Gli alberi non vanno capitozzati. Parola del Ministero dell’Ambiente

Roma non ha ancora un regolamento del verde. Il Ministro interviene e stabilisce le regole da seguire per le potature: tutela di piante e uccelli

 

Immagini come questa sono diventate frequenti a Roma negli ultimi anni. Pini, platani, lecci e altre essenze arboree che vengono decapitate senza ritegno. Secondo il Campidoglio si trattava di un intervento indispensabile ma a mettere la parola fine allo scempio ci ha pensato il Ministero dell’Ambiente.

Con un decreto pubblicato i primi di marzo, ha stabilito i criteri minimi che vanno seguiti in quei comuni che non hanno ancora adottato un regolamento del verde. E tra questi c’è il mandato a non capitozzare gli alberi. A Roma il regolamento fu predisposto in bozza nel lontano 2014, durante l’amministrazione Marino. Ma l’approvazione non è mai arrivata nonostante il testo sia stato emendato e concordato con le associazioni ambientaliste.

Nel gennaio del 2019, la giunta Raggi approvò finalmente una versione definitiva che poi avrebbe dovuto proseguire il suo iter con il passaggio presso i Municipi. Ma da allora i passi avanti sono stati pochissimi e la capitale ad oggi non ha ancora il suo regolamento. Ecco perché il Ministero dell’Ambiente ha preferito mettere in chiaro alcune regole che vanno seguite proprio da quelle città che ne sono prive.

In primo luogo la manutenzione del verde non può essere affidata a soggetti improvvisati ma solo a organizzazioni qualificate, che includano esperti in materia naturalistica. Poi è richiesto l’ascolto dei cittadini che devono essere informati e possono esprimere pareri su alcune scelte manutentive.

Ma la novità principale per Roma è quella relativa alle potature. Devono essere effettuate solo nel periodo corretto (che non rechi danni agli alberi) e si deve evitare la capitozzatura che ha dimostrato di danneggiare la pianta in modo spesso irreversibile.

La gran parte delle volte, il pino senza chioma finisce per morire e poi precipitare al suolo creando un rischio per i passanti.

Viale dei Quattro Venti

 

Troppi sono stati i casi di interventi drastici che hanno provocato danni irreparabili. Nel 2018 i cittadini scesero in piazza per capire le ragioni dello scempio di viale dei Quattro Venti dove di 60 olmi ne furono abbattuti 20 e gli altri 40 rimasero a metà tra la vita e la morte per una potatura omicida.

In via Val di Lanzo, a Conca d’Oro, alcuni ligustri sono stati danneggiati irreparabilmente mentre i residenti di via Leone IV arrivarono a rivolgersi al Tar perché i 60 alberi della strada furono abbattuti senza un motivo apparente.

C’è poi l’aspetto non secondario degli uccelli che vengono di fatto cacciati dall’habitat cittadino perché non trovano più un numero sufficiente di alberi sui cui poggiarsi. Una direttiva europea del 2009 già vietava il taglio di rami nel periodo di nidificazione ma a Roma non era stata rispettata. Secondo il decreto del Ministero dell’Ambiente, le potature dovranno essere eseguite solo “in periodi che non arrechino disturbo all’avifauna nidificante”.

C’è da sperare che in Campidoglio prendano seriamente le disposizioni del ministero di via Cristoforo Colombo. E se non dovessero farlo, i cittadini avranno uno strumento in più per opporsi a scellerate decapitazioni.

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4 risposte

    1. ma quali “giardinieri”: queste sono ditte di scalzacani! Siccome vincono le gare con ribassi assurdi, sono costretti a pagare due baiocchi alla manodopera che, per quei prezzi, è la meno qualificata che c’è.
      Gli mettono in mano una motosega e gli dicono “taglia”.

  1. Non ho mai visto pini o olmi capitozzati, solo tigli e platani. In alcuni paesi della Spagna lo fanno nelle piazze.

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