L’immagine che segue mostra alcuni cassonetti posizionati sulla via Collatina.

 

 

Come si vede si tratta di rifiuti tutti indifferenziati, il cancro di Roma, e una brandina come immancabile elemento di arredo.

 

La particolarità di questi cassonetti è che si trovano in prossimità di uno dei tantissimi palazzi occupati abusivamente a Roma, per cui da una parte gli occupanti non pagano la tassa sui rifiuti, pur usufruendo del servizio e non dovendo neanche sbattersi a fare la differenziata, e dall’altra costoro sono soggetti non passibili di sanzioni; trattandosi infatti in genere di nullatenenti e senza fissa dimora, qualsiasi multa venisse loro comminata sarebbe carta straccia, non essendoci modo di ottenere da loro alcun pagamento.

 

Considerato che a Roma le occupazioni abusive riguardano un centinaio di stabili, tra proprietà pubbliche e private, fenomeni come quello mostrato dalla foto sono tutt’altro che trascurabili e ci fanno chiedere come possono coniugarsi con la presunta stretta sui rifiuti che il Sindaco Raggi sembra aver dato da qualche settimana.

Con cadenza periodica il Sindaco pubblica su facebook notizie di “zozzoni” (come li chiama lei) che conferiscono in maniera errata nei cassonetti ed ha recentemente emanato un’ordinanza che vieta i conferimenti nei sacchi neri.

 

Come la mettiamo allora con gli occupanti abusivi che se ne possono infischiare di questi controlli e buttano impuniti a piacimento?

Perché un cittadino che paga la TARI ed è costretto a fare la differenziata deve rischiare una multa (che difficilmente potrà non pagare) se butta dell’indifferenziato in un sacco nero, perché magari non sapeva dell’ordinanza (che infatti andrebbe pubblicizzata proprio sui cassonetti), ed invece un occupante abusivo può infischiarsene di tutto che tanto nessuno ci proverà neanche a contestargli qualche errato conferimento?

 

Ancora siamo ai più ligi che vengono tartassati ed i furbi che sempre di più la fanno franca?

 

Ovviamente la soluzione definitiva di questo tipo di problemi passa per l’eliminazione delle occupazioni abusive degli stabili a Roma, un processo che ai ritmi attuali richiederà un tempo infinito e che anzi sembra essersi bloccato anche nei pochi provvedimenti che erano stati concordati per i prossimi mesi.

 

Nel frattempo però noi crediamo che qualcosa si potrebbe fare, se solo a Roma ci fosse un’amministrazione che provasse ad affrontarli i problemi e non passasse invece il tempo a lamentare complotti o attacchi strumentali gratuiti.

 

Se infatti gli occupanti non sono perseguibili con modalità consone, essi si trovano pur sempre in una condizione di illegalità che può essere fatta valere in qualche modo. Inoltre tutte le occupazioni sono gestite in un modo o nell’altro da gruppi organizzati, con cui immaginiamo le autorità devono avere dei contatti, se non altro per le questioni di sicurezza.

Ebbene perché non provare a convincere chi gestisce le occupazioni che i conferimenti indifferenziati dei rifiuti non saranno più ammessi e agli occupanti verrà richiesto di fare una differenziazione spinta dei rifiuti, pena l’intensificarsi dei controlli delle autorità e la valutazione di procedere in maniera prioritaria con gli sgomberi degli stabili che non si adeguino alla nuova politica sui rifiuti?

Noi siamo sicuri che una proposta come quella appena delineata non potrà essere ignorata da chi gestisce le occupazioni. Non conformandosi infatti rischierebbero di mandare in fumo anni di occupazioni redditizzie per i più, mentre l’accettare la proposta comporterebbe solo un minimo impegno in più da parte di tutti gli occupanti.

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