Termini: sotto la galleria Turbigo un mondo di emarginazione

No non è un problema di decoro. O meglio è anche quello ma di fronte alla tragedia umana che vede decine di persone costrette a dormire in un tunnel carico si smog e polvere, il decoro passa in ultimo. Quello che non è tollerabile è voltarsi dall’altra parte, pensare che se stanno lì è un problema loro.

Attraversare la galleria Turbigo che passa sotto il fascio di binari della stazione Termini, tra via Giolitti e via Marsala, provoca una stretta al cuore. Immaginare solo per un attimo di dover trascorrere  la notte in quel posto fa venire i brividi. Non solo per il freddo, ma il rumore assordante dei veicoli che sfrecciano, l’aria malsana con le polveri sottili che ti si infilano in gola. Abbiamo scattato alcune fotografie che vi mostriamo. Ma non proprio tutte. Ve ne sono alcune che ledono la dignità personale di chi era in quel posto e ovviamente non le pubblichiamo.

 

I giacigli di fortuna sono almeno 15. Se si considera che ci dormono in due si tratta di 30 persone minimo, più coloro che stanno accovacciati sulle finestre avvolti nei sacchi a pelo come si vede nell’ultima foto qui sopra. Tante persone sbandate, alcuni barboni ma molti immigrati che non hanno più accoglienza nei centri autorizzati. La chiusura del Baobab, del Cara di Castelnuovo di Porto e di altre strutture simili non hanno fatto altro che ingrossare le fila dei senza tetto. L’idea che basti chiudere una struttura per cancellare il problema dell’immigrazione non funziona e a farne le spese sono proprio le grandi città come la nostra, dove vivere ai margini è più facile anche se tremendo. Possiamo sicuramente affermare che una parte di queste persone sono vittime del decreto sicurezza voluto da Salvini. Un testo che contiene alcuni aspetti positivi che ma che blocca ogni possibilità di immigrazione regolare. Nessuno oggi in Italia può emergere dallo stato di clandestinità, pure se ha un lavoro, pure se ha un tetto e uno stipendio. Per cui figurarsi cosa accade a chi non ha neanche quello. Non può far altro che ripararsi dall’umido della notte sotto i ponti, nelle gallerie. Anche il sottopasso di Castel Sant’Angelo o quello di Porta Pia sono pieni di persone che vivono in condizioni disperate.

Un Comune e uno Stato dovrebbero governare il fenomeno non lasciarlo allo sbando. E’ un tema difficile – lo sappiamo – e nessuno ha la ricetta magica, ma certamente dare la possibilità a chi è onesto e vuole inserirsi nella società di farlo regolarmente potrebbe ridurre il numero degli sbandati. E gli altri andrebbero assistiti per un periodo e poi aiutati nei rimpatri. Ma mettere la testa sotto la sabbia e pensare che esseri umani possano vivere in questo modo sol perché si è fatto l’annuncio che il paese adotta la linea dura è davvero privo di umanità oltre che di onestà intellettuale.

 

 

 

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
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Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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