Ponte Jonio: da luogo di degrado ad attrazione

Grazie a tanti artisti di strada è stato decorato e abbellito. Un'iniziativa di rigenerazione che rende omaggio a Roma, Gigi Proietti, la natura e la storia della città

Che sorpresa passare al Ponte dell’Arte su viale Jonio. Nella realtà non si chiama così ma l’appellativo lo merita tutto dopo l’intervento di tanti giovani artisti che hanno realizzato murales di grande fattura e qualità.

Era coperto di scritte vandaliche e grigio come il nastro d’asfalto che lo attraversa. Un asse, quello di viale Jonio, percorso quotidianamente da migliaia di veicoli che da Talenti si dirigono verso il centro e viceversa. Anche i più distratti tra loro avranno notato la differenza. I muri si sono via via arricchiti di colori, animali, disegni. Una scritta in realtà è rimasta ma quella ha un valore simbolico ed è stata richiesta a gran voce dal quartiere. Ne parleremo tra poco, prima soffermiamoci ad ammirare il lavoro svolto sotto il coordinamento dell’associazione Arte e Città a Colori, un progetto promosso da Franco Galvano per riqualificare aree urbane divorate dal degrado.

E’ questa associazione che ha raccolto i fondi necessari per comprare il materiale, mentre gli artisti hanno lavorato senza alcun compenso.

L’opera predominante è forse quella di Foko127, un agente di Polizia cresciuto a Napoli con la passione dell’arte di strada. L’ha chiamata Madre Natura e in effetti dai grandi muraglioni che sorreggono il sovrastante viale Adriatico sembrano uscire uccellini, ranocchie dai grandi occhi e una ricca vegetazione con la testa di Medusa.

 

Una parte consistente del lungo muro è dedicata agli skaters che sembrano solcare le strade di un ambiente metropolitano. Potrebbe essere Roma ma non solo. Qui la firma è di Nero Opaco, al secolo Maurizio Marchiani che poco tempo prima aveva realizzato un murales molto ammirato a Castelverde.

 

Roma per la Pace è il nome dell’opera realizzata da Daniele Tibo, in arte Tbo.on che ha voluto stilizzare i principali monumenti e simboli della capitale accanto a carri armati e all’invito a non fare la guerra.

 

L’omaggio ad uno dei più grandi attori che la nostra città abbia donato al mondo è opera di Anna Maria Tierno. Gigi Proietti visse parte della sua vita in questo quartiere, tra il Tufello e Talenti e qui viene ricordato in uno dei suoi personaggi più celebri, il Cavaliere Nero, un Robin Hood de’ noantri, fuorilegge ma buono e giusto con i bisognosi.

 

Altro grande attore della romanità è Enrico Montesano che qui viene raffigurato in versione Conte Tacchia dal poliziotto/artista Foko127

 

I disegni sono tanti ed è impossibile mostrarli tutti. E poi meglio farsi una passeggiata sul posto per ammirarli dal vivo in modo da poterne apprezzare i particolari e il lavoro di altri bravi pittori come Chiara Abbaticchio, Luca Corallini, Arisha Art, Donatella Bartoli e Teresa Campioni.

 

Nota a parte merita la scritta che vedete qui sotto, con la celebre frase del giovane Simone che a Torre Maura sfidò, in quasi totale solitudine, i militanti di Casapound che non volevano il trasferimento di 70 rom in una palazzina della zona. Quando l’associazione Arte e Città a Colori chiese il permesso a Comune e Municipio di realizzare i murales, questo fu concesso a patto che venissero cancellate le scritte esistenti, fatte ovviamente senza alcuna autorizzazione.

Ci furono diversi incontri con i cittadini della zona e i rappresentanti del Municipio e si decise che anche questa sarebbe stata cancellata. Poche settimane dopo la copertura con la vernice blu, la scritta è prima tornata in forma provvisoria e poi realizzata nella modalità più completa che ancora oggi sopravvive. E’ stata, possiamo dire, “tollerata” dagli altri artisti e dagli organizzatori per via della sua importante valenza politica.

 

 

Purtroppo viale Jonio sconta, come tutte le grandi arterie di scorrimento, il fatto che non ci si soffermi su quello che si vede e spesso i nostri occhi sono talmente assuefatti alle scritte vandaliche che anche l’arte di strada viene confusa con le oscene tags. Sarebbe giusto, invece, interrompere la nostra corsa in auto o moto e dedicare qualche minuto a leggere quello che questi muri vogliono dire. Perché, come ripeteva Picasso, “la pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede ma ciò che sente”

 

 

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