Partecipata assemblea sulla mala-movida, ma istituzioni assenti

Si coordinano sempre di più i cittadini che subiscono i problemi del divertimento notturno, mentre l'amm.ne Raggi brancola nel buio e emana ordinanze inutili e inapplicate

Lo scorso giovedì, 1 luglio, si è tenuta a piazza Bologna un’assemblea pubblica per parlare dei problemi legati al divertimento notturno in moltissime zone di Roma, centrali e non.

Come avevamo scritto, noi ci siamo stati e possiamo riferirne di prima mano.

L’incontro è stato organizzato dal consigliere in Assemblea Capitolina Orlando Corsetti, che fa parte del gruppo del PD ma da sempre su molti temi si muove in maniera autonoma rispetto ai suoi colleghi. In realtà si può dire che Corsetti su alcuni temi si muova, prenda posizione e mantenga un contatto con i cittadini e le associazioni, mentre i suoi colleghi , così come quelli degli altri gruppi di opposizione e anche quelli in maggioranza, non fanno semplicemente nulla.

 

 

All’assemblea hanno partecipato molti cittadini e associazioni dai punti più disparati della città, tutti accomunati dal problema di dover convivere nelle notti estive con vere e proprie invasioni di barbari che impediscono il riposo notturno e causano degrado e danni a vari livelli, il tutto condito dalla totale inefficacia di qualsiasi misura di contenimento attuata dalle forze dell’ordine.

C’erano cittadini e rappresentanti da Trastevere, Campo de’ Fiori, Monti, San Lorenzo, Montesacro, piazza Bologna, i quali hanno descritto le diverse situazioni di degrado provando anche a suggerire possibili interventi da parte delle istituzioni.

Purtroppo queste ultime hanno tutte disertato l’incontro, nonostante fossero invitati il Prefetto, Il Questore, il Comandante della Polizia Locale e la sindaca Raggi. Nessuno ha ritenuto né di partecipare, né di inviare rappresentanti per ascoltare i cittadini e magari dare ragguagli su quanto si sta facendo e pensando per affrontare i problemi (ammesso che qualcosa la si stia facendo).

 

I problemi che tutti hanno sollevato sono stati l’impossibilità di riposare nelle ore notturne per il frastuono generato dalle grandissime concentrazioni di persone, dalle musiche riprodotte da quasi tutti i locali, dalle scorribande di gruppi di persone, molto giovani in genere; questi ultimi fino a notte inoltrata urlano, cantano, giocano con le bottiglie, impedendo ad un’infinità di persone di stare in casa propria senza uscire matti.

 

Negli interventi si è parlato del problema dei fiumi di alcol che scorrono ogni sera, in gran parte consumati da gruppi di giovani e acquistati spesso presso i minimarket ormai presenti in tutta la città e aperti fino a tardissimo. Si è detto di come le tante normative esistenti sulla vendita e consumo di alcol vengano sistematicamente ignorate da troppi esercenti e non applicate dalle forze dell’ordine. Questo è, ad esempio, quello che prevede il regolamento di Polizia Urbana di Roma:

 

 

Così come sono stati ricordati articoli del codice penale mai applicati, come quello sul disturbo della quiete pubblica (art. 659 c.p.) oppure quello sull’ubriachezza molesta (art. 688 c.p.): “Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, è colto in stato di manifesta ubriachezza è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 51 a euro 309.“.

In più interventi è stato sollevato il malcostume, ormai consolidato, di troppi locali di riprodurre musica ad alto volume all’esterno, cosa vietata dalle normative ma sistematicamente ignorata da tutte le forze dell’ordine.

 

Le richieste avanzate negli interventi hanno riguardato sia soluzioni di medio-lungo periodo, che riducano gli eccessivi affollamenti nei luoghi del divertimento, sia interventi immediati che attacchino le conseguenze peggiori dei problemi, fornendo un sollievo immediato ai cittadini che subiscono i disagi.

La prima richiesta da tutti ribadita è stata di ripristinare un livello accettabile di legalità nei luoghi del divertimento, applicando tutte le normative vigenti, ad oggi in grandissima parte semplicemente ignorate.

Tutti si sono rammaricati per l’assenza delle istituzioni ma l’occasione è stata molto utile per aggregare ancora di più i cittadini e le associazioni che da anni subiscono e si occupano di questi problemi e si è condiviso l’invito a mantenere alta la denuncia e la richiesta alle istituzioni di fare qualcosa di concreto. In particolare è stata avanzata la richiesta di includere alcuni rappresentanti dei cittadini nel Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, sia per fornire un utile punto di vista di chi i disagi li vive in prima persona, sia per dare pubblicità a quanto le istituzioni stanno pensando e facendo per affrontare i problemi.

 

Nell’assemblea i protagonisti sono stati i cittadini e le associazioni e questo nonostante l’incontro sia stato promosso dal consigliere Corsetti, il quale si è limitato ad un intervento introduttivo, dando conto delle risposte di diniego ricevute dalle istituzioni invitate. Dopo di lui gli unici rappresentanti politici che hanno parlato sono stati Natalie Naim, consigliera nel Municipio I e da sempre in prima linea nel sostenere le ragioni dei cittadini contro gli eccessi del divertimento notturno, e l’assessore alla cultura nel Municipio III, Christian Raimo, il quale ha condiviso il modo in cui la sua amministrazione sta con successo presentando offerte nuove di socializzazione ai giovani.

 

All’incontro era anche presente ed aveva anche chiesto di parlare Leone Barilli, segretario di Radicali Roma, che voleva illustrare la loro proposta di delibera d’iniziativa popolare per un “Sindaco della notte”. Purtroppo con una scelta un po’ bizzarra, considerato che poi si sono ammessi interventi di altri “politici”, al Barilli non è stato concesso di parlare. Ricordiamo però che noi dell’iniziativa dei Radicali abbiamo già parlato sulle nostre pagine.

 

A detta degli intervenuti l’incontro è andato molto bene, ha avuto una sua utilità ed una buona eco sulla stampa cittadina il giorno successivo.

Peccato che le istituzioni non abbiano voluto cogliere questa occasione per interloquire in prima persona con chi certi problemi li conosce purtroppo a menadito e può essere di grande aiuto per affrontarli nel modo giusto.

 

L’occasione persa è stata ulteriormente confermata dal provvedimento che la sindaca Raggi ha preso il giorno successivo all’incontro, una nuova ordinanza sedicente “antialcol” che non servirà a nulla andando ad aumentare l’elenco delle norme inapplicate e spesso inapplicabili.

Sia la sindaca Raggi che il responsabile cittadino al commercio, Andrea Coia, non sanno nulla dei problemi legati al divertimento notturno e continuano a brancolare nel buio adottando provvedimenti risibili.

Sarebbero stati i primi a beneficiare di un incontro con i cittadini ma permangono nell’isolamento nelle loro torri di avorio, considerando i cittadini come sudditi e limitandosi a non recare alcun fastidio alle lobby commerciali della città (che peraltro stanno cominciando a lamentarsi anche loro della cosiddetta malamovida).

 

Anche i candidati sindaco avrebbero beneficiato di un tale confronto diretto, non potendo essi ignorare quella che è ormai un’emergenza cittadina che vede le forze dell’ordine perdere il controllo di intere zone di Roma. È da loro che ci si aspettano le soluzioni di medio-lungo periodo che evitino gli assembramenti eccessivi nei luoghi più caldi del divertimento, ma ascoltando i vari candidati non ce n’è ancora nessuno che abbia una soluzione concreta e credibile.

 

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
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