Il complesso meccanismo dei "bonus" che consente all'azienda di essere ristorata economicamente anche quando non svolge il servizio. Serve una tutela anche per i passeggeri

Oggi (come tanti venerdì) sciopero, e fin qui nulla di strano. Quello che pochi sanno è che il Comune risarcisce regolarmente ATAC con dei “bonus” per i mancati incassi causati dai dipendenti in sciopero, che lasciano i mezzi fermi in Deposito.

Per spiegare meglio il meccanismo dei “bonus”, facciamo un salto estremo in un ipotetico anno Duemilamai in cui il Comune chiede ad ATAC di svolgere con bus, tram e Metro, un servizio complessivo da 100 Milioni di km.  Per una serie di eventi negativi esterni ad ATAC (“cause esogene”), l’intera flotta resta sempre bloccata nei depositi: le Metro rimangono ferme perché tutti i treni sono in manutenzione per la scadenza delle revisioni, i tram non possono uscire a causa dei lavori di sostituzione dei binari, gli autobus restano fermi tra scioperi del personale, manifestazioni fuori i depositi, lavori stradali, e sospensioni disposte dalle Autorità per motivi di ordine pubblico.

Alle fine di quell’anno, il servizio svolto per i cittadini sarà pari a ZERO. Il servizio svolto secondo il Contratto del Comune sarà invece il 100% (sì, avete letto bene), ed ATAC non solo avrà raggiunto gli obiettivi sulla carta, ma verrà pagata dal Comune secondo queste modalità:

  • al 100% del corrispettivo €/km per i km non svolti a seguito di disposizione delle Autorità (è il caso, per esempio, dei bus rimasti fermi durante il lockdown);
  • al 75% per un elenco di altre cause (lavori stradali, manifestazioni, malore passeggero, etc.);
  • al 50% per gli scioperi dello stesso personale ATAC.

 

Vediamo adesso alcuni casi concreti dai Report pubblicati da ATAC. Ad Agosto 2022 il Comune aveva programmato 136.727 km per la Metro C, ma ATAC ha realmente svolto un servizio ridottissimo di soli 60.047 km (44%). A questi si aggiungono però ben 79.170 km “bonus” per cause esogene, equivalenti ad un “risarcimento” di oltre 1 MLN€ in un solo mese, ed il totale dei km vola addirittura oltre l’eccellenza: al 102%.

 

Nel 2022 una grossa fetta di “bonus” è alla voce tram. Il servizio reale per i cittadini è stato più che dimezzato rispetto agli obiettivi del Concordato, a causa soprattutto dei lavori di sostituzione dei binari, ma anche per le continue interruzioni per sosta d’intralcio. Il Comune, consapevole delle difficoltà, ha diminuito i km richiesti, ma non è bastato: il servizio reale si è fermato al 63%, arrivando con i “bonus” all’89%, e ATAC ha incassato un “ristoro” che sferraglia verso i 5 MLN€ (importo comunque da validare da parte del Comune).

Nel complesso ATAC negli ultimi anni ha incassato svariate decine di milioni di euro in “bonus”, di cui una quota molto consistente come risarcimento per il servizio ridotto durante la pandemia.

Per tornare al titolo dell’articolo, nel 2020 i risarcimenti per i soli 7 scioperi effettuati (di cui 3 ridotti a 4h e tutti per lo più con una bassa adesione), sono costati circa 750mila€ al Comune.

In conclusione, se il servizio va giù per cause esterne, gli incassi per ATAC tengono. È tutto regolare, lecito, e previsto dal Contratto predisposto dal Comune nel 2015 (tuttora in vigore in regime di proroga).

ATAC è sempre tutelata, e i cittadini?

 

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Una risposta

  1. Ma chi ha fatto contratti del genere? Come è possibile che non sia una priorità politica mettere mano a questo schifo? Come è anche solo pensabile di migliorare il trasporto pubblico romano senza intervenire su questi punti?

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