I parapedonali che finanzieranno le strisce: ecco cosa sono e come funzioneranno

ViaPietroBembo

 

L’annuncio di qualche giorno fa da parte dell’assessore Pucci aveva messo in allarme più di una associazione cittadina. Secondo la delibera approvata dalla giunta capitolina, a pagare la riverniciatura di molte strisce pedonali a Roma sarà uno sponsor.

Poichè l’assessore aveva parlato di parapedonali e dato che – come saprete – a Roma è in corso la riforma del comparto della pubblicità esterna, ci domandavamo come fosse possibile che nelle more della sua applicazione un assessore se ne uscisse con un progetto del tutto scollegato. I dubbi erano stati ben espressi dal sito romano di Vas, sul quale l’architetto Bosi si chiedeva quale sarebbe stato il futuro di questi parapedonali una volta approvati i piani di localizzazione del Prip.

Ebbene sia fonti dell’assessorato al commercio, sia dall’ufficio affissioni e pubblicità è arrivato un chiarimento: non si tratterà di parapedonali come li intendiamo oggi a Roma (quelli che vedete nella foto qui sotto), ma di targhe che riporteranno semplicemente il logo dello sponsor.

Cavour nuovi parap mag 13 5

 

Non sarà insomma un pannello aperto alla pubblicità che potrà cambiare ogni tot giorni, ma un’attività commerciale o professionale potrà farsi carico delle spese delle strisce in cambio dell’esposizione del proprio logo.

Messa così non possiamo che essere d’accordo. Sul sito bastacartelloni, avevamo mostrato diversi esempi di questo tipo nel mondo, a partire da quello di New York che vedete qui sotto e che finanziava la cura di un’aiuola.

arredo urbano 5

 

Secondo la delibera, infatti, le targhe sponsor non dovranno superare le dimensioni di 60×50 cm, per una superifice complessiva di 300 cm quadrati. Si tratta di un limite previsto dall’attuale normativa sotto il quale non si parla più di pubblicità in senso stretto ma di una semplice esposizione di un logo o di un marchio.

Date le condizioni pietose della gran parte degli attraversamenti pedonali di Roma, ogni soluzione che possa renderli più visibili è la benvenuta. Sarebbe meglio utilizzare non tanto la vernice che si sbiadisce dopo poche settimane ma materiali termoplastici come prassi in quasi tutte le città del mondo.

 


Per chi volesse approfondire l’aspetto tecnico e normativo di questa vicenda, consigliamo l’articolo dell’architetto Bosi pubblicato sul sito Vas Roma.

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Una risposta

  1. Chiarimento utile, grazie.

    Io proporrei misure inferiori, 40×30 max, dovrebbe essere più che sufficiente per una città come Roma. Senza contare che l’esposizione di un logo in alcuni luoghi particolarmente preziosi dovrebbe consentire di pagare le strisce in più punti.

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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