Archeologia: quarto cantiere bloccato dai ritrovamenti in pochi mesi. E il traffico al Salario impazzisce

Le transenne di Italgas creano un imbuto all'altezza di via Archiano. Poco più avanti, i lavori di Terna paralizzano la Salaria tra via Panama e viale Liegi. E anche in via Taro emergono resti

 

Proseguono sulla via Salaria i ritrovamenti archeologici. Ogni cantiere che apre il terreno per manutenzioni degli impianti, si imbatte in resti dell’antica Roma, a volte anche molto suggestivi. Adesso è la volta di uno scavo operato da Italgas, all’altezza di via Archiano dal quale sono emerse antiche murature che potrebbero forse appartenere alla chiesa sotterranea di San Saturnino.

Lo riferisce Lorenzo Grassi, dell’Osservatorio Sherwood, il gruppo di appassionati che lavora per la tutela di Villa Ada. Le sue ricerche riportano gli studi di grandi archeologi e studiosi come Mariano Armellini, Antonio Bosio e Orazio Marucchi che ipotizzavano nella zona la presenza di edifici sotterranei, basiliche (forse erette sulla cripta di Crisanto e Daria) e catacombe.

Fatto sta che anche in questo caso i lavori avviati da Italgas si sono fermati per consentire approfondimenti su quanto sta emergendo dal sottosuolo. Una serie di ritrovamenti iniziati a settembre del 2022 a piazza Pitagora mentre Terna posava un nuovo cavidotto. In quel caso l’acciottolato venuto alla luce apparteneva alla Salaria Vetus, il tracciato più antico della Salaria che poi fu sostituito nel I secolo d. C. dalla Salaria Nova con lo sbancamento all’altezza dell’attuale via di Tor Fiorenza.

Altri ritrovamenti stanno bloccando il tratto di strada compreso tra via Panama e via Bruxelles per un cantiere Terna che – all’altezza di via Yser/viale Liegi – ha fatto emergere mura di una abitazione o di una chiesa protocristiana. Poi, sempre in queste settimane, a via Taro (tra via Lariana e la Salaria), i lavori di Italgas hanno scoperto altre pre-esistenze. Infine il cantiere all’altezza di via Archiano è stata l’ultima “sorpresa” e al momento non è dato sapere cosa succederà.

Via Salaria, il restringimento all’altezza di via Archiano

Il risultato è un caos complessivo nell’intero quadrante che parte da viale Liegi/viale Regina Margherita e arriva a via di Tor Fiorenza dove – come se non bastassero i cantieri – uno smottamento della collina ha ridotto la carreggiata da inizio 2020.

Il restringimento all’altezza di via Tor Fiorenza

Qui il problema sembra ancora più irrisolvibile in quanto la collina appartiene a due condomìni sovrastanti che in teoria si dovrebbero far carico della sua messa in sicurezza. Ma i proprietari degli appartamenti contestano di essere titolari di diritti su un terreno che sembra a tutti gli effetti comunale e non riescono a stanziare una somma ingente, forse superiore al mezzo milione di euro. Lo stallo ha provocato ormai da tre anni il restringimento della Salaria con ripercussioni che – nell’ora di punta – lambiscono via Po e via Pinciana. Insomma il traffico già normalmente pesante della zona ora è fuori controllo. Tanto che l’assessora ai Lavori Pubblici del II Municipio, Paola Rossi, ha spiegato a Roma Today di star lavorando per far chiudere provvisoriamente i cantieri almeno per il periodo natalizio, altrimenti si rischia la paralisi.

Nella mappa che segue abbiamo evidenziato con i cerchi rossi i punti dei cantieri in atto e con una freccia viola l’ultimo in ordine di tempo, quello all’altezza di via Archiano. Si può comprendere facilmente che tanti lavori in un tratto così piccolo sono davvero un problema.

 

I tempi si allungano perché le Sovrintendenze chiedono la sospensione delle attività per catalogare i ritrovamenti, fare le fotografie, cercare di risalire all’epoca e all’appartenenza del manufatto. In una strada così importante come era la Salaria nell’antica Roma, non si possono definire sorprese, anzi è quasi una certezza che da qui emergano reperti. C’è da domandarsi come mai nel corso del secolo scorso, quando furono realizzati i palazzi negli anni ’40 e ’60 o quando furono posate condutture e tubazioni, gli stessi ritrovamenti non furono tenuti in considerazione. C’era certamente un’attenzione minore all’archeologia e si tentava di sbrigarsi, magari ricoprendo tutto alla bene e meglio. Oggi c’è giustamente riguardo del passato ma gli archeologi devono fare in fretta per garantire almeno il minimo indispensabile di mobilità.

 

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