Quando sembrava che la storia potesse avere un lieto fine e che i bambini disabili avessero un’area giochi pensata per loro, arriva il colpo di scena. Da qualche giorno, una lunga recinzione con un telo verde impedisce l’uso della pista di pattinaggio e di una buona metà dell’area.
Per chi non conoscesse la vicenda del Parco della Resistenza, alle spalle delle Poste di via Marmorata, occorre un breve riassunto. L’area giochi era in abbandono, dopo un incendio doloso e la devastazione da parte di vandali. Una lunga lotta dei residenti che si sono associati nel gruppo Ancilia ha permesso la creazione della prima area a Roma appositamente studiata per i bambini con disabilità motorie e visive. Un fiore all’occhiello del verde romano, seguito con attenzione dagli abitanti della zona che in questi mesi hanno sempre sollecitato la cura e la pulizia della zona. Insomma sembrava che finalmente le cose si fossero aggiustate.
E invece no! Una mattina di aprile spunta nell’area giochi una barriera. I bambini non possono più usare la pista di pattinaggio, né la parte est del parco. Una vicenda di “giustizia fai da te” dato che a montare la barriera è stato tal Giovanni Ognibene come lui stesso ammette in un cartello che ha affisso alla recinzione.
Sostiene di avere diritti su quell’area che gli sarebbe stata concessa durante la giunta Alemanno per l’installazione di una giostra. E cita pure una determinazione dirigenziale, la 1775 del 2012. Si tratta, a sentire il Municipio, di uno di quegli atti scritti male, incompleti e inapplicabili che troppo spesso vengono emanati dal Comune e che durante l’amministrazione Alemanno hanno visto il loro culmine.
Ma si tratta soprattutto di un gesto provocatorio da parte del signor Ognibene che se davvero vanta un diritto su quell’area dovrebbe farlo valere attraverso la giustizia amministrativa, il Tar e non erigendo una barriera in una notte. Sembra che Ognibene sia stato molto insistente col Municipio in questi anni, con una sua costante presenza negli uffici ma che non abbia ottenuto nulla. Esasperato avrebbe deciso di installare la recinzione. In questo modo però ha infranto il sogno di tante famiglie che speravano per una volta di trovarsi in una città normale, dove è possibile portare i propri figli a giocare in un’area inclusiva. E soprattutto ha commesso un reato perché non può far valere una sua presunta concessione con la forza.
Né il Municipio 1, né il Dipartimento Ambiente, né il Servizio Giardini sanno nulla della recinzione e dunque ci si aspetta una sanzione nei confronti di Ognibene e del suo gesto.
Nel frattempo l’area risulta divisa a metà: una nuova ferita in attesa di essere sanata dal buon senso prima ancora che dalla legge.
5 risposte
Ma questo è scemo col botto!
Articolo n. 392 del codice penale.
Esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose.
1. Chiunque, al fine di esercitare un preteso diritto, potendo ricorrere al giudice, si fa arbitrariamente ragione da sé medesimo, mediante violenza sulle cose, è punito, a querela della persona offesa , con la multa fino a 516 euro.
2. Agli effetti della legge penale, si ha “violenza sulle cose” allorché la cosa viene danneggiata o trasformata, o ne è mutata la destinazione .
Qualcuno dell’amministrazione faccia la denuncia.
E qualche cittadino vada nottetempo a rimuovere tutto.
Ognibene é un provocatore e un delinquente
Ognibene (nome omen) é un faccendiere sobillatore e un noto delatore
Questo ognibene rimasuglio della passata giunta di mafia capitale che vuole appropiarsi del nostro giardino non ci riuscira….mai …..qualcuno sa dire qualcosa in piu su tale personaggio? Chi sa parli!! Grazie a nome dei nostri figli!!
cari signori
è palese che senza conoscere approfonditamente i fatti, peraltro documentabili con Determinazioni dirigenziali del Comune di Roma, qui si fanno congetture e rivendicazioni destituite di qualsiasi fondamento.
E’ un fatto che il Signor, ancor prima che giostraio, Ognibene abbia i titoli, rilasciati dal Comune di Roma, ad occupare (come bene si evince dal cartello messo da lui stesso) il verde pubblico del Comune e che quindi non sono da considerarsi “presunti”;
che titoli ha l’Associazione Ancilia? il terreno non è dell’Acea che ha pubblicato il Bando…il fatto che il municipio fosse presente all’inaugurazione non mi pare valga come una Determinazione Dirigenziale.
in ultimo diciamo chiaramente che il Signor Ognibene non ha interdetto tutta l’area con i giochi ma solo quella relativa alla pista di pattinaggio che NON MI SEMBRA SIA APPANNAGGIO DEI BIMBI CON DISABILITA’… quali sono i reali interessi che si trincerano dietro tale accanimento a togliere la recinzione?
Questa Associazione Ancilia, che ben conosce il Signor Ognibene, come si permette di NON spiegare bene che i veri abusivi sono loro?