Rendere balneabile il laghetto dell’Eur. Pro e contro del progetto

Entro 5 anni si potrà fare il bagno e prendere il sole. Costo 8 milioni a carico di Eur spa. E se questi fondi fossero destinati a completare l'Acquario?

Città con laghi o fiumi balneabili ce ne sono tante in Europa e in Italia. Si tratta per lo più di bacini naturali, molto grandi, che costituiscono un’attrazione e quasi sempre sono luoghi lontani dal mare. A Berlino il Badeschiff , una spiaggia artificiale realizzata sulla Sprea, attira molti bagnanti. La nuotata nel Reno, a Basilea, è una tradizione. La Danube Island, nel mezzo del Danubio, è considerato un posto per lo svago estivo dai Viennesi. Gli esempi di fiumi e laghi naturali potrebbero continuare a lungo, mentre è assai più limitato l’elenco di quelli artificiali. Il più noto, in Italia, è l’Idroscalo di Milano alimentato dal Lambro, fu realizzato per far ammarare gli idrovolanti.

Il progetto di rendere balneabile il laghetto dell’Eur si scontra con due osservazioni logiche. La prima riguarda la sua dimensione: è piccolo e potrebbe ospitare un numero limitato di bagnanti. La seconda è la sua vicinanza col mare che si trova a 15 minuti in auto. E’ pur vero che vi sono piscine molto frequentate anche in prossimità del litorale, questo vuol dire che c’è comunque una richiesta di bagnarsi in acque dolci a prescindere dalla distanza dal mare, ma c’è da chiedersi se il grande sforzo economico richiesto per il laghetto dell’Eur sia giustificato.

L’amministratore delegato di Eur spa, Angela Maria Cossellu, tempo fa ha annunciato che entro il 2028 il bacino sarà totalmente balneabile e diventerà una attrazione per turisti e romani. L’investimento iniziale previsto è di otto milioni di euro ai quali si dovranno aggiungere ingenti somme per mantenere la pulizia dell’acqua. Non basta, infatti, purificarla una tantum ma occorre predisporre dei sistemi che proseguano la bonifica  nel tempo. Già una volta, nel 2015, si tentò di sanificarlo e il costo fu di un milione per mantenere l’acqua balneabile per poche settimane. La somma fu investita da uno sponsor privato che realizzò una competizione sportiva ma non appena il privato cessò le proprie attività l’acqua tornò sporca.

Il progetto di Eur spa prevede l’immissione di microrganismi capaci di combattere la produzione di alghe e di contrastare i batteri. Inoltre serviranno dei macchinari per la depurazione. Tutto il meccanismo andrà mantenuto e il costo sarà comunque a carico del pubblico (occorre ricordare che Eur spa è di proprietà del Ministero delle Finanze e del Comune di Roma). Per cui o le spiagge si renderanno a pagamento (tramite affidamento a concessionari privati), oppure si tradurrà in una nuova spesa.

Il laghetto è ricco di fascino e certamente distendersi sulla cosiddetta “passeggiata del Giappone”, oltre a rinfrescarsi nelle acque, sarebbe molto piacevole. Resterebbe però la brutta incompiuta dell’acquario, i cui lavori sono iniziati più di 20 anni fa e mai terminati per le difficoltà economiche del concessionario. Forse sarebbe più opportuno che gli otto milioni previsti per la balneabilità fossero destinati a completare l’acquario, acquisendone il controllo pubblico. Come elemento di attrattività potrebbe essere assai maggiore rispetto ad una spiaggia e rendere più diversificata l’offerta turistica della capitale. La società Mare Nostrum, che ottenne la concessione, prosegue ad annunciare date di imminenti aperture che si rincorrono da anni. La prossima sarebbe l’8 dicembre 2024 ma non vi sono elementi che la rendano credibile. Un pesante contenzioso legale, una procedura di concordato fallimentare e mille altri ostacoli di varia natura hanno impedito che questo acquario vedesse finalmente la luce. Un intervento pubblico, con una somma di denaro importante, potrebbe certamente sbloccare la questione. Ecco perché tra realizzare delle spiagge che potrebbero fare la fine della triste Tiberis oppure dare propulsione all’aquario, sicuramente sarebbe meglio la seconda.

 

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