Tassisti romani: ancora siamo all’anno zero

La brutale aggressione di un tassista romano ai danni di un passeggero, avvenuta l’altro ieri all’aeroporto di Fiumicino, dimostra che il servizio taxi a Roma continua ad essere un problema irrisolto.

Di problema grave si tratta, perché non solo costringe cittadini romani e turisti a continui disagi, per le poche macchine disponibili, per la troppa difficiloltà ad usare le carte di pagamento, per il servizio mediamente di basso livello, ma troppe volte li mette di fronte a veri e propri delinquenti che al meglio cercano di truffarli in ogni modo e quando va peggio gli mettono addirittura le mani addosso.

Il problema è annoso ed è stato uno di quelli di cui ci siamo occupati all’inizio delle nostre pubblicazioni, descrivendo già allora le più gravi criticità. Era il 2015, c’era il Sindaco Marino e l’assessore alla mobilità era Guido Improta.

 

Poi è arrivato il M5S a governare Roma e qualcuno agli inizi si era illuso che si sarebbe fatto qualcosa per migliorare il servizio taxi. In verità già il programma elettorale di Virginia Raggi non diceva granché sui taxi. Ecco la proposta del programma:

 

Il servizio taxi dovrà essere reso maggiormente efficiente aumentando i posteggi, riorganizzando la viabilità presso le grandi stazioni, favorendo l’incontro tra domanda e offerta anche attraverso il potenziamento dell’ “applicazione” 060609 per smartphone.

 

Davvero molto generico e poco significativo. Ma addirittura la prima iniziativa che fece il Sindaco Raggi con i tassisti fu nel 2017 di appoggiare una loro protesta fuorilegge.

Nello stesso anno giunsero poi alcune proposte di miglioramento del servizio taxi, tipo lo “Steward taxi“, che dire ridicole è riduttivo.

Tutto questo mentre non smettono di essere documentati sui social i comportamenti scorretti di tanti tassisti, soprattutti ai danni dei turisti.

 

 

 

Con una situazione immutata da anni e con il nulla più totale messo in campo nei tre anni e mezzo di governo, la reazione via twitter del Sindaco Raggi dà la misura della sua irresponsabilità ed incapacità di fare qualcosa:

 

 

A due anni di distanza possiamo purtroppo riutilizzare quanto già scrivemmo sulla sudditanza dell’amministrazione Raggi alla categoria dei taxi, riproponendo anche la nostra proposta per cominciare a cambiare veramente le cose:

 

L’amministrazione Raggi pare essersi posizionata in maniera simile a quella Alemanno, evitando anche solo di pensare ad intervenire sulla categoria e difendendola a priori, anche a danno della città. Non abbiamo quindi speranze che a breve si possa vedere qualche cambiamento ma nel caso ci sbagliassimo, nel caso quindi qualcuno dell’amministrazione volesse provare a fare qualcosa, ci permettiamo di avanzare una proposta per far venire allo scoperto qualche tassista col vizietto di fregare il prossimo: si comincino a fare dei controlli sulle corse effettuate dai tassisti ma tali controlli vengano fatti da ispettori giapponesi o coreani che si fingano turisti. Vogliamo scommettere che, come si dice a Roma, ogni botta sarà una tacchia?

 

Scommettiamo che anche questa volta né il Sindaco Raggi né tantomeno l’assessore Calabrese riusciranno a ritirare la licenza al tassista violento?

Ma soprattutto, scommettiamo che anche questa volta non verrà presa nessuna iniziativa per ricondurre il servizio taxi entro limiti accettabili per la sicurezza ed incolumità dell’utenza che vi si rivolge?

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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