Treni regionali: due settimane di disagi pesanti ma nessuno ne parla

Cancellate 250 partenze al giorno per una misteriosa manutenzione. Nelle stazioni i viaggiatori allo sbando mentre i media dedicano articoli solo al caldo

 

Mentre i media si affannano a farci notare che fa caldo e dedicano all’argomento decine di pagine scontate e spesso inutili, nessuno scrive del vero inferno che stanno vivendo i pendolari del Lazio da quando Trenitalia ha deciso di sopprimere centinaia di corse dei treni regionali per presunte manutenzioni.

I disagi sono cominciati lentamente, quasi centellinati come a far abituare i passeggeri. Sulla Linea FL1 (la Fara Sabina – Fiumicino) che attraversa praticamente tutta Roma, si è iniziato nella settimana 10 – 15 luglio con la soppressione del treno 20589 previsto in partenza da Fiumicino alle 7.57. Senza alcun preavviso e senza la minima informazione sui tabelloni, i passeggeri si sono visti sparire il treno abituale mentre la voce automatica dall’altoparlante giustificava la cosa con un misterioso “ritardo nella preparazione del treno“. Ma che significa? Tutti i giorni la stessa frase veniva ripetuta senza alcun senso.

Poi a partire dalla settimana del 17 luglio, il caos totale. Al posto delle 14 partenze previste normalmente al mattino tra le 5.57 e le 9.57 ce ne sono solo cinque. Nove treni sono scomparsi nelle ore di punta e la stessa cosa accade alla sera, negli orari di ritorno. I convogli rimasti sono stati presi d’assalto, affollati fino all’inverosimile mentre gli spaesati viaggiatori restavano e continuano a restare senza informazioni.

Solo 5 treni quando normalmente ve ne sono 14

 

La situazione non cambia sulla FL3, la Roma – Viterbo, già gravata da ritardi e lentezze fuori ogni logica, che è stata privata di decine di corse al giorno. Tutti i treni regionali sono stati sottoposti ad una pesante riduzione di partenze fino al 30 luglio, quando entrerà in vigore l’orario estivo e ci saranno le normali riduzioni di viaggi.
La scure ha colpito pure le stazioni già servite da pochissimi treni, come Val d’Ala e Vigna Clara. Di fatto queste destinazioni non sono più servite o quasi.

Secondo Trenitalia questa settimana saranno circa 250 i treni cancellati ogni giorno e la motivazione ufficiale è la necessità di manutenzione alle ruote dei convogli che avrebbero subito una usura anomala. Cosa abbia provocato questa usura non è dato sapere e RFI sta svolgendo indagini per risalire alla causa. Per cercare di ridurre i disagi, Trenitalia ha previsto 17 autobus sostitutivi ma si tratta di una goccia nel mare e soprattutto non si sa nulla della loro partenza e dei loro orari.

Il vero problema, infatti, è la mancanza totale di informazione e di preavviso. Può succedere che si rendano necessari interventi non previsti e urgenti sul materiale rotabile, ma a questi deve essere accompagnata una precisa e puntuale comunicazione delle corse soppresse, di eventuali mezzi sostitutivi, della durata di tali disagi. E invece i pendolari sono stati lasciati allo sbando più totale. I tabelloni elettronici non riportano nessun dato e gli altoparlanti ripetono annunci senza senso quali “ritardo nella preparazione del treno”!!

Scarsa anche l’informazione da parte dei media. Se si eccettua il blog Odissea Quotidiana che ci ha dedicato un articolo, nessun giornale mainstream ha fatto cenno alla vicenda che interessa probabilmente mezzo milione di persone ogni giorno. Preferiscono scrivere del caldo, dare consigli tipo bere molta acqua e non uscire nelle ore centrali della giornata!?!

Ieri i rappresentanti del Comitato pendolari Orte-Fiumicino sono stati ricevuti dalla vice presidente della commissione trasporti regionale, Micol Grasselli. Hanno fatto presente di essere stati tenuto all’oscuro delle modifiche di orari e che molti lavoratori dell’aeroporto sono rimasti senza trasporti al mattino, nella fascia di inizio turno più affollata, compresa tra le 6.30 e le 8.00. Insomma sembra che Trenitalia abbia cancellato i treni con una leggerezza davvero ingiustificabile, senza pensare che il tpl è vita e lavoro e certi servizi devono essere considerati essenziali.

 

 

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