Christian Raimo, il saputello che però non ha capito molto

L'assessore alla cultura del Municipio III resoconta di un'assemblea pubblica trattando da trogloditi cittadini e associazioni e salvando solo il suo "lucido" intervento. Troppo impegnato a esaltarsi

La scorsa settimana si è tenuta a piazza Bologna un’assemblea pubblica sul tema dei problemi creati dal divertimento notturno in moltissime zone di Roma. L’incontro è stato lanciato dal consigliere comunale Orlando Corsetti ed ha visto la partecipazione di moltissimi cittadini e associazioni. All’assemblea erano state invitate anche le massime istituzioni cittadine responsabili dell’ordine pubblico ma tutte hanno declinato l’invito.

Noi di quell’assemblea  abbiamo parlato, cercando di dare conto, molto sinteticamente, degli argomenti trattati e sottolineando la gravità di istituzioni che pur con un’emergenza in atto, a tale livello è infatti la situazione a detta delle stesse forze dell’ordine, si negano al dialogo diretto con i cittadini.

 

In quell’assemblea prese la parola anche Christian Raimo, assessore alla cultura nel Municipio III, e questo nonostante l’accordo fosse che nessun rappresentante politico avrebbe parlato, a parte il consigliere Corsetti che si era fatto promotore della cosa e che si sarebbe limitato ad un’introduzione.

Ebbene anche l’assessore Raimo ha pensato di riferire di quell’incontro sulla sua pagina facebook e, come pare sia suo costume, l’ha fatto senza peli sulla lingua, dicendo pane al pane e vino al vino, almeno secondo la sua visione.

Avendo chi scrive partecipato non solo all’assemblea, ma anche ai lavori preparatori, prendo la libertà di cercare di spiegare al Raimo quello che non ha capito e che invece farebbe bene a cogliere, visto che lui, a differenza di tutti gli altri intervenuti, degli obblighi nei confronti dei cittadini li ha in virtù del suo ruolo.

 

Anzitutto una premessa che non vuole essere una difesa del consigliere comunale (non municipale, come ha scritto Raimo) Corsetti, sia perché sicuramente sa difendersi da sé, sia perché chi scrive ha sempre mantenuto una totale indipendenza di giudizio e quando lo ha reputato necessario ha anche manifestato contro l’allora presidente del Municipio I Corsetti.

Nessuno ha mai immaginato l’assemblea pubblica come un momento di visibilità per Corsetti, a partire dallo stesso consigliere che ha già comunicato la sua intenzione di non candidarsi alle prossime elezioni. Chi scrive e tante altre associazioni possono testimoniare come il consigliere Corsetti sia stato l’unico negli ultimi anni, nell’ambito dell’Assemblea Capitolina, a dare ascolto e supportare le richieste dei cittadini di fronte a problemi come l’invasione delle finte attività di vicinato, quelle che hanno stravolto il commercio di intere strade del centro storico e non solo, o il far west creato in materia di OSP.

Che ancora una volta sia stato il consigliere Corsetti a fornire un’occasione a cittadini e associazioni per incontrarsi e provare a dialogare con le istituzioni va anzitutto a suo merito, rientrando peraltro pienamente nel suo mandato, e va a demerito di tutti gli altri consiglieri che di fronte ai problemi dei cittadini si voltano sempre dall’altra parte.

 

Ma vediamo cosa scrive Raimo dell’incontro:

L’assemblea è stata molto confusa, mal pensata, e mal coordinata. Si è rivelata uno sfogatoio dei rappresentanti e membri di associazioni di vari quartieri di Roma, nessuno dei quali si era preparato un intervento: si sono avvicendati piccoli comizi spesso sconnessi e molto lunghi in cui si è ripetuto allo sfinimento quanta esasperazione c’è nei residenti dei quartieri attraversati dalla vita notturna.
Le ragioni (“occorrono regole per la vita notturna”, “occorre controllo sulle licenze”, “la riduzione della spesa pubblica porta deregolamentazione”,…) si sono perse in un’orgia di irragionevoli invettive e deliri quasi tutti contro i giovani o i nemici immaginari (“oggi le ragazze bevono per fare le zoccole e fare alzare le erezioni ai maschi”, “bisognerebbe deportare tutti i giovani fuori da qui, in dei prati”, “i ragazzi si mettono insieme gli uni contro gli altri in delle gang bang”, “è comprensibile che i residenti esasperati escano con delle mazze da baseball e prima o poi ci scappa il morto”…).”
Evidentemente l’assessore non ha apprezzato come l’assemblea si sia svolta e questo ci sta, ma magari fornendogli qualche spiegazione forse riuscirà ad essere un po’ meno sprezzante.
L’idea dell’assemblea è stata lanciata da Corsetti ma alla stessa hanno aderito una serie di associazioni di cittadini. Nella preparazione all’evento l’accordo era che se ci fossero state le istituzioni invitate si sarebbe fatto un numero limitato di interventi di associazioni e cittadini con richieste specifiche per gli interlocutori istituzionali. Se invece non ci fosse stata nessuna delle istituzioni, si sarebbe approfittato per confrontarsi con i problemi e le esperienze delle varie aree della città che vivono il problema della malamovida, cercando anche di aggregare nuovi cittadini e associazioni.
In assenza dei rappresentanti istituzionali è stato quindi attuato il secondo piano e sebbene la cosa non sia stata di gradimento dell’assessore Raimo, lo svolgimento dell’assemblea è stato ordinato, con tanto di presidente che ha coordinato gli interventi, e molti cittadini e associazioni ne hanno approfittato per lasciare i loro riferimenti.
Ci dispiace se un’assemblea cittadina improvvisata, partecipata anche da persone che da anni si prendono delle incazzature colossali (absit iniuria verbis) perché non riescono a dormire per il frastuono sulle strade, non abbia riscosso il gradimento dell’assessore Raimo. E dire che pare lui sia conosciuto per apprezzare le manifestazioni spontanee degli individui.
Stupisce tanta alterigia da parte di chi avrebbe dovuto cogliere l’occasione per capire che la misura è davvero colma per molti cittadini e che il problema va affrontato anzitutto comprendendolo, non dando del troglodita a chi da anni chiede il rispetto della legge e si sente rispondere che non si può fare.
Eppure nell’assemblea si è alternata una buona varietà di oratori, anche giovani (contrariamente a quello che ha scritto il Raimo, ossia che non è stata data la parola a nessuno sotto i 30 anni) e provenienti da molte parti di Roma, incluso qualcuno del territorio del Municipio III, segno che la disattenzione di Raimo, e probabilmente della giunta di cui fa parte, non si è limitata all’altro pomeriggio durante l’assemblea.
Scrive inolte il Raimo:
Corsetti non ha messo nessun freno a questo fiume di emotività scomposta spesso molto biliosa, non ha citato nessun dato, ha deciso di non fare intervenire Leone Barilli dei Radicali che voleva illustrare la delibera sulla notte che è stata portata in consiglio comunale, si è accodato nei toni e nella sostanza a questa confusa rivendicazione di ordine e repressione, non ha dato la parola ai politici presenti tranne che a Nathalie Naim e a me, che ho insistito per prendermela.
Di nuovo, Corsetti non aveva alcun ruolo di moderatore dell’evento, essendo stato incaricato un presidente per condurre gli interventi, e quindi eventuali suoi interventi censori sarebbero stati, quelli sì, fuori luogo. L’unica libertà Corsetti se l’è presa nel non consentire l’intervento del rappresentante dei Radicali Roma, cosa che a più d’uno è parsa esagerata, ma d’altronde all’inizio vigeva la regola del non consentire interventi di politici. Poi tale regola è stata infranta prima per la consigliera del Municipio I Nathalie Naim, che d’altronde ha una lunga esperienza e militanza con i problemi affrontati in assemblea, e poi per lo stesso Raimo, volendo dar modo a qualcuno che opera sul territorio di condividere le sue idee.
Ricordiamo in ogni caso che della proposta dei Radicali per un sindaco della notte su queste pagine abbiamo già parlato.
E ancora:
Cosa impariamo da oggi?
Impariamo che quello della politica della notte o della movida che dir si voglia sarà un tema centrale per la campagna elettorale e non solo a Roma, ma anche in altre città. Occorrono regole condivise, che vengano fuori da confronti pubblici seri.
Impariamo che le assemblee non si organizzano così. I politici hanno la responsabilità di essere lucidi e proporre soluzioni, non di provare a soffiare sul fuoco della rabbia confusa della cittadinanza. È stato fatto per prendere qualche voto per le prossime amministrative blandendo le associazioni intervenute? Poteva essere evitato.
Evidentemente il Raimo non deve aver imparato proprio nulla dall’assemblea dell’altro giorno. Anzitutto non serviva certo quell’incontro per capire che la politica della notte necessita di soluzioni che però a loro volta prerequisiscono la possibilità di applicare qualsiasi norma venga decisa. Al momento ciò non è, con le tante norme elencate nell’assemblea e sfuggite al Raimo che ogni giorno vengono semplicemente ignorate.
Noi pensiamo che le assemblee si organizzino anche così, soprattutto quando vengono snobbate dalle istituzioni che ogni giorno sul campo dimostrano di non avere il controllo della situazione.
Rassicuriamo ancora una volta il Raimo che quell’assemblea non è stata organizzata per prendere nessun voto, stante che Corsetti ha già dichiarato di non candidarsi alle prossime elezioni.
Infine si vergogni l’assessore a pensare che le associazioni intervenute si siano fatte blandire. Se lui non è in grado di cogliere le situazioni si risparmi almeno accuse gratuite e illazioni sconclusionate, tanto più quando gli è stato concesso il microfono per un tempo tutt’altro che limitato.
Probabilmente l’assessore avrà pensato di dare perle ai porci e anche se qualcuno dei suoi spunti non era campato in aria, gli va purtroppo detto che evidentemente anche a un saputello come lui sfuggono molte questioni alla base dei problemi affrontati in assemblea.
Di una cosa può star certo, che alla prossima assemblea non gli verrà data la parola, sia perché il suo apporto è tutt’altro che decisivo, sia per questa sua scorrettezza nell’approfittare della platea per poi spararne a zero a posteriori in maniera gratuita. Se le obiezioni che ha scritto su facebook le avesse sollevate in piazza gli sarebbero state date seduta stante le dovute spiegazioni.
Non gli farà male comunque assistere ai prossimi incontri pubblici, perché ce ne saranno, organizzati da Corsetti o chicchessia non ha importanza, così che a forza di ascoltare qualcosa riuscirà a capire. Repetita iuvant, dicevano i latini, mentre a Roma molto più prosaicamente si può dire “dallo e dallo se sfascia pure er metallo“.
C’è speranza, assessore.

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