Cartelloni abusivi: non c’è due senza tre

Su un piccolo spartitraffico della Salaria, bonificato nel 2022, sono ricomparsi impianti irregolari uno dietro l'altro. L'Osservatorio Sherwood li ha denunciati ma restano tutti lì a guadagnare illecitamente

Dall’Osservatorio Sherwood, gruppo attivo per la salvaguardia di Villa Ada e delle zone limitrofe, riceviamo questa segnalazione che fa riflettere e indignare!

 

 

 

Questa è una storia esemplare della vergogna delle affissioni pubblicitarie a Roma e di come le istituzioni si siano arrese nei fatti all’arroganza di queste lobby della cartellonistica. Lo scenario della vicenda è lo spartitraffico centrale della via Salaria, nel tratto vicino a Villa Ada compreso tra l’incrocio con via Taro e quello con via Panama e via Chiana. Un luogo di estrema visibilità, una strada statale di grande scorrimento dove transitano ogni giorno migliaia e migliaia di auto.

 

Peccato che sugli spartitraffico di dimensioni ridotte, per evidenti ragioni di sicurezza, sia tassativamente proibita l’installazione di cartelloni pubblicitari (sia dal Codice della Strada che dal comma 4 dell’articolo 4 del Regolamento di Pubblicità approvato dall’Assemblea Capitolina con la Deliberazione n.141 del 15 dicembre 2020).

 

Ma c’è chi, evidentemente, ritiene che questo divieto sia un semplice optional a fronte del lauto guadagno che può offrire una tale postazione, specie se la pubblicità abusiva non viene oscurata. Così, sin dal 2012, abbiamo iniziato a monitorare lo spartitraffico della Salaria, assistendo ad una girandola impazzita di impianti; segnalandoli e contrastandoli sistematicamente insieme all’amico Rodolfo Bosi e ottenendo in più occasioni sanzioni e rimozioni. Quello che però è avvenuto negli ultimi tempi è riuscito a stupire anche noi.

 

Ad agosto del 2022, quasi miracolosamente, lo spartitraffico era finalmente libero. Una condizione di legalità destinata però a durare pochissimo. A novembre 2022, infatti, era già comparso un impianto della ditta Alta Pubblicità (con sede in via di Acqua Rossa 32).

 

Il cartellone era stato installato nello stesso identico posto dove sino a luglio 2022 c’era un impianto, apparso sin dal novembre 2021, prima con la scritta “Spazio disponibile 06.56558244” e in seguito con inserzionisti pubblicitari. E questo cartellone, a sua volta, aveva preso il posto di uno della ditta Propaganda Srls (già con sede sempre in via di Acqua Rossa 32, curioso vero?) che aveva resistito indenne a qualsiasi rimozione sin dal lontano 2019.

Una sequenza da far girare la testa e anche molti soldi. Torniamo allora a dicembre 2022 quando, insieme all’associazione VAS, abbiamo segnalato l’impianto di Alta Pubblicità – ditta che, tra l’altro, non è registrata nella Nuova Banca Dati del Campidoglio per le affissioni – tornata a minare la sicurezza dello spartitraffico.

Tempestiva era giunta la risposta sia dal Dipartimento Sviluppo Economico Attività Produttive (Direzione SUAP, Ufficio pubblicità) che dal II Gruppo Parioli della Polizia di Roma Capitale: «L’impianto bifacciale su via Salaria in prossimità del civico 330, di proprietà della Società Alta Pubblicità Srls, è stato sanzionato in data 5 dicembre 2022 in quanto privo di autorizzazione. Si resta in attesa degli ulteriori atti degli organi competenti». Una frase standard nelle repliche delle istituzioni, un modo per rilanciare la palla ad altri con tanti saluti.

Naturalmente, insieme a VAS, avevamo sollecitato «l’immediato oscuramento della pubblicità, nelle more della materiale rimozione forzata dell’impianto». Perchè, altrimenti, anche la sanzione più pesante diventa risibile a fronte del prolungato sfruttamento di una postazione così redditizia. Invece sono trascorsi invano lunghi mesi e al cartellone già presente (e sanzionato) in corrispondenza del civico 330 della Salaria, se ne è aggiunto sullo spartitraffico un secondo davanti al civico 332 (sempre ad opera e con targhetta irregolare della ditta Alta Pubblicità).

 

Immancabile la nuova segnalazione insieme a Rodolfo Bosi, il 27 novembre 2023, con richiesta «in considerazione della recidività delle installazioni, oltre alla dovuta sanzione amministrativa pecuniaria, di provvedere alla copertura immediata della pubblicità irregolare ed al sequestro cautelare dei due impianti abusivamente utilizzati, ai sensi del comma 6 dell’articolo 31 del vigente Regolamento delle affissioni». Anche questa volta, è arrivata la tempestiva risposta del II Gruppo Parioli della Polizia di Roma Capitale, che ad inizio dicembre 2023 ha certificato: «Gli impianti posti su via Salaria di proprietà della Società Alta Pubblicità Srls sono stati già sanzionati in quanto privi di autorizzazione. Si resta in attesa degli ulteriori atti degli organi competenti».

 

E quali sarebbero, di grazia? Quanto ancora bisognerà attendere per vedere tornare a trionfare la legalità? Non c’è stato nemmeno il tempo di farsi queste domande che sullo spartitraffico della Salaria – esattamente al centro tra i due impianti irregolari (e sanzionati) – ne è comparso un terzo, sempre della stessa ditta, con la scritta: “Spazio disponibile 06.56558244”. Numero telefonico identico a quello che campeggiava sul cartellone del novembre 2021, a testimoniare due lunghi anni di reiterata attività pubblicitaria abusiva nei fatti incontrastata. Basterebbe anche solo comporre quel numero di telefono per rintracciare i responsabili.

 

E se è vero che esiste il detto popolare «non c’è due senza tre», è anche vero che «quando è troppo è troppo». Dunque forse è giunta l’ora che questa vergognosa vicenda approdi alla Procura di Piazzale Clodio e alla Corte dei Conti. Così finalmente qualcuno in Campidoglio capirà che Roma è stufa di essere considerata uno “spazio disponibile” per chi la usurpa, come per chi lascia colpevolmente da anni nei cassetti il Piano di Localizzazione degli impianti pubblicitari, che da ben 7 anni aspetta di essere messo a bando di gara, assicurando così la fine di ogni forma di abusivismo pubblicitario.

 

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5 risposte

  1. Che ne dite di usare il cartellone abusivo per appendere un cartello che ne indichi l’abusività riportando anche nome, indirizzo, numero di telefono e legale rappresentante della società? In questa società funziona solo la pubblica gogna e la violenza. Non volendo usare la seconda, ci rimane la prima.

  2. Questa amministrazione, molto più della precedente, è una barzelletta. Cartelloni segnalati e accertati come abusivi da anni rimangono regolarmente a loro posto abusivo e non oscurati. In casi non rari inoltre la municipale ritiene regolari cartelloni dotati di codice identificativo ma che sono chiaramente in violazione di specifiche norme del Codice della Strada. Un esempio fra tutti: un cartellone installato sopra il sovrappasso stradale di via aurelia su viale Leone XIII. Secondo la municipale, è “regolare” e “stabilmente infisso” nonostante sia sulla luce di un ponte e quindi assolutamente vietato. E chissenefrega della struttura!

  3. Ci sono decine di cartelloni di questa ditta in via Aurelia e limitrofe. Di oscuramento e rimozioni nemmeno l’ombra. C’è da farsi moooolto domande, e tra queste una soprattutto: dove non funziona il sistema di sanzionamento e perché il Sindaco non ne parla?

  4. La stessa ditta citata nell’articolo ha invaso altre aree come ricordata in un altro commento. Nei giorni scorsi è comparso un cartellone di grandi dimensioni addirittura in una piccola aiuola collocata al termine di una delle strade più note e panoramiche di Roma, Via Piccolomini. Da una parte quindi, il belvedere che sfonda verso la Cupola di Sn Pietro e dall’altra un impianto per ora vuoto che chiude la prospettiva e copre un piccolo ma gentile altro, peraltro fiorito in questa stagione.
    Inoltre la stessa ditta aha riempito gli spar traffico della corsia centrale di Via Gregorio VII con paline rettangolari che accompagnano la visione della Cupola man mano che si scende . “L’Italia tutela il paesaggio” Costituzione articolo 9 e Roma si prepara al Giubileo !

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