Dopo gli incidenti nessuno pulisce le strade che restano chiuse per giorni

Ama: "Non tocca a noi farlo". L'appalto scaduto nel 2016 non è mai stato rinnovato. Interi quartieri ostaggio di una macchia d'olio sull'asfalto

 

Chi rimuove l’olio sull’asfalto o i rottami di un veicolo dopo un incidente? A Roma nessuno. E’ dal 2017 che Ama afferma di non voler più svolgere questo servizio perché non coperto dalle tariffe della Tari.

Di fatto l’azienda prosegue di malavoglia l’attività ma non lo fa sempre tanto che l’estate scorsa il nuovo Amministratore Unico, Stefano Zaghis, ribadì che la municipalizzata non è tenuta a intervenire.

E così è sempre più frequente che alcune strade restino chiuse per giorni a causa di una macchia d’olio che nessuno pulisce: via Satrico è rimasta impraticabile per otto giorni, via Albalonga per cinque, così come un tratto della Tiburtina.

Fu questo episodio a scatenare di nuovo le polemiche. La notte tra il 22 e il 23 luglio, un automobilista, Roberto Chiappi di 51 anni, perse la vita nella zona industriale della Tiburtina all’altezza del civico 1325.  Sull’asfalto macchie d’olio e detriti delle auto che si erano scontrate.

I Vigili, terminati i consueti rilievi, chiamarono Ama per la pulizia della strada. Ma nessuno si presenterà fino alla sera del 28 luglio. L’intero tratto interessato, tra lo svincolo del Gra e Settecamini, rimase chiuso paralizzando il traffico e creando enormi disagi. 

Una squadra dell’Ama si mosse solo per la buona volontà degli operatori, altrimenti nessuno avrebbe potuto obbligarli. Polemiche furono sollevate dal Municipio e l’azienda rispose con un comunicato: “Le operazioni di pulizia e ripristino delle condizioni di sicurezza e viabilità a seguito di incidenti stradali non rientrano nel perimetro delle attività regolamentate dal Contratto di Servizio tra Ama e Roma Capitale. L’azienda è affidataria e titolare dei servizi di igiene urbana sul territorio comunale ma tra questi, come già ribadito in altre occasioni, non è compresa la rimozione dei resti dal manto stradale a seguito di sinistri“.

Insomma da quando alla guida c’è Zaghis, Ama è netta: a noi non spetta farlo, per cui ci pensi il Comune. Il Campidoglio però non ci ha pensato e c’è un vero e proprio vuoto di competenze.

Come si è arrivati a questa situazione paradossale? Fino al 2016 il servizio era svolto da una società privata affidataria dell’appalto. Si chiama Sicurezza & Ambiente ed operava solo con un piccolo rimborso da parte di Roma Capitale. Il grosso del suo ricavato derivava dalle compagnie assicurative: la parte “in torto” nell’incidente si faceva carico del costo della pulizia stradale.

Scaduto l’appalto, l’amministrazione Raggi ha accantonato la questione. Qualcuno che se ne occupa in maniera volontaria si trova, avranno pensato superficialmente i 5stelle. E invece non è così tanto è vero che le strade rimaste chiuse per detriti sull’asfalto si contano numerose: è successo a Ostia, a via Camerata Picena a Colle Salario, in via Fosso dell’Osa a Villaggio Prenestino e gli esempi potrebbero continuare. 

 

 

E neanche a dire che l’assessorato alla mobilità non fosse informato del problema. Il Comandante della Polizia Locale Diego Porta già nel 2017 inviò una missiva alla Sindaca e in un’intervista ai giornali ammise: “Abbiamo un serio problema legato alla mancanza della bonifica post incidente stradale, visto che Ama da mesi non interviene più: l’abbiamo segnalato da tempo all’amministrazione, che quindi ne è al corrente“.

Poche ore dopo l’amministratore di Ama dell’epoca, Stefano Bina, rispose al comandante Porta che l’azienda non avrebbe più svolto il servizio per la mancanza di una convenzione.

Oggi, giunti quasi a fine mandato dell’amministrazione Raggi, il problema è immutato. La bonifica post incidente resta affidata alla coscienza e buona volontà degli operatori Ama. E se questi si dovessero rifiutare nessuno potrà rimproverarli perché è un’azione di puro volontariato. A pagarne le spese sono i cittadini che trovano le strade chiuse o le macchie d’olio che nessuno ripulisce.

 

 

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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