People Mover al posto della metro: fuga della Meleo dopo le proteste

 

Mentre il governo Conte istituisce un ministero per la Democrazia Diretta (!?!), a Roma la giunta Raggi si disinteressa totalmente del voto dei cittadini sul Pums, il piano per mobilità, e prende un’altra strada. In sostanza la quarta infrastruttura di trasporto più votata in assoluto dai romani è stata il tratto Jonio-Bufalotta della Metro B1, un’opera prevista nel Piano Regolatore, in parte già finanziata, con un progetto esecutivo già pronto. Ma l’amministrazione 5stelle decide che il prolungamento della metro è inutile e che al suo posto si può realizzare un people mover, una sorta di cabinovia trainata da un cavo su rotaie.

L’assessora ai Trasporti, Linda Meleo, annuncia su Facebook un incontro pubblico in III° Municipio per presentare la sua proposta. Ma viene riempita di così tanti insulti che prima cancella il post e poi annulla l’incontro che si sarebbe dovuto tenere ieri sera.

Insomma una Caporetto della mobilità a 5stelle, condita da un disastro politico. Proviamo a ricostruire questa storia perché è lo specchio del fallimento dell’amministrazione Raggi.

PROLUNGAMENTO METRO B1 FINO A BUFALOTTA. Si tratta di un progetto che prevede il collegamento tra l’attuale capolinea della B1 a Jonio e Porta di Roma. Servirebbe, dunque, una popolazione molto numerosa e in particolare i quartieri di nuova costruzione che adesso sono raggiungibili solo con poche linee di bus. E’ un percorso di 3.4 km con almeno tre fermate e due parcheggi di scambio. Ma la giunta Raggi ha tirato il freno: con spirito suicida, ha deciso di sostituire il prolungamento della metro con un people mover, una sorta di ibrido tra tram e funivia.

 

IL PEOPLE MOVER. Per comprendere la non perseguibilità di questa idea basta parlare con un qualsiasi esperto di trasporti, anche al primo anno di università. Il people mover, infatti, funziona (e pure male) per piccoli tratti e per bacini di utenza contenuti. Ad esempio, quello di Perugia che vedete in foto, si è rivelato un mezzo fallimento. E’ costato 110 milioni per 3 km di percorso e per la sua gestione il Comune spende 10 milioni l’anno. Riproporlo per un bacino di utenza molto più grande come quello di Bufalotta e Porta di Roma, sarebbe insensato. La capacità di trasporto passeggeri/ora è infinitamente più bassa di quella di una metro. Cosa accadrebbe nelle ore di punta a Jonio con migliaia di passeggeri che si accalcano per salire su un minivagone? Inoltre il costo di gestione/anno sarebbe molto più alto in quanto Atac dovrebbe installare un’altra centrale di controllo, assumere personale specializzato in un’altra tipologia di mezzo e così via.

MELEO VA AVANTI. I cittadini, ben consapevoli di queste criticità, hanno votato in massa sul Pums il prolungamento della metro B1 così come previsto dal Piano Regolatore. Ma Linda Meleo, noncurante della “democrazia diretta”, ha pubblicato su Facebook un post col quale invitava a partecipare ad un incontro in III° Municipio per la presentazione del people mover.

 

Le critiche sono state così tante da parte degli utenti che poche ore dopo l’assessora ha dovuto cancellare il post e ripubblicarne un altro. Sperava che gli animi si sarebbero calmati, che forse i pendolari avrebbero provato ad ascoltarla. Ma anche il secondo post è stato riempito di giudizi negativi, tra l’altro tutti molto ragionati.

 

L’INCONTRO VIENE ANNULLATO. E così si arriva a ieri pomeriggio. Alle 18.00 si sarebbe dovuto tenere l’incontro assieme al consigliere Stefàno e al presidente di Roma Mobilità, ma il timore di ricevere fischi e improperi ha fatto desistere l’assessora. Sono sopraggiunti non meglio precisati “impegni istituzionali” e tutto è stato rimandato a data da destinarsi.

Insomma una vera fuga da parte della giunta che evidentemente si è resa conto della inadeguatezza della proposta. Il Comitato MetroXRoma, spiega tecnicamente che il people mover è una sciocchezza colossale. Non solo per gli alti costi di gestione, non solo per la scarsa capacità di trasporto, ma anche perché non potrebbe integrarsi con un futuro asse tranviario che dovrebbe incrociare al viadotto dei Presidenti. E non riuscirebbe ad intercettare il flusso veicolare che si immette sul Gra dall’allaccio dell’A1. Insomma un’opera inutile.

Giovanni Caudo, ex assessore della giunta Marino e ora candidato alla guida del III° Municipio dove si voterà domenica prossima, è perentorio: l’unica cosa da fare è una vera metro e due parcheggi di scambio per un totale di 2550 posti auto così come stabilito nel PRG. Le tre fermate previste (Vigne Nuove, Mosca e Bufalotta) ridaranno ossigeno a residenti e pendolari, oggi schiacciati dal traffico.

E forse la chiosa migliore la scrive un residente della zona, Alessandro Bianchi che rivolto alla Meleo dice: “Vogliamo la metro, non un brucomela“.

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4 risposte

  1. Ragazzi tranquilli, sono solo canzonette. Come la funivia da Casalotti/Boccea. Ninnenanne per il popolo, diversivi, brioches -invece del pane.

  2. Attenzione nell’articolo, si fa un po’ confusione con il prolungamento oltre Jonio, quindi fino a Bufalotta, che sarebbe sostituito dal brucomela della Meleo ed il prolungamento oltre Rebibbia, fino a Casal Monastero, quello per cui da anni si batte il comitato CasalMonastero, già appaltato nel 2012 e fermo proprio per i problemi delle cubature di Alemanno e parzialmente finanziato dallo stato.

  3. Chi ha scritto l’articolo ha fatto una confusione enorme. Casal Monastero/metro B1/residenti, un pot-pourri senza senso. Informarsi (e bene) prima di scrivere sarebbe gradito.

  4. Hanno ragione Alessandro e Virg. A volte la fretta è cattiva consigliera e la memoria non aiuta. Ho corretto il testo nella parte in cui avevo fatto confusione. Ma la sostanza non cambia. L’idea del people mover resta una grande sciocchezza.
    Comunque fa piacere che i nostri lettori siano attenti e siamo pronti a fare ammenda ogni qual volta commettiamo uno sbaglio. Chissà se gli amministratori capitolini faranno mai lo stesso!

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