Tutti a casa ma con la dovuta chiarezza

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FINE CORSA PER IL SINDACO MARINO Siamo stati facili profeti ieri nel prevedere le modalità con cui si sarebbe conclusa l’attuale consiliatura capitolina: dimissioni dei 19 consiglieri del PD corroborate da quelle di alcuni esponenti dell’opposizione (necessarie per arrivare alla soglia dei 25 richiesti per sciogliere l’Assemblea Capitolina).

Solo la velocità con cui sono state presentate queste dimissioni ha un po’ stupito, aspettandole noi solo per la prossima settimana; ma questo in fondo è un bene, giacché così si mette fine ad uno stillicidio che stava pagando Roma ed i suoi cittadini ogni giorno di più, mentre in Campidoglio ci si continuava a trastullare giocando al risiko de’ noantri.

Come previsto quindi non c’è stato quel chiarimento che ormai tutti si aspettavano; e ci era arrivato pure l’ex-sindaco alla necessità di questo chiarimento, lui che invece per primo con le sue dimissioni aveva scelto di non presentarsi davanti all’Assemblea Capitolina per far venire tutti allo scoperto. Di questa sua ingloriosa fine quindi Ignazio Marino può senz’altro accusare il suo PD, ma un ruolo decisivo l’ha giocato ancora una volta la condotta umorale che ha sempre accompagnato la sua azione di governo.

FARE CHIAREZZA DA PARTE DEL PD Per quanto riguarda il PD capitolino, esso ha deciso di evitare quella che ieri definivamo come “una ferita troppo profonda da sanare”, ossia una mozione di sfiducia con cui chiarire i motivi del defenestramento di Marino. Probabilmente tali motivi sono inconsistenti o inconfessabili, ed evidentemente il PD ha pensato di sottrarsi al giudizio dei cittadini rifuggendo dall’aula e ricorrendo alle dimissioni di tutti i suoi consiglieri.

Ma se un tempo queste manovre di palazzo avevano buone speranze di passare inosservate ai cittadini, grazie anche alla complicità di larga parte della stampa locale e nazionale, oggi la rete mette a disposizione tanti riflettori che consentono di far luce su quello che accade al di là delle versioni edulcorate o addirittura mistificate dell’informazione di sistema.

Nel nostro piccolo, più che uno dei riflettori noi ci consideriamo un timido lumicino, ma vogliamo senz’altro dare il nostro contributo affinché il gioco democratico si compia appieno ed i cittadini abbiano gli elementi per capire quanto accaduto e soprattutto per poter giudicare con cognizione di causa in occasione delle elezioni che presumibilmente in primavera daranno a Roma un nuovo governo.

Partiamo allora dall’elenco dei consiglieri PD che ieri hanno presentato le loro dimissioni e chiediamo a ciascuno di rendere nota la propria motivazione per il gesto compiuto, che non sia il mantra del “rapporto rotto con la città” che da giorni ci viene propinato dai vari esponenti PD. Per cui, in rigoroso ordine alfabetico, chiediamo a Valeria Baglio, a Erica Battaglia, a Orlando Corsetti, a Michela De Biase, a Athos De Luca, a Cecilia Fannunza, a Alfredo Ferrari, a Valentina Grippo, a Liliana Mannocchi, a Dario Nanni, a Marco Palumbo, a Fabrizio Panecaldo, a Giovanni Paris, a Laura Pastore, a Ilaria Piccolo, a Maurizio Policastro, a Antonio Stampete, a Giulia Tempesta, e a Daniela Tiburzi di spiegarci il motivo di un gesto così drastico.

Chiariamo che non è nostra intenzione fare alcuna lista di proscrizione, ma bensì fornire agli eletti del PD in Assemblea Capitolina un’occasione per spiegare ai propri elettori quanto hanno ritenuto il caso di fare. E questo soprattutto perché molti dei nomi di cui sopra è probabile che gli elettori se li ritroveranno sulla scheda alla prossima tornata elettorale, per cui è bene che abbiano gli elementi per giudicarne il mandato appena concluso, a partire dalle motivazioni reali della sua brusca interruzione.

 

NEL FRATTEMPO ROMA HA ORA UN COMMISSARIO. Il prefetto Gabrielli ha nominato nella serata di ieri il nuovo commissario. Si tratta dell’attuale Prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, di cui evidentemente si vorrà sfruttare la positiva esperienza nell’Expo per la gestione dell’imminente Giubileo straordinario a Roma.

tronca

Rileviamo con disappunto che questa nomina era stata preceduta dalla seguente dichiarazione del commissario straordinario del PD a Roma, Matteo Orfini, resa subito a seguito delle dimissioni di Marino: “Siamo già al lavoro col governo per la scelta del commissario, la quale avviene contestualmente con le dimissioni del sindaco, per questo ci vorranno poche ore”. Orbene ci sfugge il ruolo istituzionale per cui l’On. Orfini continui ad interessarsi delle sorti del governo cittadino, dopo averne deciso l’improvvisa caduta. L’impressione comunque è che, per il bene della città, sia meglio che lasci perdere chi o come debba governarla e si concentri sui casini interni al suo partito, che a giudicare da come continuano ad andare le cose c’è abbastanza da fare da considerare di saltare un paio di turni elettorali per il prossimo futuro, anche per evitarsi le prevedibili debacle che l’elettorato non vede l’ora di fargli provare.

Tornando al neo-commissario Tronca, ci auguriamo che egli riesca ad imprimere alla città quella svolta che a più riprese ma inutilmente fu chiesta all’ex-sindaco Marino. Immaginiamo che fatto fuori lo scomodo ex-sindaco ora il governo centrale riapra un po’ i cordoni della borsa per cercare di preparare la città al Giubileo, benché ormai si sia abbondantemente fuori tempo massimo. Ma la svolta di cui sopra sarebbe anche fatta di misure che non richiedono particolari investimenti,. bensì solo la decisione di riprendere il controllo su temi come la sosta selvaggia, che tanto influenza la mobilità e la sicurezza cittadine, le scritte vandaliche, l’ambulantato regolare ma sistematicamente difforme, l’evasione tariffaria sul trasporto pubblico.

Inoltre speriamo vivamente che il neo-commissario trovi il modo per portare avanti alcune riforme avviate dall’amministrazione appena sciolta ed il cui iter non dovrebbe essere interrotto. Ci riferiamo senz’altro alla riforma degli impianti pubblicitari, per cui ormai c’è solo da indire i bandi per fornire finalmente servizi come il bike sharing o le toelette pubbliche in cambio dei cartelloni, così come agli interventi sulla raccolta differenziata che, seppur molto a stento, vanno in direzione di una gestione più sostenibile dei rifiuti. C’è poi da continuare l’azione per rivedere le sovrabbondanti bancarelle sparse in troppi punti della città, sul genere di quanto fatto ai Fori o in piazza dei Cinquecento, e da proseguire con le manutenzioni stradali seguendo modalità che assicurino interventi duraturi invevce delle romanelle a cui ci avevano abituato decenni di corruttele.

Insomma un lavoro immane ma che è senz’altro nelle possibilità del neo-commissario, solo che ci si voglia accingere con decisione. E sappia egli che in tutto ciò avrà l’appoggio o il pungolo nostro e di tante altre voci cittadine, a seconda di come deciderà di operare.

 

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Una risposta

  1. Sentite Marino è stato cacciato via (si tratta di questo) perchè non è mai stato capace di relazionarsi con la città e con il PD (forse solo con i blog) . Ormai sotto il campidoglio un giorno si e l’altro pure c’era qualcuno che protestava perchè perdeva il lavoro e l’ex sindaco se ne andava via !
    Io spero che il commissario non si faccia condizionare da fattori esterni e riesca a risolvere i disastri dell’ex sindaco (che bella parola).

    PS
    E ora vediamo se con i reatekers vedremo ancora cartellonari di qualità, alberghi 5 stelle e le apette reatekers ! A scanso di equivoci non dico che agivano per un azione di vassallaggio, sto dicendo che voglio solo vedere se ci saranno ancora 😉

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