E bravo il M5S: la porcata del cinema Metropolitan è fatta!

Colpi di scena a ripetizione negli utlimi giorni sulla questione dell’ex-cinema Metropolitan a via del Corso, nei pressi di piazza del Popolo.

Per chi non conoscesse storia e antefatti della vicenda rimandiamo all’ultimo nostro pezzo sull’argomento, pubblicato a gennaio di quest’anno.

 

Martedì 23 veniamo informati dal consigliere capitolino Orlando Corsetti (PD) che la sera prima era stato aggiunto improvvisamente e alla chetichella un nuovo punto all’ordine del giorno della seduta dell’Assemblea Capitolina: si trattava della votazione sulla proposta di delibera per la riconversione del Cinema Metropolitan a centro commerciale.

Nella seduta di martedì tale proposta risulta essere stata approvata benché, a causa della mancanza di un voto, essa non è risultata immediatamente eseguibile.

 

Giunge quindi a compimento anche su questo tema il completo cambio di posizione del Movimento 5 Stelle: quando all’opposizione votava contro il progetto di riconversione del cinema Metropolitan, giunto al governo fa un’inversione a 180 gradi e vota a favore dello stesso identico progetto.

L’unica novità tra le due votazioni è la destinazione dei fondi che il privato dovrà pagare per la riconversione (trattasi infatti di affare colossale per il privato, che quindi è stato ben felice di aumentare di qualche milioncino il contributo previsto pur di vedersi sbloccare il progetto): ai tempi dell’amministrazione Marino i fondi sarebbero dovuti andare a riqualificare delle ville storiche mentre con il M5S il contributo sarà speso per ristrutturare due cinema storici di Roma in abbandono da anni, l’Airone nel Municipio VII e l’Apollo, nei pressi di piazza Vittorio.

Ricordiamo anzitutto la curiosità (per non dire pseudo-conflitto di interessi) che il cinema Airone fu progettato dall’architetto Montuori, padre dell’attuale assessore all’Urbanistica che ha fortemente sponsorizzato il progetto. Ma poi la prima domanda che una persona ragionevole dovrebbe farsi è: qual è la logica di cancellare il cinema Metropolitan perché i cinema ormai non vanno più e nel contempo impiegare ingenti risorse per riaprire due vecchi cinema che, se il primo ragionamento fila, saranno in breve costretti a chiudere di nuovo?

Logica grillina si dirà, probabilmente la stessa che ha recentemente partorito il capolavoro del “mandato 0” come escamotage per abolire il divieto di doppio mandato per gli eletti del MoVimento.

 

“Il nostro obiettivo è quello di promuovere progetti di rigenerazione urbana che permettano di riqualificare spazi attualmente abbandonati, e il Metropolitan ne è un esempio nel cuore della città, trasformandoli in nuovi luoghi di aggregazione. Senza mai dimenticare di aumentare gli spazi culturali. Per questo, con l’operazione approvata oggi dall’Aula, puntiamo anche alla rinascita di due cinema storici per il territorio: Apollo e Airone”, dichiara la sindaca di Roma Virginia Raggi.

 

… aumentare gli spazi culturali …” mentre in contemporanea si cancella l’ultimo grande spazio culturale di via del Corso. Una logica ferrea, non c’è che dire.

 

Imperdibili anche le dichiarazioni degli altri attori (anche nel senso stretto del termine) della vicenda. Eccole.

 

Prosegue la dialettica virtuosa tra sviluppo economico e rinascita urbana: spazi cittadini riqualificati e votati a lavoro e nuove attività imprenditoriali e commerciali. Roma Capitale supporta gli investitori e aumenta la sua attrattiva su più livelli. La rigenerazione di quest’area costituisce valore aggiunto per esercenti di zona, cittadini e turisti”, commenta Carlo Cafarotti, assessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale.

 

Dal che capiamo che per l’assessore al commercio in una strada che più commerciale non si può come via del Corso gli esercenti di zona, i cittadini ed anche i turisti sentivano la necessità dell’ennesimo grosso spazio commerciale. Mah …

 

Si tratta di un piano di rigenerazione complesso che vede recuperati diversi importanti spazi della nostra città puntando a mantenere un presidio nel centro storico che garantisse comunque degli spazi destinati ad attività cinematografiche e culturali in gestione condivisa tra amministrazione e proprietari e allo stesso tempo – prosegue l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori – dare un segnale importante attraverso l’idea di destinare le risorse a disposizione, con un incremento del contributo volontario dei proponenti, al recupero di due sale cinematografiche pubbliche e di alto valore simbolico per aree significative della città”.

 

Qui l’assessore Montuori cerca di spacciare la balla del mantenimento del presidio culturale con la minuscola saletta residuale prevista dal progetto. Per capire l’entità della balla consigliamo di fare un salto al grosso negozio Louis Vuitton di piazza S. Lorenzo in Lucina, creato laddove prima vi era il cinema Etoile, e visitare la saletta cinematografica lasciata al primo piano come “presidio culturale” che giustificasse la cancellazione del cinema (qui la colorita ma efficace descrizione che fece Dagospia di quell’operazione, simile a quella che sta avvenendo col Metropolitan).

 

Con questa delibera – sottolinea il presidente della Commissione Commercio, Andrea Coia – siamo riusciti nell’intento di moltiplicare i benefici per la cittadinanza. Da un singolo cinema chiuso e abbandonato otterremo la riqualificazione di due Cinema-Teatro e la ristrutturazione di un edificio abbandonato che una volta ristrutturato a regola d’arte potrà ospitare attività commerciali con elevati standard qualitativi, come disciplinato nel regolamento della città storica approvato da questa amministrazione. Roma rinasce anche da un corretto rapporto tra privato ed istituzioni che, se costruito in modo onesto e trasparente, va a beneficio di tutti”.

 

Fantastico infine il presidente Coia, che descrive il miracolo di resuscitare due cinema abbandonati chiudendone però uno. Tra l’altro sarebbe consigliabile che i succitati geni si mettessero d’accordo tra di loro prima. Montuori parla di presidio garantito per attività cinematografiche mentre Coia parla apertamente di “singolo cinema chiuso”. Ma ‘sto cinema sopravvive o no? Chiaramente no ma nel MoVimento la confusione regna.

 

C’è però il punto finale della dichiarazione di Coia che merita un approfondimento, laddove egli dice: “Roma rinasce anche da un corretto rapporto tra privato ed istituzioni che, se costruito in modo onesto e trasparente, va a beneficio di tutti“.

È quel “... se costruito in modo onesto e trasparente …” che ha attirato la nostra attenzione, perché un altro dei colpi di scena a cui accennavamo è stata martedì scorso la presa di posizione di una consigliera del M5S, Monica Montella, la quale non ha partecipato, assente ingiustificata, alla votazione sulla proposta di delibera e così facendo ha probabilmente impedito l’immediata esecutività del provvedimento.
L’assenza della consigliera Montella non è stata per nulla sottaciuta dal “MoVimento 5 Stelle Roma” che sulla sua pagina facebook ha pubblicato un post di fuoco (oltre che imbarazzante in quanto diretto ad un’onorevole componente dell’Assemblea Capitolina, mentre sembra scritto per una collegiale un po’ irrequieta):

 

Nella seduta dell’Assemblea Capitolina di oggi per il gruppo del MoVimento 5 Stelle erano assenti giustificati 4 consiglieri. All’appello è risultata assente anche la consigliera Monica Montella che non si è presentata in Aula, come accaduto in altre occasioni, quando la Giunta ha sottoposto all’Aula delibere di alta amministrazione ovvero quando ci sono state delibere che riguardavano l’urbanistica e il bilancio.

Il gruppo M5S del Campidoglio non tollera comportamenti di questa natura. La consigliera Montella ha il dovere politico di presentarsi in Aula e di prendersi le proprie responsabilità attraverso il voto, qualunque esso sia favorevole o contrario. Senza contare che non curarsi di garantire il numero legale in Aula è inaccettabile.

Se la consigliera Montella non si sente più parte di questa maggioranza può liberamente fare le sue scelte.

 

La risposta della consigliera non si è fatta attendere ed è comparsa come commento allo stesso post:

 

Monica Montella Non ho mai avuto risposta ufficiale a questa PEC https://www.monicamontella.it/…/PEC-ex-cinema…

Ho avvertito comunque ai consiglieri che non avrei votato a favore e se non sono andata in aula è per non mettere in difficoltà la maggioranza. Il capogruppo poteva dirmi che era necessario ugualmente andare e vota contro ma non lo ha fatto.

 

Siamo allora andati a verificare il contenuto della PEC, che supponiamo possa essere reso pubblico in quanto pubblicizzato apertamente dalla stessa consigliera, e questo è quello che abbiamo trovato (abbiamo rimosso i nominativi delle persone e delle società dal testo perché non possiamo assolutamente rischiare querele):

 

Premesso che nel 2015 il movimento cinque stelle all’opposizione della giunta Marino era contrario alla variante PRG ex cinema Metropolitan. e ora ne è favorevole. Da allora qualcosa è cambiato ma cosa?

1. Chiedo ai consiglieri competenti per materia di commissione che la delibera venga ritirata per opportunità politica visto la poca trasparenza sulle società indirette proprietarie e il probabile (da verificare) aggancio indiretto a omissis.

2. Chiedo ai consiglieri che la delibera venga ritirata per opportunità politica poiché la società che ha speculato con l’ente previdenziale omissis è la stessa che ha il 50% di proprietà della società omissis Srl creata ad hoc dalla omissis (di cui possiede il 50% di quote) il cui presidente è omissis, consigliere omissis e omissis (quest’ultimo potrebbe essere il fratello dell’avvocato di omissis) ma soprattutto che omissis è la Società con sede a Lussemburgo di cui non è trasparente la proprietà.

3. Chiedo alla presidente Iorio di procedere con i dovuti approfondimenti su tutto l’iter e anche la motivazione dell’aver stabilito l’importo massimo di 7 milioni di euro, riportato in delibera visto che non è chiaro su quale base di calcolo è stata determinata la cifra massimma che il proprietario si è impegnato di pagare.
Monica Montella

 

 

Alla faccia del “… rapporto tra privato ed istituzioni … costruito in modo onesto e trasparente“, verrebbe da ribattere al presidente Coia.

 

Per una volta noi ci sentiamo di ringraziare sinceramente e profondamente una rappresentante del M5S, Monica Montella in questo caso, perché ha avuto il coraggio di far funzionare il cervello e rendere pubblici i suoi ragionamenti, spezzando quella cortina di consenso coartato che da oltre 3 anni ha completamente ingessato la maggioranza al governo di Roma.

Non siamo quindi i soli a chiederci perché ai tempi del Sindaco Marino il M5S avversava il progetto di riconversione del cinema Metropolitan, con Daniele Frongia in testa che partecipava alle sedute della commissione urbanistica, mentre ora l’ha abbracciato con una convinzione degna della conversione di S. Paolo. E il fatto che sia una consigliera del M5S a porre la questione dà alla stessa una forza tale da non poter essere sottaciuta, da dover richiedere una spiegazione dallo stesso Sindaco Raggi.

 

Ma se la conversione a 180 gradi del MoVimento anche sul tema cinema Metropolitan può essere giustificata politicamente, gli ulteriori punti che pone la consigliera Montella non rappresentano legittime scelte politiche, bensì alimentano forti sospetti che dietro tutta l’operazione l’interesse pubblico costituisca una minuscola foglia di fico per giustificare consistenti benefici economici per dei soggetti privati.

 

Vediamo se anche su questo la cortina fumogena del M5S avrà buon gioco a mettere tutto a tacere. Noi faremo la nostra parte mantenendo viva l’attenzione su una storia così brutta. E vediamo se l’opposizione per una volta vorrà farsi sentire.

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7 risposte

  1. Ottimo articolo.
    Soprattutto perché risulta impossibile (per chi non segue assiduamente tutte le situazioni) ricordarsi cosa aveva detto qualcuno prima e cosa dice adesso.
    Posso anche capire il cambio di idea del MS5 perché solo uno sciocco non cambia mai idea ma sarebbe bello che un movimento che ha fatto della trasparenza un modo di vivere e governare (la scatoletta di tonno la ricordiamo tutti) facesse seguire alle parole i fatti e spiegasse perché ha cambiato idea.

  2. In altri articoli, le polemiche su ciò che (non) fa il Movimento 5 Stelle a Roma difettavano di sufficiente documentazione. Qui, la documentazione è abbondante e tempestiva, come dev’essere se si vuole condurre un’inchiesta seria. Speriamo giungano risposte che aiutino ad approfondire il tema. Intanto, complimenti.

    1. Intanto grazie, ma purtroppo temiamo che anche in questo caso la maggioranza riuscirà a mantenere il silenzio, stante la totale assenza di un’opposizione degna di questo nome.

  3. Ottimo lavoro: ci sono molti elementi su cui lavorare per evitare che la porcata vada in porto (mi veniva da scrivere in porco!).
    Mi viene in mente, del resto, che ci sono grandi e sorprendenti analogie tra questa porcata e la vicenda dello stadio della Roma. Ambedue nascono sotto l’amministrazione di destra di Alemanno, che dà il via alle operazioni alla scadenza della consigliatura.
    Poi la palla passa alla giunta di Marino/Caudo, che fanno loro e sposano le nobili intraprese, senza incertezze e tentennamenti.
    Infine nella consigliatura Raggi il M5S, già fiero oppositore delle due operazioni quando la danza era guidata dall’amministrazione PD, con una cambio di rotta di 180 gradi, prende con convinzione il testimone per l’ulteriore svolta finale (?), arrivando a definire ‘storica’ la decisione di dare il via libera alle intraprese.
    Che cosa può motivare la continuità trasversale delle posizioni di tre amministrazioni tra loro politicamente così distanti?
    La grande forza e la capacità persuasiva dei soggetti proponenti? La debolezza di chi amministra? Altro?
    E i due percorsi sono ancora ben lontani dall’essere conclusi …

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