Perché una multinazionale appoggia la battaglia per Roma

Clear channel Retake

 

Se alcuni anni fa – quando uno sparuto gruppetto di invasati iniziò la battaglia per il decoro di Roma – ci avessero detto che la questione sarebbe finita sulle pagine del New York Times, de Le Monde e sarebbe diventata oggetto di dibattito tra il presidente del Consiglio e il Sindaco, ci saremmo fatti una grossa risata.

Nel 2010, nel pieno del delirio alemanniano da cartelloni e parenti, la questione Roma sembrava non esistere. I grandi giornali si limitavano a raccontare fattacci di cronaca nera sui quali il centro-destra aveva speculato per vincere le elezioni (ricordate il caso Giovanna Reggiani?). Il centro-sinistra era apparentemente imbambolato e nella realtà complottava e si divideva la torta (ricordate le cene tra Gramazio e Marroni?).

Ebbene, in quel contesto di abbandono (le conseguenze le paghiamo oggi così duramente), qualcuno non si arrendeva: un gruppo di abitanti che censiva i nuovi cartelloni pubblicitari, lottava contro manifesto selvaggio e scritte ovunque. Erano i primi vagiti dei cosiddetti “cittadini stacchini”.

Una sera, eravamo neanche 10, ci ritrovammo in viale Marconi, armati di guanti e spatola: volevamo ripulire un tratto di quella martoriata strada dagli adesivi e dai graffiti. Da una volante della Polizia scese un agente che con gli occhi sgranati ci domandò cosa stessimo facendo. “Non potete mica staccare gli adesivi”, borbottò forse neanche lui convinto di quello che stava dicendo. E poco dopo volle i documenti di tutti per identificarci. Episodi del genere capitarono spesso. E se allora ci avessero detto che il movimento per una Roma più bella sarebbe finito sulle pensiline dei bus grazie ad una multinazionale della pubblicità avremmo pensato ad uno scherzo.

La realtà stupisce più dei film, lo sappiamo. Il degrado ha sommerso i romani senza che se ne accorgessero e quando l’aria è cominciata a mancare era ormai troppo tardi. Nuotare nella melma non riesce bene a nessuno.

L’unico aspetto positivo è che il tema oggi c’è ed è primario. I cittadini si sono organizzati e Retake è diventata una realtà imponente. Chi scrive apprezza molto il lavoro di Retake anche se probabilmente un tale peso andrebbe sfruttato in altro modo. Occorre pretendere che le istituzioni diano seguito all’azione dei cittadini. Limitarsi a pulire un parco o una strada è bello ma resta fine a se stesso. Al di là di queste considerazioni del tutto personali, bisogna rendere merito alla Clear Channel (che sulla riforma dei cartelloni non sempre ha tenuto posizioni condivisibili) di aver dato una grande visibilità al movimento. Intendiamoci, lo fa per propri interessi: gestisce le pensiline dei bus a Roma che sono le più imbrattate e devastate d’occidente. I costi per la loro manutenzione sono 4 volte superiori a quelli di Milano o Torino. E dunque è una battaglia  per le proprie tasche. Ma indirettamente anche per il decoro. Il messaggio è sicuramente positivo.

Oggi – a maggior ragione dopo questa campagna – nessun poliziotto si sognerà di chiedere i documenti a chi sta ripulendo la propria strada. Magari si rimboccherà le maniche per dare una mano anche lui.

 

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5 risposte

  1. la presenza di imprenditori è stata notata da tempo…ci sono anche vertici di confcommercio e ci sono alberghi a 5 stelle. Onestamente non so riempirlo di contenuto…e quindi mi astengo da ogni considerazione.

    1. Mr Fixit gli imprenditori fanno i propri interessi. Clear Channel, come ho scritto nell’articolo, cerca di limitare i costi che deve sostenere per ripulire le pensiline dei bus. Gli hotel a 5 stelle e confcommercio sperano che il turismo di qualità non fugga da una città in rovina e non resti solo il turista mordi e fuggi. Hanno capito che più decoro è più ricchezza per tutti. Io non credo ci siano altri retropensieri.
      Se tu la pensi diversamente …………..

  2. Ti sbagli….qualche giorno fa ho letto l’articolo del manifesto e molti twitter su questo tema e non mi sono fatto nessuna idea precisa. Apprezzo il volontariato, anche se fatto da “milionari”. Pensa non mi da neanche fastidio leggere tutti i giorni che qualche vip appoggia MArino. Che problema c’è?

  3. C’è una sensibilità condivisa che matura spesso nel cuore di molte persone senza bisogno di parole.
    Sentimmo il bisogno di AGIRE, di fare qualcosa per difendere millenni di civiltà e bellezza…

    Sono stato uno dei “pazzi” cittadini stacchini..e non ho smesso più!

    ROMA AMOR

  4. Mi sa che quella sera a Viale Marconi c’ero anch’io ! Ricordo la discussione con il poliziotto… Sembra davvero un secolo fa!

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