L’abbandono di Villa Flora, l’area verde più importante del Portuense

Il casino nobile e le serre sono in disfacimento, le fontane spente mentre il parco è rifugio di attività illegali. Il recupero degli edifici e la valorizzazione del giardino

Dietro la vegetazione ormai selvaggia si nasconde l’antica Villa Signorini, un esempio di architettura eclettica di ottima fattura. La torre con le bifore, le colonne e l’intera struttura richiamano i modelli neorinascimentali che ebbero tanto successo nel corso della prima metà del XIX secolo.

Purtroppo l’intero complesso monumentale cade a pezzi e il giardino che lo circonda non sta meglio. L’area, oggi chiamata Villa Flora, è il polmone verde del quartiere Portuense con diversi ingressi su via Isacco Artom e via Giuseppe D’avama. Nella zona non vi sono altri parchi pubblici e i residenti chiedono da anni che il Campidoglio si faccia carico del degrado della villa.

 

Il Comune di Roma nel 1978 comprò l’ex Hotel Flora e il parco circostante allo scopo di farne un’area pubblica. Pochi anni prima, la Regione Lazio l’aveva espropriata alla Casa Generalizia dell’Ordine dei Servi di Maria.

 

 

Il giardino venne realizzato e aperto al pubblico pochi anni dopo ma gli immobili lasciati fin da subito in abbandono. 

Non solo il casino nobile, ma anche due manufatti agricoli e due bellissime serre in ghisa e vetro che sono ormai invisibili perché coperti dalla vegetazione spontanea. E pensare che il quartiere ha estremo bisogno di aree per l’aggregazione e per le attività culturali.

 

 

Nel 2006 alcuni cittadini si costituirono in comitato che chiamarono “Salvaguardia di Villa Flora” ma col tempo anche questa organizzazione spontanea ha tirato in remi in barca. Il mancato ascolto da parte delle istituzioni scoraggia chiunque.

Secondo le denunce di quel comitato, nelle ore serali il parco diventa bivacco di senza tetto e si spaccia. Col tempo il Municipio ha migliorato l’illuminazione notturna e l’illegalità è diminuita ma Villa Flora resta poco fruibile dopo il tramonto, nonostante vi si affaccino numerose palazzine.

Chi si lamenta poco del degrado sono i gatti che vivono nella colonia felina gestita dal Comune. Si tratta di una bella esperienza curata dall’associazione Panda Onlus che mette in contatto i mici da adottare con famiglie desiderose di un animale domestico. A questa pagina del sito dell’associazione si trova un lungo elenco di gatti bisognosi di affetto e di un nuovo padrone.

Ben tenuto anche l’asilo nido comunale che si trova all’estremità del parco, verso via Portuense. Ma, a parte queste due realtà, il resto del giardino versa in condizioni davvero indecorose. Sarebbe auspicabile che una piccola parte del fondi del Pnrr fossero destinati al recupero di questi piccoli gioielli romani che meritano tutt’altra attenzione da parte delle istituzioni.

 


Per le precedenti puntate di Città in rovina, clicca qui

 

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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