I grandi successi del PD nel Municipio I

Proponiamo il bilancio di quattro anni di consiliatura predisposto dallo stesso PD del Municipio I: un testo autocelebrativo e alquanto risibile, soprattutto per chi si candida alla guida di Roma

Ci è giunto un documento redatto dal Coordinamento PD del primo Municipio che prova a fare un bilancio dei quattro anni di governo.

Eccolo.

 

PRIMO. UN MUNICIPIO AVANTI
Il centro sinistra del primo Municipio vive da 4 anni la difficile condizione di essere, da una parte al
governo del municipio ma dall’altra all’opposizione del Comune. Questa situazione ha generato e
genera una naturale alterazione nella percezione dei cittadini che si trovano a chiedere se non proprio
pretendere dal Municipio risposte che competono a dipartimenti o assessorati del Comune. Pertanto, lo
sforzo che ha contraddistinto gran parte dell’iniziativa politica della maggioranza è stato duplice: da
una parte soddisfare le istanze concernenti le proprie competenze, dall’altra impostare possibili
soluzioni per molte materie sulle quali non si hanno deleghe perché di competenza comunale.
Emblematica a tale proposito è stata la presa in gestione, stante l’assenza di iniziativa da parte del
Comune, di ben 32 aree verdi insistenti sul territorio municipale originariamente di competenza
comunale. Questo è avvenuto grazie all’intesa tra giunta e maggioranza consiliare e grazie a un
impegno di ascolto e coinvolgimento dei comitati e delle associazioni territoriali, con
unaresponsabilizzazione forte dell’assessorato e degli uffici, tutti motivati alla sfida.
Ora, è bene inquadrare questa disponibilità ad assumersi ulteriori responsabilità non come frutto di una
indefinita volontà di potenza, quanto piuttosto come segno di una capacità di progetto, di una idea di
città, di una strategia mirante ad ESSERE e FARE COMUNITA’. Dagli interventi di trasformazione e
riqualificazione urbana, alle politiche scolastiche e giovanili, a quelle culturali e sociali e infine a quelle
per un commercio di qualità, tutto l’impianto politico e programmatico della consiliatura può essere
condensato in questo concetto ma non è assolutamente un lavoro compiuto; c’è ancora tanto da fare.
Fare Comunità con i lavori pubblici sembra una stonatura, eppure con il bando ROMA SEI MIA,
attraverso la partecipazione e l’intervento di privati, si è avviata la riqualificazione e pedonalizzazione
di alcune aree di particolare pregio, restituendole alla fruizione dei passanti e dei residenti. Solo a titolo
esemplificativo si possono menzionare qui Piazza Poli, Piazza Pasquino, Piazza San Giovanni della
Malva. Il lavoro non è che all’inizio: c’è l’urgenza di intervenire sui mercati, quali ad esempio via
Sabotino, via Baccina ed Esquilino, e sanare ferite da troppo tempo aperte, come quella di Campo
Testaccio.
Fare Comunità nelle politiche sociali invece ha significato azzerare le liste di attesa per i servizi a
disabili e anziani e promuovere l’integrazione sociosanitaria, che è uno dei punti deboli della nostra
regione. Il Primo è l’unico municipio ad avere due case della salute e ad aver fatto un investimento
strategico nella medicina territoriale attraverso un costante e quotidiano rapporto con la ASL. Ma si è
inteso fare comunità anche con chi non ha casa ma soggiorna stabilmente nel territorio del Primo
Municipio che ospita il 90% di tutti i senza fissa dimora di Roma. Sono state realizzate due case di
accoglienza che prima non c’erano e si è strutturato un lavoro con le associazioni di volontariato,
realizzando un Piano Sociale di Zona elaborato dopo audizioni e incontri con i cittadini.
Fare comunità significa investire sui cittadini di domani e quindi sulle scuole, rendendole più sicure,
vivibili e confortevoli. Un dato semplice che dà la misura dello sforzo compiuto: le competenze
dell’assessorato municipale alla scuola sono passate da € 500.000 euro nel 2013 a € 20.000.000 nel
2020, tutte risorse destinate all’edilizia scolastica, frutto di un lavoro serio e qualificato di
partecipazione ai bandi soprattutto comunitari; a tale scopo è stato anche ideato e allestito un apposito
“ufficio Europa”. Con il Consiglio Municipale dei bambini e delle bambine è stato invece avviato un
percorso di ascolto e coinvolgimento più mirato ma comunque finalizzato ad accrescere la
consapevolezza e il senso di responsabilità verso la comunità degli studenti del Primo Municipio. Un
altro punto strategico particolarmente qualificante è rappresentato dal “progetto scuole aperte”
finalizzato alla trasformazione degli edifici scolastici in luoghi aperti anche dopo l’orario scolastico. E’
un progetto in cui si cerca di mettere a sistema le buone pratiche di partecipazione già avviate nel
nostro territorio e che si basa su un’elaborazione e un’alleanza strategica tra istituzioni, docenti e
genitori. Due perle finali: il grande concerto annuale per tutte le scuole ad indirizzo musicale del
municipio e il potenziamento di spazi per bambini e giovani quali tre poli interculturali e tre ludoteche.
Fare comunità con la cultura è stato un altro asse strategico di questi anni in cui c’è stato un grande
investimento nel rilancio di tradizionali feste rionali che hanno fatto la storia e l’identità di Roma: per
Testaccio la festa di Santa Maria, per Trionfale la festa di San Giuseppe, per Trastevere la “Festa de
noantri”, quindi la Festa monticiana, e quella di San Giovanni per i rioni Esquilino e Celio.
Una rete commerciale di prossimità è essenziale per mantenere e restituire ai rioni una dimensione di
vita comunitaria. Anche il commercio quindi rientra in questo disegno. Sono stati ottenuti degli
importanti risultati in tre ambiti: una nuova regolamentazione per il commercio su area pubblica con
l’allontanamento di oltre 100 bancarelle che prima insistevano su aree di pregio e in generale un forte
contrasto all’abusivismo commerciale; è stato vinto un bando regionale per 11 reti di impresa di
supporto alle attività commerciali di qualità; infine si è lavorato con INVITALIA per informatizzare le
richieste OSP, ovvero per sburocratizzare e rendere più celeri i tempi per l’avvio di attività commerciali
su area pubblica. Particolarmente significativi gli interventi sul mercato di Piazza Mazzini, quello di
Piazza dei Quiriti e lungotevere Oberdan. Aspettiamo tuttavia ancora un regolamento per i negozi
storici e di eccellenza nonostante esista una delibera comunale e una mozione municipale.
E’ importante però far capire che, a monte di tutto questo impegno c’è un lavoro continuo e
straordinario del consiglio municipale. Sono oltre 500 gli atti prodotti dall’assemblea, strutturati in 180
delibere, 26 ordini del giorno, 42 risoluzioni e 244 mozioni. Un’attività che ha supportato e indirizzato
la giunta in scelte coraggiose e di avanguardia, come per esempio quella relativa alla rimozione
dell’antenna nella Scuola Cairoli, la richiesta di fruibilità dell’area di Piazza Bainsizza, lo spostamento
della Biblioteca comunale di Via Giordano Bruno, la richiesta di messa in sicurezza dall’amianto del
cinema APOLLO. Per non dire della mozione sul plastic free, primo Municipio ad averla approvata poi
ripresa e seguita da diverse altre amministrazioni, e della delibera sulla bigenitorialità che punta a
preservare i rapporti di maternità e paternità e quindi a tutelare quelle che sono le prime relazioni
comunitarie degli esseri umani ovvero quelle con i propri genitori.
A quattro anni dall’insediamento della consiliatura quindi un bilancio con molti obbiettivi centrati che
però né la giunta né la maggioranza consiliare considerano definitivi. Per compiere al meglio l’ultimo
sforzo, l’ultimo miglio, l’ultimo anno di governo nel Primo municipio c’è bisogno della partecipazione
e del contributo di tutti. A cominciare dagli iscritti del Partito Democratico.
IL COORDINAMENTO PD DEL PRIMO MUNICIPIO

 

 

Chi leggesse il testo senza conoscere la situazione sul territorio potrebbe immaginarsi una realtà tutto sommato buona, con qualche criticità ma nel complesso un Municipio ben amministrato.

Chi invece sapesse qual è realmente la situazione sul campo si renderebbe bene conto di quanto possa essere ridicolo un tale bilancio. Il centro storico di Roma è infatti in uno stato quasi comatoso, con una residenzialità sempre più in calo perché espulsa da altre attività, un degrado generalizzato, un’illegalità diffusa sia nel commercio che nella mobilità, ma soprattutto con uno scollamento enorme tra i pochi cittadini rimasti e l’istituzione Municipio.

Tanto per fare un esempio attuale, la disattivazione della ZTL fino alla fine di agosto ha enormi impatti su moltissimi residenti del Municipio I, che si ritrovano a pagare a caro prezzo un permesso inutile e in più, entrando e parcheggiando tutti liberamente, hanno problemi sempre più gravi di sosta. Ebbene né la maggioranza, né la presidente del Municipio si sono mai degnati di dire una parola o di fare un atto per difendere i diritti dei loro elettori, né ora né quando il costo dei permessi subì gli aumenti monstre decisi dall’amministrazione Marino.

Sulla sua maggiore competenza poi, ossia il commercio, l’amministrazione municipale ha subito una serie di disfatte mai viste. Prima si è fatta sfilare dal Comune la festa della Befana di piazza Navona, dopo anni di disastri nel cercare di organizzare, senza riuscirci, qualcosa di decente. Poi più recentemente si è vista sfilare la competenza anche sui Piani di Massima Occupabilità, dopo 6 anni (l’amministrazione attuale è in carica dal 2014) passati a fare un’inconcludente melina sui PMO (l’amministrazione precedente, guidata da Orlando Corsetti, di PMO ne approvò oltre un centinaio, mentre quella di Sabrina Alfonsi poche unità).

Non stupisce allora che parlando di “… lavoro continuo e straordinario del consiglio municipale …” si debbano citare provvedimenti molto circoscritti e da meri passacarte (“richiesta di fruibilità dell’area di Piazza Bainsizza”, “richiesta di messa in sicurezza dall’amianto del cinema APOLLO”).

Così come non stupisce che il termine “partecipazione” compaia nel testo solo con riferimento ai progetti dei  privati col metodo “Roma Sei Mia”, quello utilizzato in genere dagli imprenditori per adeguare gli spazi pubblici alle proprie esigenze (spesso senza che qualcuno si accerti della presenza di un interesse pubblico nell’iniziativa). Della partecipazione di cittadini e associazioni alla vita politica del Municipio si sono invece perse le tracce, nonostante il Municipio I abbia a suo tempo fatto da pioniere con una delibera che istituì una partecipazione strutturata ma che, ahinoi, rimase in vigore solo per l’anno di sperimentazione. Evidentemente si è democratici nel nome ma quando c’è da gestire il potere il PD dimostra di non essere molto diverso dal M5S.

 

Da ultimo, davvero qualcuno pensa che Sabrina Alfonsi, presidente del Municipio I nonché leader locale del partito che si presenta con un tale imbarazzante consuntivo, potrebbe essere una possibile buona candidata per succedere a Virginia Raggi? 

 

P.s.: tra tutte le fantasmagoriche cose fatte dal PD in Municipio I non ci si poteva anche mettere la ripulitura dell’entrata del Municipio dai due scarabbocchi che la adornano da tempo immemore? Basta buona volontà e un po’ di olio di gomito; chiedere a Retake Roma per informazioni.

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