Buche e morti sulle strade. E’ solo colpa delle precedenti giunte?

 

Ci sono due gravi emergenze a Roma, collegate tra loro: i morti per incidenti stradali e le buche sull’asfalto. Alla commissione mobilità, che si è riunita pochi giorni fa, hanno partecipato tutti gli amministratori comunali direttamente coinvolti: dall’assessore ai Trasporti Meleo, a quella ai Lavori Pubblici Gatta, ai rappresentanti della Polizia Locale, sotto la presidenza di Enrico Stefàno.

Quando – durante un’emergenza – si riunisce una commissione di questo tipo, ci si aspettano soluzioni concrete, bilancio delle cose fatte e di quelle che si faranno a breve. E invece è stato tutto un susseguirsi delle solite frasi: “Abbiamo ereditato una situazione difficile; è colpa di chi c’era prima; stiamo lavorando per cambiare le cose“. A distanza di quasi due anni dall’insediamento della giunta Raggi, sentire ancora ripetere la solita cantilena diventa insopportabile.

Le piogge di domenica notte hanno riaperto le buche che erano state rattoppate di corsa: sulla Tangenziale Est diverse auto sono state costrette a cambiare gli pneumatici, congestionando il traffico. I romani ironizzano sui social, ma le foto delle voragini presenti ovunque sono da brivido. Mai si era arrivati a tanto.

 

Non c’è da stupirsi quindi se i dati sulla mortalità stradale a Roma hanno raggiunto picchi spaventosi. Solo nei primi tre mesi del 2018, nella capitale ci sono state tante vittime quanto ve ne sono a Parigi o Berlino in tutto l’anno. Mentre nel resto d’Europa l’incidentalità è in forte calo grazie a misure adottate da comuni e governi nazionali, Roma resta l’unica con numeri da guerra. I pedoni sono i più colpiti (abbiamo parlato più volte di “mattanza pedonale“), ma neanche ciclisti, automobilisti e motociclisti vengono risparmiati.

Perché la situazione è degenerata fino a questo punto? Vi sono diverse cause che questa amministrazione avrebbe dovuto affrontare subito e che invece – a marzo del 2018 – non ha ancora neanche pianificato. Vediamo le principali:

  1. Sosta selvaggia: quella che i romani ritengono sia un peccato veniale e una necessità (perché fermarsi un attimino in doppia fila non provoca disagi a nessuno), è in realtà una delle principali cause dell’incidentalità stradale. La carreggiata ristretta provoca urti frontali perché i veicoli sono costretti ad invadere la corsia opposta. Inoltre impedisce una giusta visuale agli incroci.
  2. Velocità elevata: a tutti sarà capitato di essere sorpassati sulla Tangenziale, su Corso Francia, su via Prenestina, sulla Colombo e così via da auto che sfrecciano a 120km/h. E’ rarissimo che vengano fermate o multate.
  3. Mancato rispetto delle strisce pedonali: non una multa è stata mai elevata a chi non lascia la precedenza ai pedoni che attraversano sulle strisce. Con il risultato che il rischio di essere investiti è altissimo.
  4. Segnaletica verticale e orizzontale inefficiente: le strisce pedonali sono cancellate dopo solo una settimana dalla loro verniciatura, mentre i cartelli sono spesso imbrattati da adesivi o scritte.
  5. Condizioni dell’asfalto: le buche costringono moto e automobili a frenate improvvise, sterzate non previste con la conseguenza che l’incidente è molto più probabile.
  6. Mancata rimozione dei veicoli in sosta di intralcio: a Roma da oltre 3 anni non vi sono più i carri attrezzi perché l’appalto fu revocato e nessuno lo ha rinnovato.

 

Per ognuno di questi punti, ci sono soluzioni di buon senso che una nuova amministrazione avrebbe dovuto implementare in pochi mesi. Il tempo medio, dopo il cambio di guida politica, per avviare riforme e gare è di 6 mesi. Occorre dare il tempo ai nuovi assessori e consiglieri di prendere atto dei problemi e di avviare le soluzioni. A Roma di mesi ne sono trascorsi 20, ma nessuna di queste questioni è ancora stata affrontata. Per ogni punto elencato qui sopra, ecco le soluzioni adottate nel resto del mondo:

1 Per la sosta selvaggia occorre per prima cosa rimettere i vigili in strada (oggi solo 1.500 su 5.000 sono destinati alla viabilità). Riattivare i sistemi automatici che multano chi lascia l’auto in doppia fila (Street control) e per ogni nuovo cantiere stradale, prevedere una riduzione della carreggiata in modo da lasciare lo spazio necessario al solo passaggio dei veicoli, come si fa in tutto il mondo. Strade carrabili di dimensioni ridotte e marciapiedi più ampi, eliminano il problema della doppia fila.

Valencia: carreggiata ridotta anti doppia fila

2 Installazione di autovelox sulle strade a grande scorrimento: Enrico Stefàno ne ha annunciati 20 entro la fine dell’anno. Troppo tardi. Occorreva farlo prima.

3 Occorre il polso di ferro per imporre il rispetto delle strisce pedonali. Due pattuglie di vigili sui principali passaggi pedonali: la prima in corrispondenza delle strisce annoterà il veicolo che non si è fermato, la seconda 50 metri dopo, lo fermerà e lo multerà immediatamente. Dopo pochi mesi di questo trattamento d’urto, l’atteggiamento dei conducenti cambierà.

4 Invece delle solite strisce verniciate che si cancellano in pochi giorni, utilizzare quelle a rilievo in materiale plastico che resistono anni. Così si fa in tutta Europa.

 

5 Inutile continuare ad assegnare centinaia di microappalti (senza gara) a micro imprese che tappano le buche con asfalto di scarsa qualità. Nessuno potrà mai controllarle e collaudarne il lavoro. Col risultato che non ci sono mai responsabili. Occorre invece dividere la città in due, massimo tre quadranti e assegnare tramite gara la manutenzione a due, massimo tre grandi imprese. Saranno loro le dirette responsabili, pena la revoca dell’appalto. In pochi mesi la situazione cambierebbe radicalmente.

6 E’ sufficiente leggere i nostri articoli precedenti sul tema delle rimozioni. Un’altra incredibile perdita di tempo provocata dall’insipienza degli attuali amministratori.

Insomma le ricette ci sono e vanno applicate subito, senza il solito scarico di responsabilità sulle precedenti giunte. Non sono necessarie risorse aggiuntive, basta usare bene quelle che ci sono adesso. Solo per gli appaltoni di cui abbiamo parlato al punto 5 servirebbero degli stanziamenti aggiuntivi. Ma con pochi milioni in più, la sicurezza della città cambierebbe profondamente. E il valore delle vite umane è ben maggiore.

La lentezza con la quale l’amministrazione Raggi sta affrontando queste gravi emergenze non è scusabile. E’ dovuta solo a scarsa preparazione degli amministratori e a paura di bandire le gare. Per non sbagliare preferiscono non fare.

Altro che il “vento sta cambiando”! Possibile che nessuno nei 5stelle senta sulla propria coscienza il rimorso per le tante vittime della strada che si potevano risparmiare?

 

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2 risposte

  1. Tutto drammaticamente vero e sperimentato sulla nostra pelle di protomartiri 5Strilli.
    Ma se chi li conosce li evita (unico Comune quello di Roma in controtendenza col resto del Paese in garrula esaltazione del pentafesso incapace e saccente) resta il drammatico fatto che queste nullità fra poco manderanno a picco l’Italia che non li ha conosciuti fidandosi delle reiterate bufale webeti.
    E allora di fronte al neo-Venezuela le voragini e la favelas cittadina rimarrà tutto sommato solo un piccolo seppur inascoltato presagio . Chissà come nel 550, nella guerra Greco-Gotica al Campo barbarico del Quadraro ci saranno nuovi episodi di cannibalismo

  2. Premesso che in caso di danni alla persona si deve sempre provare ad agire per legge, oggi non si può avere speranza di usare la legge per risolvere il problema dei mancati servizi da parte dei governatori. Dal 1999 è cambiato il sistema delle accise. In nazioni dove la destra è più forte e dove vige una mentalità delinquenziale la situazione si aggrava. Nei paesi del nord riescono ancora a fare i lavori pubblici ma da noi mandano i peggiori delinquenti in modo da mandare a fondo l’economia e guadagnare sui BOT. Dal 1999 ci vogliono schiaffoni in faccia o in testa e cazzotti se necessario, in modo da fare capire l’antifona a questi servi dei banchieri che sono ragazzini cresciuti e dannati che rubano tutto. Sono indisciplinati e coinvolti con i guadagni in borsa. Perciò finiamola di prenderci in giro con la legge che non funziona quando il potere è sui delinquenti ed ingordi non disciplinati. Come esempio si possono vedere finanziamenti al FUS per giornali gratuiti online che fanno soldi anche sulla pubblicità e ciò è un sistema gogliardo usato dalla RAI. Le accise vecchie non vengono rimosse e poi si lamentano di soldi che non ci sono ma in realtà fioccano miliardi che si perdono in mano di gente che non prende schiaffi in faccia.

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