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Quando nel dopoguerra il giovanissimo Giuseppe Fiorentini decise di trasferire qui la sede dell’azienda di famiglia, il suo cuore era pieno di dolore. Il padre, Filippo, colui che aveva creato il primo escavatore italiano e fondato la più importante società meccanica del tempo, era morto da pochi mesi. Quasi tutti gli operai della fabbrica (124 su 180) erano stati uccisi da un bombardamento degli alleati mentre erano al lavoro. Un disastro immane che aveva ferito a morte l’animo del padre e segnato per sempre la sua vita.

Ma Giuseppe non si perse d’animo e spostò all’angolo tra via Tiburtina e l’attuale via Filippo Fiorentini tutti i macchinari. Fece costruire splendidi capannoni, oggi valido esempio di archeologia industriale.

IL PROGETTO FONDIARIA-SAI. Come molte altre industrie, anche la Fiorentini si ritrovò nei decenni successivi ad attraversare una forte crisi finanziaria e nei primi anni 80 chiuse definitivamente i battenti. Il terreno e i capannoni all’angolo con via Tiburtina rimasero in abbandono per diversi anni, fino a che furono acquisiti da Fondiaria-Sai che ottenne la licenza di trasformare parte della struttura in appartamenti a condizione che gli altri edifici fossero destinati a servizi (Cittadella della Media e Piccola Impresa) e che uno degli stabili fosse ceduto al Campidoglio.

I lavori iniziarono con molta lentezza. Gli abitanti della zona hanno visto la graduale trasformazione del vecchio silos della Fiorentini in struttura abitativa, con la creazione di terrazzi e balconi sul fronte che affaccia su via Tiburtina. Ma ogni tanto gli operai sparivano e il cantiere si arrestava, salvo poi riprendere dopo alcuni mesi. La crisi del gruppo Fondiaria-Sai e i guai giudiziari della famiglia Ligresti, proprietaria della compagnia, hanno probabilmente influito su questo mega progetto che non è stato mai concluso.

Nel 2012 i lavori sembravano aver trovato un nuovo slancio, tanto che alcuni cartelli annunciarono l’imminente vendita degli appartamenti, ma poco dopo un nuovo stop e il cantiere fu definitivamente abbandonato.

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Molti i rifiuti abbandonati nell’area dai recuperanti

 

LA SEDE DEL V MUNICIPIO ANCORA VUOTA. L’aspetto più grave di tutta questa vicenda riguarda però il V° Municipio e la sua sede fatiscente all’altezza del GRA (ci occuperemo nelle prossime settimane di questo edificio).

Il moderno stabile ricoperto di vetrate scure all’interno del complesso ex Fiorentini, infatti, fu completato addirittura nel 2007, cioè ben 9 anni fa e fin da subito fu destinato ad ospitare gli uffici comunali. Ma ad oggi è ancora vuoto mentre il Municipio continua ad operare in una struttura pericolante, con impianti elettrici inadeguati. Per una serie di problemi legati al collaudo e ad alcuni lavori di adeguamento mai realizzati (non è chiaro se li deve svolgere il costruttore o il Comune), il nuovo palazzo è in abbandono e sta andando in rovina.

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Il parcheggio dell’edificio

 

Nel 2010 e nel 2012, l’allora presidente del V° Ivano Caradonna, con un gesto plateale occupò l’edificio srotolando alcuni striscioni. Chiedeva che fosse completata la realizzazione della “Cittadella della piccola e media impresa” all’interno dell’ex Fiorentini e la consegna dello stabile al Municipio pronto da tempo. Ma da allora nessun passo in avanti è stato compiuto. Le proteste dei dipendenti del V° Municipio, proseguite negli anni, non hanno trovato ascolto. Solo il gruppo dei Vigili Urbani ha trovato una nuova collocazione in uno stabile costruito nell’area.

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L’occupazione nel 2012 (foto di-roma.com)
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La nuova sede dei vigili del V gruppo

 

L’intero complesso è adesso in abbandono e la responsabilità è mista pubblico/privata. Infatti da una parte il gruppo Fondiaria-Sai non ha interesse o forse le risorse per completare la parte destinata ad abitazioni, mentre il Comune non ha portato a termine il progetto della Cittadella dell’impresa, né del trasferimento di sede degli uffici municipali.

Il risultato è che se non si interverrà nei prossimi mesi, ettari di terreno e edifici di pregio in un’area centrale della città finiranno in definitiva rovina.

 


Clicca qui per le precedenti puntate di Citta in Rovina

 

 

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Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
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