto il Municipio 2, chiedendo la conferma dei divieti esistenti e l’estensione della tutela ad alcune zone particolarmente sensibili. Sarebbe intollerabile che tali richieste, provenienti dai territori maggiormente interessati, non siano effettivamente recepite come emendamenti dal Consiglio Comunale.

La mancata proroga dei divieti esistenti in tempo utile, causata anche dal grave ritardo con la quale la proposta viene presentata, aprirebbe le porte ad una deregolamentazione di tutte le tipologie di attività alimentari nel sito Unesco e nella Città storica. E’ pur vero però che approvare la proposta stessa senza che sia modificata nelle disposizioni che riguardano aperture e trasferimenti delle attività di artigianato alimentare ( paninerie, pizza a taglio, kebaberie, gelaterie etc) darebbe il colpo di grazia al decoro ed alla vivibilità di una città già al limite del collasso.

La rete di Associazioni per una Città Vivibile quindi, unitamente a molti altri comitati ed associazioni cittadine ha indetto un sit-in per il giorno lunedi 29 maggio alle ore 18 in Piazza del Campidoglio per manifestare il proprio assoluto e fermo dissenso rispetto alla proposta di deliberazione Alemanni e ribadire la inderogabile necessità che quest’ultima venga rivista con la adozione di emendamenti che confermino almeno il divieto di apertura e trasferimento delle attività di artigianato alimentare, oltre alla limitazione dei trasferimenti solo in ambiti limitati (rioni o quartieri).Roma , 22 maggio 2023
Rete di Associazioni per una Città Vivibile – Sede sociale: via Gaeta 79 – Roma – e-mail: ass.ciƩavivibile@gmail.com

 

 

Un aspetto che spesso viene dimenticato di questa vicenda è il ruolo che non sta avendo l’assessorato alle attività produttive di Roma Capitale.

Che infatti il 31 maggio sarebbe scaduto il divieto di apertura di certe attività e che qualcosa si sarebbe dovuto fare per evitare una loro nuova invasione lo si sa da almeno un anno (è dello scorso anno l’ultima proroga della delibera 49/2019), ma evidentemente in assessorato si sono fatti dei sonni colossali.

Al presidente Alemanni va dato atto di aver almeno preso l’iniziativa di proporre una proroga del divieto, seppur con la discussa nuova apertura ai laboratori artigianali.

Il commercio a Roma ha subito danni enormi dal COVID ma soprattutto dai cinque anni di non-governo dell’amministrazione Raggi. Ora con Gualtieri stiamo allo stesso punto, se non peggio, con un’assessora incompetente e del tutto assente, le cui palesi mancanze stanno finendo per degradare un commercio cittadino già alla canna del gas.

 

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