Il Parco della Resistenza e la sua area giochi speciale, dedicata anche ai bambini disabili, sono stati oggetto di decine di nostri articoli. Per l’apertura dell’area giochi sostenemmo il lavoro dell’associazione Ancilia e degli abitanti del quartiere che vinsero una battaglia importante. Ma mai ci saremmo aspettati di doverne tornare a parlare per la chiusura dell’intero parco.
Dal 10 giugno scorso cancelli sbarrati, area in totale abbandono e nessuno che lavora all’interno. Motivazione ufficiale comunicata dal Municipio: controllo delle alberature. Ma è ovviamente una scusa perché per effettuare una verifica della staticità degli alberi occorrono pochi giorni. Qui invece si parla di tenere chiuso il giardino per chissà quanto tempo, forse fino a fine anno. Ai solleciti ulteriori degli abitanti, l’Ufficio Giardini ha risposto di non avere attrezzature adatte a potare alberi superiori a 3 metri di altezza (sic!), per cui non può fare niente.
Abbiamo fatto un sopralluogo e la situazione è desolante: erba alta un metro, chiome degli alberi allo stato brado, verde incolto oltre a sporcizia e rifiuti. E’ evidente che non si tratta di un problema temporaneo ma anche questo parco è stato completamente dimenticato.
Approfittando della chiusura, ubriachi e senzatetto si introducono nel giardino e dormono nell’area giochi che con tanta fatica fu realizzata grazie ad un bando Acea vinto dall’associazione Ancilia. “I rifiuti vengono lasciati ovunque dai barboni e nessuno pulisce”, ci dice Simona Minervini di Ancilia. Mentre il presidente della Commissione Ambiente del 1° Municipio Stefano Marin (Pd) punta il dito contro l’assessora Montanari e la giunta Raggi. Il Servizio Giardini non ha neanche più i soldi per riparare i decespugliatori o le seghe elettriche, spiega, e sicuramente non riaprirà fino a fine agosto quando è prevista una iniziativa per la ricorrenza dell’8 settembre. In quell’occasione, infatti, il Capo dello Stato si reca al Parco per deporre una corona in ricordo dei martiri della Resistenza al nazifascismo ed è di fatto l’unica volta nel corso dell’anno nella quale si fa manutenzione.
Per il resto mai nessun intervento: non viene raccolta la spazzatura, non viene curato il verde. Inoltre – come per tanti altri giardini romani – il Campidoglio non ha più assegnato l’incarico agli addetti alla chiusura notturna dei cancelli. Insomma sbarrare l’accesso è stato come togliersi un peso per un’amministrazione che non è in grado di gestire l’ordinario. E’ lo stesso tema segnalato alcuni giorni fa per via della Moschea, anch’essa chiusa per mancanza di manutenzione e senza che nessuno ci lavori. Pure Villa Paganini sulla Nomentana fu chiusa in aprile per lo stesso motivo e ora alla lista si aggiungono diversi altri giardini romani. Nel 2015, la giunta Marino revocò gli appalti alle cooperative che si occupavano di verde perché in odor di mafia a causa dello scandalo Mafia Capitale. Da allora nessuno né durante il commissariamento Tronca, né dell’attuale maggioranza 5stelle, ha provato a trovare una soluzione: nessun nuovo appalto e neanche un rinforzo del Servizio Giardini. Il verde romano resta senza alcuna manutenzione.