Piazza Navona, la festa della Befana sottotono. Alcuni banchi della tradizione e altri poco attinenti

Anche quest'anno l'immagine di insieme resta sciatta seppure non mancano piccole note positive. Restano i brutti gazebo comunali e tante postazioni mancanti

Non torneremo a parlare della parte “politica” dell’evento di piazza Navona perché su queste pagine più volte avete letto quanto il bando assegnato durante l’amministrazione Raggi abbia segnato il futuro della festa della Befana. Fino al 2028 ci terremo questa tipologia di fiera dato che i vincitori hanno ottenuto l’assegnazione degli spazi fino al 2026 ma la sospensione Covid gli concede di recuperare due anni.

Dunque è probabile che pochi cambiamenti si vedranno da qui a 2028, sebbene forse quest’anno qualche piccolo elemento positivo si nota. Innanzitutto l’organizzazione della sicurezza sembrava accettabile con diversi vigilanti posizionati alle uscite ed entrate della piazza. Quanto al decoro complessivo resta il banco tipo di colore verde già visto nelle precedenti edizioni ma il numero complessivo degli stand è assai ridotto. Niente a che vedere con la foto che si vede qui sotto del 1972 quando l’intera piazza ospitava banchi di ogni tipo.

Oggi gli stand sono pochi, i prodotti per lo più dozzinali e l’attrattività nei confronti dei turisti è davvero scarsa se messa a confronto con i mercatini di Natale del nord Europa e anche nord Italia. A luglio il Campidoglio mise a bando 8 postazioni ancora vacanti ma non tutte sono state assegnate.

Ecco alcuni scatti presi quest’anno, assieme a qualche commento. Per primo facciamo notare il banco della “zampognetta” che come si può vedere è diverso dalla tipologia standard e non rientra tra quelli commerciali. Fa capo alla nota famiglia dell’ambulantato romano (come molti altri che vedremo in seguito).

I pupazzi di media qualità erano presenti in due stand lato chiesa Sant’Agnese in Agone.

 

Molto carine le befane in pezza di varie dimensioni e la possibilità di personalizzare gli addobbi di natale con nomi e iniziali.

Estremamente brutte invece le luci fredde prodotte da decine di lampade a led che illuminano alcuni banchi. In orario notturno producono un’illuminazione molto sgradevole che nulla ha a che fare con un luogo come piazza Navona.

Per quanto riguarda il settore alimentare, solo porchetta (!) e banchi con panini già preparati che potrebbero trovarsi in qualunque mercato rionale della città, senza alcuna ricerca o tipicità stagionale. Aglio appeso, peperoncini e prosciutti.

Non poteva mancare il caldarrostaro tanto caro alla nota famiglia di ambulanti.

E davvero non si capisce perché sia presente anche un banco che vende cappelli e sciarpe senza alcun legame col natale. Una tipologia di merce che si trova in qualsiasi bancarella romana.

Infine una nota per la bruttezza del gazebo comunale che ospita le biblioteche capitoline. Si poteva realizzarlo con forme e colori simili ai banchi, senza aggiungere una diversa tipologia e pure ingombrante.

 

L’8 dicembre, nella giornata di inaugurazione, il Sindaco Gualtieri aveva mostrato una certa soddisfazione per la festa grazie anche al maggior numero di “stand con artigiani, librai e articoli per bambini“. In effetti qualche miglioramento si nota ma la qualità generale resta sotto la sufficienza e sarebbe utile che già si cominciasse a lavorare per il nuovo bando che – grazie alla trasformazione da fiera a festa – permetterà di introdurre artigianato vero, cibo di livello e un’armonia complessiva migliore.


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