I cassonetti interrati: soluzione di civiltà

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Ecco come stanno trasformando la raccolta in strada a Firenze. Queste foto ci arrivano da Corrado G. che ha notato la differenza tra i nostri cassonetti scassati e traboccanti di rifiuti, con questi del capoluogo toscano.

La ricetta dell’interramento è ormai sperimentata in molte città del mondo. Nelle grandi capitali, in realtà, i cassonetti non esistono più da tempo sostituiti da una raccolta porta a porta capillare. Laddove però non sono stati ancora eliminati, i cassonetti sono stati messi sottoterra.

I vantaggi sono tanti. In primo luogo diventano assai più capienti. Infatti il vano sotto il livello stradale può essere di dimensioni fino a 5 volte quello dei cassonetti su strada. In secondo luogo la raccolta può essere molto più diradata: essendo più grandi non necessitano di uno svuotamento quotidiano e questo consente risparmi all’azienda per l’ambiente che può inviare un numero minore di squadre.

In terzo luogo diventa impossibile per i rovistatori raccogliere rifiuti e spargerli ovunque. La profondità dei contenitori impedisce di arrivare in fondo e il fenomeno del rovistaggio viene automaticamente annullato.

Impossibile poi vandalizzarli, rivoltarli o renderli lavagne per graffiti o adesivi. La parte fuori terra, infatti, è piccola e non dà “soddisfazione” ai vandali.

Insomma una serie di vantaggi per il decoro urbano che sono diventati un dato oggettivo. Nella sola città di Firenze sono state realizzate 67 fosse che possono ospitare fino a 200 cassonetti. Si tratta di contenitori intelligenti alimentati da energia solare. Un microchip avverte la centrale se il cassonetto è pieno e lancia l’allarme in caso di incendio. Conoscere la quantità di rifiuti nel cassonetto permette di far circolare meno mezzi e quindi di aiutare l’ambiente. Inoltre si possono ricavare dati statistici importanti sulle zone della città e sulla quantità di umido o di plastica da riciclare.

La giunta Marino aveva promesso di sperimentarli a Trastevere e poi in caso estenderli in altri quartieri di Roma. La nuova giunta? Vedremo!

 

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Una risposta

  1. Certamente la soluzione è buona e, dove mi è capitato di usarla, comoda. Presenta qualche problema secondario se l’apertura degli scarichi fosse collegata ad un’App che identifica l’utente… ma comunque buona soluzione.
    Si può dire che Trastevere non sembra il luogo migliore dove cominciare a scavare le fosse necessarie ad alloggiare i cassoneti interrati? No?

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
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