Abbiamo finora taciuto sulla vicenda del progetto di nuovo stadio della Roma a Tor di Valle, avendo opinioni contrastanti all’interno della redazione ma con nessuno di noi che abbia approfondito a dovere la materia (e quando non ci sentiamo sufficientemente preparati evitiamo di esprimerci).
Su una cosa siamo però stati d’accordo fin dall’inizio: sul fatto che la questione venisse affrontata in maniera quanto meno poco trasparente dalla nuova amministrazione. Fin dall’inizio infatti si sono sentiti mezzi pareri positivi o contrari, con l’assessore Berdini a frenare sul progetto, ma senza troppa convinzione, e tanti altri, assessore Frongia in testa, a cercare di farlo andare avanti con continue manovre di sottobosco ed incontri riservati. Tutto il contrario della casa di vetro che era stata promessa in campagna elettorale.
Ora si sta arrivando all’epigolo della storia, con continui colpi di scena alternati a giorni di totale indeterminazione.
Prima vi è stata la storiaccia delle dichiarazioni di Berdini sulla Raggi, che ha portato alle dimissioni dell’assessore accettate con riserva dal Sindaco (formula mai udita prima e priva di qualsiasi senso). A ciò sono seguiti giorni in cui il Sindaco anziché fare chiarezza su Berdini, responsabile principale del progetto dello stadio in quanto assessore all’urbanistica ha traccheggiato a decidere mandando però avanti il progetto stesso senza l’apporto dell’assessore competente, formalmente in carica ma “sospeso”.
Con una evidente e preoccupante mancanza di coraggio il Sindaco ha atteso che fosse lo stesso Berdini a fare chiarezza, prendendo atto di una situazione che fin dall’inizio appariva irrecuperabile e rassegnando finalmente le sue dimissioni irrevocabili.
Pur in assenza dell’assessore competente il progetto stadio va quindi avanti, con continue riunioni a porte chiuse e tanti saluti alla trasparenza che doveva essere la cifra della nuova amministrazione.
Sottolineando l’enorme preoccupazione sul modo di procedere dell’attuale amministrazione, che appare proseguire la sua folle corsa verso non si sa dove perdendo continuamente pezzi con la pretesa di sostituirli chissà quando e chissà come, ci affidiamo agli amici di CarteInRegola che invece la questione dello stadio della Roma l’hanno seguita approfonditamente. Sulle loro pagine si possono trovare tutti i documenti disponibili del progetto insieme a numerose riflessioni sugli aspetti problematici dello stesso.
Nell’ultimo post che hanno dedicato al tema scrivono tra l’altro:
“Ma lo Stadio Tor di Valle è una torta da cui si può togliere una fetta di cubature? L”Amministrazione deve prendersi le sue responsabilità. Le scelte sono solo 3: andare avanti così, bocciare il progetto, o cambiarlo. Ma se lo si cambia, l’attuale maggioranza non può pensare di cavarsela tagliando qualche piano delle torri e – per inevitabile contropartita – alcune infrastrutture pubbliche. Se si rimette mano agli accordi, si deve ripensare il progetto complessivo. E soprattutto affrontare un dibattito con la città, invece di continuare a contrattare nelle segrete stanze con Pallotta, Parnasi e gli avvocati…”
Chi volesse farsi un’idea compiuta di tutta la questione, sfuggendo alle aprioristiche posizioni a favore o contrarie, ben farebbe a leggersi le pagine di CarteInRegola; mentre non sarà mai troppo tardi per l’amministrazione rinsavire sul tema della trasparenza e decidersi a cominciare proprio da questo importante progetto a dibattere pubblicamente con i cittadini.
Chiudiamo riportando una delle affermazioni fatte in Assemblea Capitolina dall’allora consigliere Frongia, quando intervenne a sfavore del progetto dello stadio denunciandone la mancanza di interesse pubblico e la presenza di un forte interesse privato:
“… andate a vedere cosa ha dichiarato l’INU, l’Istituto Nazionale di Urbanistica, che dice che questa variante non si può fare e non si deve fare. Fidatevi di loro e non del M5S.”
A noi quell’intervento di Frongia era parso davvero convincente e ci piacerebbe sapere perché l’assessore Frongia ha cambiato diametralmente idea; ma già sappiamo che rimarremo col dubbio, certi che mai il Frongia si abbasserà a parlare con dei semplici cittadini.