La nevicata del 26 febbraio scorso ha regalato delle immagini straordinarie di Roma. Alcune le abbiamo rintracciate sul gruppo facebook dell’Osservatorio Sherwood e mostrano alcuni scorci di villa Ada sotto la neve.

 

 

 

 

A seguito della nevicata però la villa è stata chiusa, come la gran parte delle altre a Roma, per consentire di verificare i danni causati e mettere in sicurezza le eventuali alberature pericolanti o d’ingombro.

L’anomalia è che a distanza di quasi due settimane la villa è ancora chiusa e nessuno sa bene quando riaprirà. Dal Campidoglio giunge voce che tra il fine settimana e lunedì i lucchetti dovrebbero essere tolti, ma nulla di ufficiale.

 

 

Per segnalare l’anomalia di una tale situazione abbiamo voluto riprendere il comunicato diffuso lo scorso 8 marzo dai Leprotti di Villa Ada e dall’Osservatorio ambientale Sherwood.

 

La vergogna di Villa Ada

Sono passati ben undici giorni dalla mini nevicata su Roma e il parco di Villa Ada resta ancora vergognosamente e inesorabilmente negato alla fruizione dei cittadini. E questo avviene senza che sino ad ora si sia visto al lavoro alcun operatore comunale per la doverosa rimozione dei tronchi e dei rami che sono caduti sui vialetti. È una situazione inaccettabile.

Ricordiamo che dopo la nevicata del 2012, per velocizzare la messa in sicurezza e il ripristino del parco, il Campidoglio aveva invece supportato un’iniziativa di mobilitazione straordinaria (“Villadamosedafa”) promossa dalle associazioni ambientaliste. I volontari avevano aiutato il Servizio Giardini a rimuovere gli alberi caduti e Villa Ada era stata riaperta in tempi rapidi.

Oltre al perdurare della chiusura, preoccupano le croci in spray rosso comparse sui tronchi di decine e decine di pini del parco. Sono il preludio ad una nuova “mattanza” di alberi, che segue quella toccata al comprensorio di Monte Antenne? Chiediamo piena trasparenza sulle relazioni tecniche propedeutiche agli abbattimenti, esigiamo il coinvolgimento di ditte qualificate nelle potature e richiamiamo la priorità – in presenza di comprensibili motivazioni di sicurezza – che si proceda però ad interventi “a saldo zero”: per ogni albero abbattuto va prevista e finanziata preventivamente la messa a dimora di un altro. Altrimenti si rischia la desertificazione di Villa Ada, minando la sopravvivenza di una delle foreste urbane più importanti d’Europa.

 

La cosa che più ci ha colpito è la diversa considerazione dei cittadini che si ebbe nel 2012 da parte dell’amministrazione Alemanno, che pur non aveva mai sbandierato propositi partecipativi nei confronti di associazioni e cittadini. Al contrario l’attuale amministrazione professa “trasparenza e partecipazione” ad ogni pie’ sospinto ma poi nei fatti vive in una torre d’avorio, completamente sorda ad ogni sollecitazione dal basso.

Condividiamo poi la preoccupazione espressa nel comunicato rispetto alla marchiatura con croce rossa di numerosi pini del parco. Riuscirà questa volta l’assessorato all’Ambiente ad assicurare procedure trasparenti nel caso di debba procedere con gli abbattimenti?

 

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