Tra viale Luigi Einaudi e via delle Terme di Diocleziano (in pratica tra piazza dei Cinquecento e piazza della Repubblica) vi è un giardinetto con al centro un monumento commemorativo della battaglia di Dogali. A luglio dello scorso anno ne documentammo lo stato pietoso definendolo un letamaio: ogni superficie utile era infatti imbrattata in vario modo e tutta l’area emanava un insopportabile puzzo di urina. A dire il vero in un angolo del giardinetto sarebbe anche presente un bagno pubblico, ma come da tradizione romana esso è da sempre chiuso, con il cartello di segnalazione “WC” che sembra indicare come sia l’intera area un grande bagno pubblico en plein air.

 

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Il giardinetto a luglio 2015

 

Siamo capitati recentemente da quelle parti e ci siamo accorti che deve esserci stato un corposo intervento di ripulitura dell’area, con tutti i muri posteriori dei banchi di libri riverniciati di grigio.

 

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Come si può vedere già sono iniziate a ricomparire le prime scritte vandaliche, e dire che qui siamo in pieno centro cittadino, a due passi dalla stazione Termini e su una strada percorsa da centinaia di veicoli delle forze dell’ordine ad ogni ora del giorno e della notte. Come si possa impunemente imbrattare questi muri è cosa che sfugge davvero alla comprensione (a meno che gli autori delle nuove scritte siano stati pescati in flagrante e perseguiti, ma è questa ipotesi che tenderemmo a scartare, ben lieti di essere smentiti nel caso).

L’impressione è che si debba essere trattato di un intervento di ripulitura commissionato dai librai delle bancarelle. A parte infatti i muri ripuliti, il resto dell’area è rimasto nell’abbandono solito, con i ceppi degli alberi a dar mostra del fallimento nella manutenzione del verde cittadino e la casupola del WC a ben rappresentare il termine romano “cesso”.

 

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Il degrado dell’area, ammorbidito al momento grazie a questo intervento di ripulitura, è completato dalla presenza fissa di barboni, senza dimora e balordi di vario genere. Quando prendevamo queste foto vi è stato anche uno di costoro, un giovanotto dalla forte inflessione francese, che ha provato a rimbrottarci lamentandosi che lo stessimo fotografando. Gli abbiamo fatto presente che facevamo foto in luogo pubblico e che se la cosa gli dava fastidio poteva anche spostarsi altrove. La protervia con cui il tipo ha provato ad affrontarci ci ha dato però l’ennesimo segnale che certa gentaglia ne ha fatto ormai un proprio diritto il bivaccare in un’area pubblica senza dispetto per il decoro e le regole della civile convivenza.

 

Rimettere a posto e rendere gradevole un posto così piccolo e così centrale non richiederebbe grande sforzo ed una volta fatto sarebbe sufficiente chiedere a tutte le forze dell’ordine di buttarci un occhio particolare ad ogni passaggio. Queste sarebbero le piccole cose da cui l’attuale amministrazione dovrebbe iniziare per dare dei primi segnali di cambiamento. Tutti sappiamo quanto sia difficile e lungo risolvere i grandi problemi cittadini (mobilità, rifiuti, ecc.) ma non cominciare a mettere mano a piccoli interventi come questo dà il segnale che i nuovi amministratori non hanno ancora capito niente di questa città. E se ancora pensano che terranno buoni i cittadini con dei risibili post su facebook si sbagliano di grosso.

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Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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