La notizia è l’intervento della Sovrintendenza comunale contro i bagni chimici in area UNESCO. L’ufficio ha infatti scritto al Municipio I, al Dipartimento Mobilità, alla Polizia Locale e altri chiedendo che le postazioni di bagni chimici ormai stabili in diversi luoghi del centro storico vengano sostituite con qualcosa di più decoroso.
La gran parte delle postazioni di bagni chimici sono presso i capolinea dei bus, a servizio degli autisti ATAC, e quindi ormai delle presenze fisse anche in molti luoghi dell’area UNESCO.
La soluzione prospettata per eliminare queste invadenti strutture dal centro storico, ma anche dalle altre parti della città, è introdurre delle toilette come ne esistono in tante altri grandi città, un’iniziativa che dovrebbe prendere il Comune di Roma allocando le necessarie risorse.
Ed è qui che il collegamento tra l’iniziativa della Sovrintendenza e il tema dei cartelloni pubblicitari.
Uno dei servizi accessori che la riforma degli impianti pubblicitari del 2014 poteva prevedere, oltre al sistema di bike sharing già incluso, era infatti un circuito di toilette pubbliche, da installare e manutenere grazie ai proventi di una parte dei nuovi impianti pubblicitari.
Se quindi l’amministrazione Gualtieri avesse ripreso la riforma del 2014 (testo, ricordiamolo, approvato da una maggioranza di centrosinistra in Assemblea Capitolina) e l’avesse applicata senza ulteriori indugi, a quest’ora Roma avrebbe già potuto avere un bike sharing sovvenzionato (come c’è a Milano o Parigi, magari con la prima mezzora di noleggio gratis), un circuito di toilette moderne e funzionali e magari altri elementi di arredo urbano (panchine, cestini, ecc.), il tutto a costo zero per il Comune.
Purtroppo l’attuale sindaco si è distinto – assieme alla sua delegata al commercio, Monica Lucarelli – per aver ignorato del tutto la riforma pur vigente degli impianti pubblicitari, riuscendo a non nominarla mai, neanche una volta in tutti i testi e discorsi pubblici.
In questo Roberto Gualtieri ha superato la sindaca Raggi, la quale la riforma l’aveva richiamata nel suo programma elettorale, impegnandosi ad applicarla, e durante il suo mandato qualche timido passo avanti aveva mostrato di farlo, salvo poi bloccarne sostanzialmente la realizzazione.
Insomma l’amministrazione Raggi aveva almeno provato a salvare la faccia riconoscendo l’esistenza della riforma, ma trovando ogni volta qualche scusa per non portarla avanti.
Con Gualtieri siamo invece alla cancellazione più totale di uno strumento vigente che darebbe un buon apporto sia casse del Comune, razionalizzando e migliorando l’offerta di impianti pubblicitari, che al decoro cittadino e permettendo l’introduzione di servizi pubblici, come le toilette pubbliche o il bike sharing, senza spese per l’amministrazione.
Poco più di un mese fa abbiamo dovuto prendere atto del sostanziale de profundis decretato dall’amministrazione Gualtieri nei confronti della riforma degli impianti pubblicitari. Quindi niente bike sharing sovvenzionato a Roma, unica grande città europea senza, e niente toilette pubbliche pagate dai cartelloni.
Questo vuol dire che la richiesta della Sovrintendenza di eliminare gli invasivi bagni chimici in centro storico verrà correttamente protocollata ma finirà nel dimenticatoio per carenza di risorse.
La realtà è che le risorse ci sarebbero pure, ma servirebbe qualcuno con il coraggio di mettersi contro le tante lobby romane, quelle che da decenni lucrano sulla città mantenendola nel degrado.
Le ditte pubblicitarie sono una di queste lobby a Roma e se la sindaca Raggi gli ha strizzato l’occhio per cinque anni, il sindaco Gualtieri appare del tutto prostrato a loro, non azzardandosi neanche, lui e la sua delegata, a nominarla la pur vigente riforma degli impianti pubblicitari.