Sulle targhe straniere il decreto sicurezza fa la cosa giusta

 

A maggio scorso, abbiamo pubblicato una lettera che raccontava la truffa delle targhe straniere. Ce ne sono tante, tantissime soprattutto a Roma e quasi tutte dei paesi dell’est Europa: Romania, Bulgaria, Moldavia etc. La presenza di un numero così elevato di automobili con targa straniera ha insospettito le forze di polizia e nel decreto sicurezza da poco approvato a livello nazionale è contenuta una norma che impone la trasformazione in targa italiana per i residenti, entro 60 giorni.

Un’ottima decisione (probabilmente una delle poche di questo decreto assai contestato) che allinea l’Italia agli altri paesi europei dove vi è già un limite massimo entro il quale i residenti possono circolare con una targa straniera.

Ma perché a Roma ci sono così tanti veicoli immatricolati nei paesi dell’est? Si tratta di una vera e propria truffa. In effetti non essendoci accordi tra le motorizzazioni italiana e di quei paesi, le vetture sono di fatto libere di compiere ogni illecito senza rischio di essere multate. Possono parcheggiare ovunque, entrare nelle zone a traffico limitato, superare i limiti di velocità e così via con la matematica certezza che nessuna contravvenzione li raggiungerà mai.

Ma non basta: queste auto dovrebbero pagare il bollo in Italia (notoriamente molto costoso) e invece lo pagano nei loro paesi di origine con un notevole risparmio. Stesso vantaggio sulla polizza assicurativa con il rischio che – in caso di sinistro – il danneggiato non venga risarcito perché il contenzioso legale tra due paesi è talmente complesso da scoraggiare chiunque. In pratica è come se l’auto viaggiasse senza assicurazione per la responsabilità civile con ovvie gravi conseguenze.

Il tema fu affrontato anche nella rubrica Dataroom che Milena Gabanelli tiene sul Corriere della Sera. Secondo i dati riportati dalla Gabanelli, un veicolo 1.800 di cilindrata in Italia ha un costo medio, tra tasse e assicurazione, di 1.200 euro l’anno contro le 500 euro della Romania. E non è un caso che dei 774 veicoli fermati nel 2017 con targa straniera, metà erano targhe romene. Peccato che nel 90% dei casi alla guida ci fosse un italiano.

Sempre nel 2017, la Stradale ha elevato multe a 105.982 veicoli stranieri (la gran parte della Romania). Di queste multe, ben 30.653 non sono state pagate.

E Roma? Come sempre quando si tratta di illegalità, la Capitale è in cima alle classifiche. Il 74% delle contravvenzioni elevate ai veicoli stranieri a Roma non viene pagato, contro il 50% di Milano.

Insomma il provvedimento contenuto nel decreto sicurezza va nella giusta direzione e adesso occorre allertare le forze dell’ordine perché si dotino di strumenti per verificare che entro i 60 giorni dal cambio di residenza, venga anche cambiata la targa del veicolo. Altrimenti deve scattare il sequestro del veicolo.

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Una risposta

  1. Dall’articolo a me risulta che dovrebbe essere vietato l’ingresso sul territorio italiano delle autovetture immatricolate nei paesi nominati se il pericolo è così evidente. …

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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