Atac: diminuisce la qualità del servizio ma aumentano gli incassi per l’azienda

L’ex rimessa Atac di piazza Ragusa

 

Grazie alle analisi di Mercurio Viaggiatore, i lettori di diarioromano stanno approfondendo i dettagli del bilancio Atac del 2018, approvato pochi giorni fa. Da una lettura tecnica del bilancio emergono tante contraddizioni e tanti problemi che rendono davvero inopportuni i festeggiamenti della Sindaca Raggi e della sua giunta che parlano come se avessero tra le mani un’azienda gioiello. 
La realtà è molto diversa e da ogni capitolo del documento affiorano aspetti preoccupanti. Uno di questi riguarda la vendita degli immobili aziendali, abbandonati da decenni. Un patrimonio dal quale il concordato prevedeva di incassare oltre 92 milioni di euro e che probabilmente non porterà un centesimo. Lo ammette il presidente Paolo Simioni che nella relazione che accompagna il bilancio scrive: “L’attuale destinazione d’uso e le dimensioni dei complessi immobiliari non rendono agevole identificare un mercato di riferimento”. Tradotto significa che questi immobili non sono appetibili. 
Ma sarà veramente così? Nel 2011 una delibera di Alemanno, la n. 35, ne aveva previsto proprio il cambio di destinazione d’uso. Atac Patrimonio SpA che era stata costituita con quello scopo si rivelò la solita mangiatoia che non ha portato a nulla. L’amministratore delegato incaricato da Alemanno, Gioacchino Gabbuti, aveva uno stipendio di 763 mila euro l’anno, cioè 63 mila euro al mese. Uno scandalo al quale mise fine il Sindaco Marino. Ma da allora neanche un immobile è stato venduto. E non è vero che sono tutti enormi e non utilizzabili. Per esempio nel maggio del 2015 parlammo dell’ex rimessa di viale Etiopia, di dimensioni più contenute e con diversi possibili utilizzi. 
Non c’è da stupirsi quindi se un altro pilastro del risanamento di Atac sta per saltare. Ecco quanto sono importanti i bilanci trasparenti e quanto è utile che i cittadini li possano consultare e studiare (ricordiamoci che Ama non approva un bilancio da tanto tempo, chissà perché!).

Proseguiamo allora nell’analisi del documento con un’altra importante scoperta che ha fatto il nostro Mercurio Viaggiatore che non ringrazieremo mai abbastanza per la sua opera al servizio della città.

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Facendo due rapidi calcoli sul bilancio 2018, emerge un fatto tenuto nel più assoluto segreto: i corrispettivi con cui il Comune paga ATAC sono aumentati rispetto al 2017.

Per intenderci: ATAC, oltre che incassare dai biglietti, viene pagata dal Comune un tot di euro per ogni chilometro percorso con bus, tram, metro. A parità di km di servizio, se aumento la tariffa aumentano gli incassi.

Dividendo gli incassi di tutto il 2018 per i km percorsi, escono fuori i seguenti numeri, da cui risulta un incremento medio intorno al +1,5%.

Da questa variazione sono derivati per ATAC maggiori incassi di circa 6-7 Milioni€ nel 2018. Abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti presso il Dipartimento Mobilità del Comune di Roma per avere conferma di questi aumenti e l’importo esatto, con la relativa data di entrata in vigore. Sono comunque aggiornamenti periodici consueti sui contratti. Vi terremo aggiornati.

 

 

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