Nuovo porto al faro di Fiumicino: ospiterà yacht o grandi navi da crociera?

L'area, oggi in stato di abbandono, è stata acquisita da Royal Carribean che ne vuole fare un suo scalo. I cittadini in allarme: i fondali non sono adatti

 

Dietro a questo vecchio faro si sta scatenando una guerra economica sconosciuta ai più. L’area del porticciolo di Fiumicino, a poca distanza dall’Isola Sacra, è oggetto di un enorme progetto che potrebbe impattare pesantemente anche sulla città di Roma. Qui, infatti, è previsto uno scalo per navi da crociera che porterebbero nella capitale migliaia di visitatori aggiuntivi al giorno, con ricadute positive e negative che tutti possono immaginare.

La storia è complessa per cui cerchiamo di riassumerla partendo dall’inizio e cioè dal 2010, quando l’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone rileva la concessione dalla Regione Lazio per realizzare un porto turistico da 1.500 posti barca. La società di cui è socio, Iniziative Portuali, avvia i lavori ma nel 2013 l’imprenditore viene arrestato e l’area sottoposta a sequestro. Da allora tutto si blocca e il territorio prosegue a sprofondare in una condizione di ulteriore degrado.

Nel 2019, interviene la Royal Carribean – una delle più importanti compagnie di navi da crociera del mondo – che in una prima fase stringe un accordo con Iniziative Portuali e poi nel 2022 acquisisce definitivamente la concessione e informa che investirà 350 milioni per la realizzazione di un nuovo porto.

La società Fiumicino Waterfront, controllata da Royal Caribbean, ha liquidato la Iniziative Portuali con 11 milioni e 450 mila euro e ora pensa in grande. Il progetto definitivo è in via di preparazione ma dalle prime bozze e dai comunicati ufficiali della società si comprende come sarà il porto. Potrà ospitare fino a tre navi di grandi dimensioni sul molo più lungo mentre la restante parte sarà destinata agli yacht di grandi dimensioni. Il vecchio faro, simbolo del luogo, potrebbe essere utilizzato come torre di controllo.

Secondo la Royal Caribbean le ricadute sul territorio saranno importanti anche in termini di infrastrutture: verranno realizzati un parco, delle piste ciclabili e un collegamento diretto con la città. Inoltre l’indotto economico sarà favorevole per Roma in quanto dalla capitale e dalle aree circostanti arriveranno i prodotti necessari a rifornire le navi.

Il progetto, però si scontra con una dura opposizione dei comitati cittadini che si sono riuniti nell’associazione Tavoli del Porto. Sono preoccupati in primo luogo per la scarsa profondità dei fondali: per una grande nave da crociera sono richiesti almeno 10 metri mentre oggi a stento si arriva 4/5 metri con perenni escavazioni. Queste opere di dragaggio continuo della sabbia avrebbero un impatto negativo sull’area dal grande valore storico e paesaggistico di Isola Sacra e potrebbero accentuare i fenomeni di erosione del litorale romano.

Altra perplessità deriva dal fatto che pochi chilometri più a nord, allo sbocco del canale di Fiumicino, è prevista la realizzazione di un altro imponente porto, tutto dedicato ai commerci e alle crociere. Secondo le previsioni delle autorità portuali, il nuovo porto dovrebbe accogliere 230 mila passeggeri l’anno per le sole navi da crociera, 3 milioni di tonnellate di merce per le navi cargo e 565 mila passeggeri per i traghetti.

Dunque l’impatto su un tratto molto breve di mare, sarebbe davvero ingente. Ecco perché alcuni, come Luigi Satta, ex delegato alla portualità del Comune di Fiumicino, propongono che al vecchio faro sia realizzato uno scalo solo per i grandi yacht e non anche per le crociere. Ma se davvero così fosse, quale sarebbe stato l’interesse di una compagnia come Royal Caribbean ad investire nella zona?

Il futuro resta incerto ma quel che è chiaro sono le ricadute che tutto questo avrà su Roma. Oggi le grandi navi da crociera arrivano a Civitavecchia e raggiungere la capitale per i passeggeri è leggermente più complesso. Domani con uno scalo a Fiumicino o forse addirittura due scali, la città potrebbe essere invasa dal tipico turismo mordi e fuggi di una giornata, fatto di torpedoni, gruppi monstre e bassa qualità. Roma somiglierebbe a Venezia per la parte deteriore dei suoi visitatori.

Occorre una regia coordinata del Comune di Fiumicino, del Campidoglio e della Regione Lazio che si impegnino a valorizzare i progetti se portano lavoro e sviluppo del territorio, ma prevedendo il futuro impatto sull’ambiente, sulla viabilità e sulle città. Siamo solo all’inizio di un capitolo molto importante che andrà seguito con grande attenzione.

 

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8 risposte

  1. Facciamo scappare anche questa opportunità per Ostia meglio il degardo e la disoccupazione! Ma quando diventeremo una capitale! Roma antica è stata tale anche per il suo grande porto. La nostra unica risorsa è il turismo e facciamo tutto per farlo scappare in altre nazioni

    1. Fabrizio lei ha ragione. Non dobbiamo lasciar scappare l’investimento ma probabilmente due mega porti nell’arco di 4 km sono un carico eccessivo per quel tratto di litorale. Inoltre ci siamo limitati a riportare quanto dichiarano i comitati cittadini e cioè il rischio per l’erosione delle coste provocato dai continui dragaggi del mare. Se così non è il problema resta quello del turismo di qualità da veicolare verso Roma. A suo avviso 5 mila persone che arrivano a Roma al mattino e vanno via alla sera o al massimo il giorno dopo, portano vantaggi alla capitale? E’ un tema che ci piace discutere e siamo aperti ad ogni opinione.

  2. Insomma Roma stenta a tenere il passo di Parigi Barcellona Istanbul come turisti e Fiumicino è il peggior aeroporto d’Italia insieme a Ciampiono rispetto al 2019…un porto turistico di respiro internazionale potrebbe dare agli stranieri la possibilità di tenere la barca vicino a Roma e usare maggiormente i due scali…ma il porto no e il degrado sì

  3. Veramente Fiumicino è il miglior aeroporto d’Europa da cinque anni a questa parte sig. Alessandro non parli a vanvera e non dica castronerie tanto per. Gli investimenti sono sempre i benvenuti e Roma è sempre in vetta alle scelte dei turisti da tutto il mondo Australia compresa con Quantas che ha scelto Roma mica Parigi o Istanbul mio caro Alessandro. I crocieristi non sono fagottari e già arrivano in gran numero nella nostra metropoli da Civitavecchia. Se altre navi attraccassero a Fiumicino sarebbe più comodo per NOI romani partire per le vacanze. I comitati hanno tollerato il degrado dell’isola sacra e per fare restare tutto uguale si inventano laqualunque dal basso delle loro baracchette abusive vista Tevere che vorrebbero tutelate dallo Stato.

  4. Sono d’accordo sull’opportunità del porto, ma riguardo Fiumicino… vivi su questo pianeta? Negli ultimi anni è diventato uno dei migliori scali per servizi offerti e per semplicità e velocità nei controlli, nel ritiro bagagli ecc. Tanto da fargli vincere, per 3 anni di fila, il premio come miglior aeroporto d’Europa. Esattamente il contrario della tua narrazione errata, che non fa altro che alimentare ulteriori falsi miti sulla nostra città. Mi sa che non prendi un aereo da FCO da un po’ di tempo…

  5. è ora che venga costruito un porto per navi da crociera, traghetti e navi merci a Fiumicino ed è ora che venga ricostruita anche una stazione dei treni che colleghi velocemente Fiumicino con Roma Trastevere e Roma Termini velocemente. La gente non si rende conto delle potenzialità che ha Fiumicino, tutti questi comitati che si oppongono preferiscono degrado e abbandono. Sveglia!

  6. Non so se chi si esprime a favore del progetto Royal Caribbean conosce la situazione. Premesso che se davvero si trattasse di un un progetto finanziariamente remunerativo non si capisce perché farlo fare a una multinazionale straniera dandogli a quattro soldi 90 anni di concessione e non si può fare un investimento italiano. Ciò premesso, la concessione era stata data per un porto turistico e tale deve rimanere, per le crociere parliamo di infrastrutture portuali che devono restare saldamente in mani italiane senza eccezioni. Per le navi da crociera esiste già a 30 km di distanza Civitavecchia che è il primo porto crocieristico del Mediterraneo e su cui si stanno facendo importanti investimenti, anche europei, sia per elettrificare le banchine e ridurre molto l’inquinamento, che per un collegamento ferroviario con Roma. A Fiumicino, a circa 2 km di distanza dal faro è già in costruzione un porto commerciale per pescherecci, navi crociera e navi container, a cosa serve farne un altro che richiederebbe di sbancare 3 milioni di metri cubi di sabbia e fango perché non ci sono i fondali per poi dover continuare a dragare per mantenerli in quanto la zona è soggetta a insabbiamenti? Il tutto per permettere ad una sola compagnia crocieristica di avere il “suo” scalo quando c’è n’è già uno ottimo a Civitavecchia e ce ne sarà un altro nei prossimi anni anche a Fiumicino, pubblico non privato, in una zona che potrà essere facilmente collegata all’autostrada mentre per la zona del faro i collegamenti viari attuali sono assolutamente inadatti, da dove defluirebbero i 100 pullman necessari per portare 5000 passeggeri a Roma? È logica, buon senso e sono motivazioni serie, non c’è niente di preconcetto e se bisogna stare attenti a dire troppi no bisogna anche fare attenzione per non dire no a dire si a progetti senza senso.

  7. Buongiorno…Io lavoro su navi da crociera e capisco i dubbi che avete.Ma faccio notare che a volte arrivo in certi porti nel nulla e mi chiedo cosa ci sia di tanto di particolare da vedere… Roma può offrire tantissimo ma ovviamente regolarizzare flussi di visitatori e poi perché non sfruttare vie fluviali che portano direttamente al centro?

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