Città della Scienza al Flaminio, affossata per sempre?

Il grido di dolore dell'ex Sindaco Marino e la risposta della Raggi sul progetto bloccato. Ma Virginia racconta una verità parziale

Tutte le grandi capitali hanno una Città della Scienza. Tranne Roma! 

Valencia ne ha fatto il primo polo di attrazione turistico della regione; la Cité des Sciences di Parigi è un campo di sperimentazione per gli adulti e un laboratorio didattico per i bambini. Lo Science Museum di Londra fa 3 milioni di visitatori l’anno e gli esempi potrebbe continuare.

Per sopperire a questa mancanza, l’amministrazione Marino nel 2013 bandì un concorso internazionale al quale parteciparono architetti di grande prestigio. L’obiettivo era trasformare una parte delle ex Caserme di via Guido Reni (l’edificio che ospitava lo Stabilimento Militare per i materiali elettronici) in Città della Scienza di Roma. Alla competizione presero parte 246 studi internazionali e vennero trovati i finanziamenti (37 milioni).

 

Ma quella che doveva essere la prima parte di un grande progetto di rigenerazione per le ex Caserme sembra ormai archiviata. Lo denuncia proprio l’ex Sindaco in un post sulla sua pagina Facebook: “Sono molto rattristato e dispiaciuto – scrive Marino – per Roma e per l’Italia. Viene cancellato il piano di rigenerazione di un intero quartiere e la realizzazione di un Museo della Scienza”. Il chirurgo avanza anche delle ipotesi sui motivi di questa cancellazione: i partiti, spiega, evitano i progetti gestiti con i concorsi pubblici perché sono garanzia di trasparenza e correttezza.

Una stoccata al Partito Democratico che – aggiunge Marino – avrebbe fatto di tutto per bloccare l’operazione, addirittura con una interrogazione parlamentare. E poi una critica severa al Movimento 5Stelle al quale “mancano capacità e preparazione per gestire le grandi opere“.

Il post dell’ex Sindaco fa rumore, viene condiviso e commentato da migliaia di persone, così Virginia Raggi si sente in dovere di rispondere e lo fa con un tono amichevole, iniziando il suo scritto con “Caro Ignazio” e chiudendolo addirittura con la locuzione “con stima” (come cambia il mondo: solo 6 anni fa Virginia lo accusava di essere all’origine di ogni male).

 

La Sindaca scrive che il progetto è valido, tanto che in questi anni ha provato a portarlo avanti. Ma…….qualcuno le stava mettendo i bastoni tra le ruote, in particolare la Regione Lazio e il PD che lo avrebbero bloccato. Poi Raggi elenca i passaggi seguiti dalla sua giunta e dall’aula per arrivare alla realizzazione del Museo della Scienza ma a causa delle interferenze della Regione e dei Dem la cosa non è riuscita.

A conferma di ciò cita una mozione recente del II Municipio (a guida Pd) con la quale si esprime parere contrario.

Ma la versione di Raggi non convince affatto l’ex assessore all’Urbanistica di Marino, Giovanni Caudo, oggi presidente del III Municipio. Caudo che della materia si intende, essendo professore ordinario a Tor Vergata, interviene nel dibattito con un post molto duro intitolato “CITTÀ DELLA SCIENZA: PRECISIAMO I FATTI“. Ebbene la delibera cui si riferisce la Raggi, approvata nel 2019, aveva come oggetto principale un’altra parte delle ex Caserme, quella che doveva essere destinata ad abitazioni private grazie al finanziamento della Cassa Depositi e Prestiti. Mentre ignorava completamente la sezione relativa alla Città della Scienza.

Caudo mette alle strette la Raggi domandandole se abbia mai insediato la commissione prevista per la progettazione della Città della Scienza e se abbia avviato il progetto sulla base del masterplan dell’edificio.

La Sindaca, come è suo uso, non risponde pertanto è lo stesso Caudo a trarre le conclusioni: “Nulla è stato fatto, non sono stati attribuiti i 37 milioni di contributo previsti nella delibera e destinati alla sola Città della Scienza“. Il professore conclude: “La Raggi ci ha abituato a questa disonestà intellettuale e oggi in campagna elettorale mente sapendo di mentire“.

Accuse molto dure che però danno il polso della competizione politica che si sta giocando sulla pelle della città. Da una parte un partito come il Pd che ha boicottato tutte le azioni messe in campo dal suo stesso Sindaco che fece cadere con le dimissioni forzate dal notaio di tutti i consiglieri. Dall’altra un Movimento 5Stelle che si è dimostrato imbelle e inerte e ora cerca di inquinare il racconto della sua amministrazione con fandonie e millanterie.

Un quadro desolante che lascia il bel progetto della Città della Scienza senza padri. A meno che uno dei candidati (Calenda, Gualtieri, Raggi o Michetti) non vogliano farlo proprio e prendere l’impegno davanti agli elettori che questa volta le cose si faranno sul serio.


 

Sull’ostruzionismo velato che il Pd portò avanti relativamente al progetto di Città della Scienza, vi invitiamo a leggere un nostro articolo del 30 dicembre 2015

L’on. Marroni che si occupa di Roma? – Diarioromano

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