La Sindaca si vanta di aver rimosso qualche cartellone abusivo ma tiene bloccata la vera riforma del settore

C’è un post di Virginia Raggi che in apparenza sembra riportare una bella notizia e invece è segno di cattiva, anzi pessima amministrazione. Il post, pubblicato sul Facebook della Sindaca, è il seguente:

 

Dunque sono stati rimossi 77 cartelloni abusivi dal giugno scorso e presto ne verranno rimossi altri. Chi segue la Raggi sui social penserà che la giunta sta facendo cose buone e che rimuovere impianti irregolari è giusto per il decoro e la sicurezza della città.

Ma le cose non stanno così!

La Sindaca infatti si vanta di una operazione che costa denaro ai contribuenti (circa 600 euro a rimozione e quindi 46 mila euro per 77 cartelloni) quando tutto questo il comune l’avrebbe ottenuto gratis se solo avesse dato seguito alla riforma approvata nel lontano 2014 anche con i voti del Movimento 5Stelle.

Quel Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (Prip) avrebbe portato nelle casse del Campidoglio circa 25 milioni di euro l’anno in oneri e canoni, avrebbe ridotto del 40% gli impianti oggi presenti sul territorio, avrebbe offerto ai cittadini servizi essenziali quali il bike sharing e avrebbe garantito una città più ordinata, in quanto i concessionari avrebbero rimosso loro i cartelli irregolari, a costo zero per Roma Capitale.

La risposta migliore a questo post propagandistico della Sindaca, arriva da Marta Leonori che fu assessore alle Attività Produttive della giunta Marino. Leonori si è battuta duramente per far approvare il nuovo Prip e ci è riuscita. Ecco cosa scrive sul suo profilo:

 

 

Le foto che riporta Marta Leonori ricordano l’impegno che le associazioni Vas e Bastacartelloni misero in quella riforma con il presidio in aula Giulio Cesare con le magliette rosse. Ma quelle magliette furono indossate da molti esponenti 5Stelle che – nonostante fossero all’opposizione – decisero di votare a favore del provvedimento.

Una volta conquistato il Campidoglio, se ne sono dimenticati. Forse per non scontentare poche ditte pubblicitarie (quelle più oneste non avrebbero avuto nulla da temere) hanno scelto di privare la città di una riforma epocale? Probabilmente è andata così. Sarebbe allora opportuno che Virginia Raggi non si vantasse di spendere i soldi dei romani per un’attività che qualcuno avrebbe fatto gratis, offrendo inoltre importanti servizi a tutti noi.

Sindaca, le bugie o le omissioni hanno le gambe corte!

 

 

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