L’altro giorno Repubblica ha anticipato l’intenzione del Comune, per bocca del presidente della commissione mobilità Enrico Stefàno, di modificare le modalità di accesso dei veicoli nel centro storico di Roma, passando ad un sistema di Ecopass simile a quello in vigore a Milano. In pratica chiunque potrebbe entrare nel centro storico con la propria autovettura a patto di pagare un biglietto giornaliero; tariffe agevolate sarebbero previste per i residenti così come per chi farà car-pooling (ossia condividerà l’automobile con più persone).

 

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Ad oggi l’accesso alla Zona a Traffico Limitato (ZTL) del centro storico di Roma è ristretta nella fascia 6:30-18:00 ai soli automezzi autorizzati, essenzialmente quelli dei residenti e degli operatori commerciali che abbiano acquistato (a caro prezzo) il permesso per accedere alla ZTL.

Non è facile discutere nel merito l’idea avanzata dal presidente Stefàno, mancando troppi dettagli per comprendere appieno l’iniziativa. Ma già da subito è possibile avanzare molte obiezioni che non sono frutto di una posizione preconcetta ma solo il risultato dell’analisi obiettiva della situazione sul campo.

La prima pesante obiezione riguarda l’incapacità dell’amministrazione di controllare e regolamentare minimamente il traffico cittadino, incluso quello pur limitato del centro storico. Con un bollettino giornaliero che elenca ancora numerosi casi di linee di trasporto pubblico bloccate dalla sosta selvaggia, di sosta in seconda e terza file che continua ad essere la norma a Roma, di tutte le aree pedonali invase da veicoli in transito e in sosta, fare interventi del genere di quello proposto dal presidente Stefàno significa solo mischiare le carte in tavola con la certezza di mantenere il caos cittadino. Con specifico riguardo agli accessi alla ZTL, ad esempio, continua ad imperversare l’entrata contromano con la Polizia Locale che riesce solo a fare campagne periodiche di repressione, del tutto inefficaci per debellare il fenomeno.

Un’altra obiezione di fondo riguarda la scelta di concedere praticamente a tutti la possibilità di entrare in centro storico col proprio mezzo, salvo pagare un biglietto. Non si capisce però la ratio di una tale scelta se si considera che il centro storico di Roma è caratterizzato da strade strette, a parte poche vie di scorrimento, e ridottissimi spazi per la sosta regolare dei veicoli. Perché allora far entrare tutti? Per farli sostare dove? Come non pensare che una volta pagato il biglietto d’ingresso, salato quanto si vuole, l’automobilista si sentirà in diritto di lasciare l’auto dove vuole, incluse le aree pedonali, i marciapiedi e gli attraversamenti? Senza contare che far dipendere l’accesso alla ZTL dal mero pagamento di un biglietto crea un discrimine economico abbastanza odioso, col riccone di turno che potrà accedere a piacimento laddove oggi deve averne un fondato motivo.

Vi è poi il capitolo degli autoveicoli associati a permessi per disabili che già oggi rappresenta un diffuso escamotage per entrare dentro la ZTL senza avere il relativo permesso a pagamento. È prevedibile che nel caso l’accesso alla ZTL divenisse puramente a pagamento si creerebbe un vero e proprio mercato dei permessi per disabili (sempre che già non esista ora, cosa alquanto probabile con la possibilità di associare ben 3 targhe ad ogni permesso disabili).

 

Infine non possiamo non ricordare che se il progetto dell’Ecopass è nelle mani dell’Agenzia per la Mobilità (o come è arrivata a chiamarsi ora) allora siamo tutti fritti. Sono infatti i geni dell’Agenzia ad aver disegnato la disciplina dell’unica Isola Ambientale finora realizzata a Roma, quella del Tridente, e, tanto per dirne una, ancora si sta aspettando che risolvano il rebus dei motocicli che non sono ammessi al transito ed alla sosta ma senza che ci sia un modo per controllarli.

Insomma, non che si voglia fare i disfattisti a tutti i costi, ma è indubbio che ogni potenziale buona idea a Roma deve fare i conti con una realtà fatta di pressappochismo e sciatteria. Non tenerne conto vorrebbe dire condannarsi ad un sicuro insuccesso e regalare ai cittadini l’ennesima fregatura con cui complicarsi la vita.

Vi è in particolare la totale inefficacia della Polizia Locale che abbiamo definito il problema numero 1 di Roma. Se infatti in città non si riesce ad assicurare un livello minimo di legalità, qualsiasi progetto che sulla carta appaia fantastico non potrebbe mai essere realizzato compiutamente.

L’amministrazione continua a far finta di niente su questo tema, come se fosse qualcosa di ineluttabile a Roma, senza rendersi conto che in questo modo si preclude qualsiasi possibilità di dare una svolta vera alla città.

Nell’attesa quindi di poter visionare e discutere nel merito il sistema Ecopass che si vorrebbe applicare (speranza ahinoi che temiamo vana), ad avviso di chi scrive, qualsiasi sistema di Ecopass non appare adeguato per il centro storico di Roma, dove il transito e la sosta dei veicoli andrebbe ridotto al massimo, consetendoli nel breve solo a chi non potrebbe fare altrimenti, e tendendo nel lungo periodo all’eliminazione totale dei mezzi privati.

Per raggiungere tali scopi va ridotta drasticamente la platea dei mezzi che possono accedere alle ZTL e non ampliata a tutti col solo discrimine del biglietto da pagare. Ed uno strumento che ha dimostrato di funzionare nel senso di ridurre i veicoli in transito e sosta sono le isole ambientali. Queste sono infatti delle mini-ZTL (tipicamente corrispondenti ad un rione del centro storico) dove possono accedere solo i veicoli dei residenti e quelli di alcuni esercenti che vi operino. Come già detto, ad oggi esiste solo l’isola ambientale del cosiddetto Tridente e purtroppo la sua disciplina ed attuazione sono ancora rimaste a metà.

Dividendo invece tutto il centro storico in isole ambientali si otterrebbe di limitare enormemente sia il transito che la sosta dei veicoli, potendo porre le basi per una quasi totale eliminazione del traffico privato in tempi non biblici. Non si parla qui di pedonalizzazione dell’intero centro storico perché quella è un’idiozia buona per le menti semplici, stante l’enorme estensione del centro storico di Roma e la necessità che un numero ristretto di autoveicoli sia in ogni caso ammesso al transito al suo interno (mezzi del TPL, trasporto merci, veicoli a servizio di disabili, ecc.).

 

Da ultimo, ma non meno importante, è curioso che un progetto di tale portata sia stato annunciato dal presidente Stefàno e non dall’assessore competente (si fa per dire), ossia Linda Meleo. Sembra come se Stefàno si occupi dei progetti veri, facendo lavorare a tutto spiano la sua commissione e gli uffici del Dipartimento, mentre la Meleo si dedica esclusivamente a scrivere testi sconclusionati sulla sua pagina facebook. Che speranza di riuscire avrebbe mai un progetto di Ecopass a Roma senza che l’assessore competente (si fa sempre per dire) appaia minimamente coinvolto?

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