Riforma cartelloni: il Tar dà ragione su (quasi) tutto al Campidoglio

Cartelloni abusivi

 

La sentenza del Tar sul mare di ricorsi presentati dalle ditte è molto importante e mette la parola fine ad una serie di obiezioni sollevate in questi anni. Si potrebbe dire che il Campidoglio ha battuto le imprese 3 a 1 e si avvia a vincere il campionato. La metafora calcistica per spiegare in parole povere un passaggio molto complesso della riforma dei cartelloni pubblicitari.

Oggi sono state rese note le motivazioni con le quali il Tribunale Amministrativo del Lazio ha respinto quasi tutte le censure delle ditte che tendevano a scardinare l’intero processo di riforma, a partire dal Prip, passando per il Regolamento e finendo con gli ultimi provvedimenti transitori. I giudici hanno dato ragione alle imprese solo su un punto: la Giunta non avrebbe potuto stabilire i futuri lotti nè i formati degli impianti Spqr, in quanto spettava al consiglio comunale. Ma questo passaggio potrà essere sanato dal commissario Tronca in poche ore, trattandosi di un aspetto del tutto secondario. Ne parleremo tra poco.

I RICORSI RIGETTATI Cominciamo a elencare i punti salienti della sentenza del Tar. La riforma fortemente voluta dall’ex assessore Marta Leonori era ben congegnata dal punto di vista giuridico. I giudici lo hanno chiarito nel momento in cui hanno rigettato le censure sulla chiusura della procedura di riordino (un procedimento degli anni 90 che tentava di mettere ordine nel settore, ma mai colpevolmente chiuso dalle precedenti amministrazioni). La delibera della giunta Marino 425 del 2013 che le associazioni cittadine chiesero a gran voce per riformare una precedente delibera della giunta Alemanno (la 116/2013), è stata ritenuta del tutto legittima proprio perchè volta a chiudere il riordino che si trascinava da 15 anni (paragrafi da 3 a 3.3 della sentenza).

Anche le delibere 49 e 50 del 2014 con le quali il consiglio comunale approvò il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari e il Regolamento sulle Affissioni sono state dichiarate perfettamente legittime dal Tar (paragrafi 6 , 7 e 19).

E’ del tutto normale, infatti secondo il Tar, che il Prip e il Regolamento prevedano il passaggio dalle concessioni con scadenza ai bandi di gara. In sostanza, i giudici concordano con quanto le associazioni hanno sempre ripetuto e cioè che senza un bando di gara le ditte che operano a Roma hanno di fatto instaurato un oligopolio che dura da anni.

Al paragrafo 13 la sentenza conferma le ragioni del Campidoglio sulla riduzione del formato massimo da 4×3 a 3×2, proprio per la particolare valenza storica e architettonica di Roma, così come al paragrafo 25 la scelta di dipingere di un colore scuro tutti gli impianti (eliminando le brutture dei cartelloni arlecchino che infestavano le strade capitoline).

Cartelloni conferenza stampa Leonori 3
Marta Leonori

 

 

LA PARTE ACCOLTA Le ditte invece hanno ragione su un punto secondo il Tar. Come sapete i cartelloni Spqr hanno subìto un cambiamento di formato e la città è stata divisa in lotti che serviranno a indire i futuri bandi di gara. Ebbene questi provvedimenti sono stati assunti dalla Giunta capitolina, mentre secondo i giudici spettavano al consiglio comunale. Pertanto, l’attuale impostazione dei piani di localizzazione (studiati proprio sulla base della divisione in lotti) sarebbe illegittima a meno che il consiglio comunale non la ratifichi.

IL RUOLO DI TRONCA Ecco allora che deve intervenire il commissario Tronca che assomma in sè i poteri della Giunta e del Consiglio. Sarà sufficiente, infatti, un suo provvedimento di ratifica di questi criteri per annullare le censure del Tar e lasciare intatta l’intera riforma. Nei prossimi giorni seguiremo con attenzione questa richiesta a Tronca che siamo certi comprenderà l’importanza del suo provvedimento.

In conclusione la sentenza del Tar è un momento importante nella lunga battaglia per un maggior decoro in città e per nuovi servizi pagati dalla pubblicità. Il Tribunale, infatti, sancisce quanto le associazioni hanno chiesto anche grazie al loro intervento in giudizio. Occorre ricordare che Vas (Verdi Ambiente e Società), Bastacartelloni-Francesco Fiori che da sempre seguono la questione si sono costituite a fianco del Comune, accompagnate da Cittadinanzativa, IICA e CILD (paragrafo 18 della sentenza) e certamente il loro contributo è stato determinante nella decisione dei giudici.

Occorre anche ringraziare l’assessorato guidato da Marta Leonori, il suo staff e gli uffici capitolini diretti prima da Francesco Paciello e oggi da Monica Giampaoli e Silvana Sari. Il lavoro di squadra è stato indispensabile per partorire una riforma inattaccabile dal punto di vista giuridico. Ora è arrivato il momento di applicarla. E per fortuna manca poco al traguardo!

 


 

Clicca qui per scaricare la sentenza del Tar (n. 02283/2016)

 

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6 risposte

  1. Ebbene questi provvedimenti sono stati assunti dalla Giunta capitolina, mentre secondo i giudici spettavano al consiglio comunale. Pertanto, l’attuale impostazione dei piani di localizzazione (studiati proprio sulla base della divisione in lotti) sarebbe illegittima a meno che il consiglio comunale non la ratifichi.”

    Sentenza lunghissima e nonho voglia di leggerla, mi domando se spettava al consiglio la decisione e la relativa discussione come può venir sanato con una mera ratifica ?

  2. Tronca assomma i poteri del Sindaco, della Giunta e del Consiglio. Se si vuole mandare avanti la riforma che Roma aspetta da decenni, e su cui lavorano da anni uffici capitolini, soprintendenze e tanti comuni cittadini, il Commissario può ratificare il provvedimento in vece dell’Assemblea Capitolina.

  3. che sia chiaro non mi riferisco tanto al fatto che alcuni ex assessori si trovano sottoposti ad indagini
    ecco un articolo a caso (e neanche tra i più isgnificativi)
    http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/16_gennaio_25/nomine-campidoglio-indagati-tre-assessori-collaboratore-marino-32742128-c3a6-11e5-b326-365a9a1e3b10.shtml

    ma prioprio per opportunismo politico . Il commissiario dorvrebbe ratificare un atto viziato della precedente giunta…. un pò stona.
    Poi non vorrei che Marino ricominci con l’astuzia di Tronca…

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