Entro il 15 novembre via ai piani sui cartelloni. La riforma compie un passo avanti

cartelloni pubblicitari

 

Torniamo sulla riforma dei cartelloni pubblicitari dopo l’intervento dell’Aipe pubblicato ieri . Nella premessa abbiamo accennato alla deadline che il Campidoglio si è dato per approvare i piani di localizzazione. Vediamo allora qualche dettaglio in più di questa decisione presa dall’Assemblea Capitolina.

In sostanza entro il 15 novembre, la seconda fase della riforma dovrà essere completata. Si tratta di licenziare definitivamente i piani di localizzazione: sono gli strumenti attuativi del Piano Regolatore e stabiliscono strada per strada dove saranno installati gli impianti. Come è facile intuire sono elementi fondamentali per gli operatori del settore perché la posizione di un cartellone ne stabilisce il valore, la vendibilità dello spazio, etc. Ecco perché le imprese hanno dedicato grande attenzione al tema tanto da commissionare uno studio all’Università La Sapienza che mettesse in risalto pregi e difetti dei piani (è appunto il lavoro del quale parlava ieri l’Aipe nella lettera inviata a diarioromano).

In un primo tempo l’amministrazione Raggi aveva completamente dimenticato la questione cartelloni, rubricandola forse a tema secondario, nonostante l’avesse appoggiata durante la consiliatura Marino. Poi, quando l’assessore Meloni l’ha presa in mano, ha ritenuto di dover attendere ulteriormente proprio a causa delle criticità sollevate da questo studio. Il convegno organizzato dalle associazioni cittadine lo scorso 26 giugno ha provato a fare il punto sollecitando proprio l’assessore ad andare avanti con la riforma.

E così martedì, finalmente è stata portata in aula la delibera che riapre i termini per l’approvazione dei piani. L’assessore, infatti, ha ritenuto che lo studio dell’Università non dovesse bloccare l’iter. Ha dato però un tempo più lungo dei 60 giorni previsti in un primo tempo, proprio per permettere di recepire eventuali osservazioni contenute nello studio, nelle osservazioni presentate dai cittadini e in quelle che dovranno produrre i Municipi. Entro il prossimo 15 novembre, infatti, i Municipi dovranno esprimersi sui piani di loro competenza e gli uffici dovranno “controdedurre”, cioè recepire o respingere le osservazioni. C’è ancora un lavoro tecnico piuttosto complesso da compiere, ma almeno ci sono i tempi certi di cui parlavano le associazioni nel loro convegno. Se anche occorrono alcune settimane in più rispetto ai 60 giorni previsti, poco male. L’importante è vedere la fine del tunnel.

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L’assessore Meloni durante il suo intervento (foto vasroma.it)

 

 

Dunque la giunta Raggi sembra aver ripreso in mano una riforma fondamentale per Roma. Sarà proprio la Giunta a decidere quali servizi la cartellonistica pubblicitaria dovrà offrire alla città: sicuramente ci sarà il bike sharing perché è già previsto nel Piano Regolatore e dunque circa 250 ciclostazioni distribuite sul territorio. E poi potranno esserci molte altre cose: per esempio la manutenzione del verde. Chi si aggiudicherà un lotto di impianti pubblicitari dovrà in cambio sfalciare l’erba, potare, tenere in ordine parchi e aiuole. Oppure arredo urbano: dalle panchine, ai cestini, ai pannelli informativi per i turisti. Così come le toilettes pubbliche. Insomma molti vantaggi per la cittadinanza e un maggior decoro, in quanto la superficie pubblicitaria scenderà dagli attuali 138mila mq a 62mila.

Tutto questo si potrà ottenere in seguito a gare d’appalto e le gare potranno essere scritte subito dopo l’approvazione dei piani di localizzazione. Ecco perché questo passaggio era fondamentale.

Martedì in aula il voto sul provvedimento è stato a larghissima maggioranza anche se con diverse sfaccettature. Davide Bordoni (FI) ex assessore al commercio della giunta Alemanno ha criticato il modo in cui il bike sharing è stato inserito nella riforma e si è astenuto. Maurizio Politi (Fratelli d’Italia) ha votato contro perché non sarebbe stato tenuto nel debito conto lo studio dell’Università. Mentre tutti gli altri hanno votato a favore.

A questo punto tra quattro mesi – se tutto va bene – sarà stato compiuto un ulteriore e importante passo avanti. E c’è da sperare che nel corso del 2018 la città veda i primi reali effetti della riforma.

 

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Per un dettagliato resoconto della seduta dell’Assemblea Capitolina di martedì 11 luglio vi invitiamo a leggere l’articolo pubblicato sul sito romano di Vas dall’architetto Bosi con alcuni commenti tecnici

Qui invece trovate l’articolo di RomaToday

 

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
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