In giro per compere natalizie ci siamo trovati nei dintorni di piazza Cola di Rienzo ed abbiamo potuto sperimentare per l’ennesima volta quanta commistione ci sia tra il commercio regolare, quello che paga affitti stratosferici, che deve tenere il personale in regola, che deve ottemperare a tutte le normative igieniche e di sicurezza, che paga le tasse, ed il commercio di strada, in gran parte totalmente irregolare e quando provvisto di licenza praticamente sempre con una sfilza di violazioni delle norme.

Seguono immagini commentate.

 

 

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Chi paga affitti stratosferici e chi col giochetto delle rotelline si mette dove vuole a sbafo

 

 

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Sfilata di probabili abusivi di fronte a negozi che pagano fior di affitti

 

 

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Altro bell’esempio di probabile abusivo, con sfondo di monnezza

 

 

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Megabanco probabilmente regolare, ma ampio il doppio del consentito e con merce appesa (vietato)

 

 

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Banchetto (probabilmente irregolare) che cerca di adeguarsi al bel negozio

 

 

Non abbiamo voluto percorrere via Cola di Rienzo per evitare l’eccessivo affollamento causato anche dalla presenza sui marciapiedi di così tanti banchi, regolari o meno. Ci siamo quindi risparmiati l’assurda vista del negozio Tiffany che deve tollerare davanti le sue prestigiose vetrine una bruttissima bancarella. Rimediamo prendendo a prestito dalla rete una delle numerose foto che continuano a documentare quest’assurdo tutto romano.

 

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(da RomaFaSchifo)

 

 

Abbiamo voluto privilegiare questo tema, pur in un giorno di festa come oggi, perché vogliamo esprimere l’auspicio che questo sia l’ultimo Natale in cui siamo costretti a vedere scene come queste.

Sappiamo che in assessorato continuano a lavorare perché l’applicazione della normativa Bolkestein sia l’occasione per riordinare a Roma il commercio su strada, tutelando nel contempo gli operatori ambulanti (ma non certo coloro che negli anni hanno fatto incetta di licenze ambulanti, trasformandosi in oligopolisti del settore). Giunga all’assessore ed ai suoi collaboratori il nostro incitamento affinché proseguano con convinzione il meritorio lavoro.

Al Presidente Coia giunga invece la nostra accorata richiesta di riconsiderare le sue posizioni, che finora si sono dimostrate aprioristicamente a favore del peggiore commercio ambulante, riconoscendo anch’egli che la nuova normativa è l’occasione che la città aspettava da anni per ricondurre il commercio ambulante alle logiche che gli sono proprie e che possono farne una risorsa anziché il problema che è oggi.

 

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