L’articolo del Corriere (non il nostro, per carità, che l’amministrazione attuale con blog e cittadini non si sporca le mani, alla faccia di “partecipazione e trasparenza”) che ha sollevato ancora una volta il tema degli abusi nell’utilizzo di piazza del Popolo ha prodotto la reazione dell’assessore alla Cultura Luca Bergamo, pervenuta sempre dalle pagine del Corriere romano.
E da un’assessore alla Cultura cosa ci si sarebbe aspettati sul tema dell’utilizzo dei luoghi storici per spettacoli pop/rock? Qualche riflessione sull’opportunità di svolgere tali eventi in luoghi meno delicati, magari insieme ad una verifica della legislazione vigente che in effetti gli eventi commerciali già li vieterebbe. E invece no, l’assessore Bergamo non ha nulla di meglio da annunciare che il Comune sta lavorando ad una revisione delle tariffe previste per l’utilizzo dei luoghi storici, come se fosse solo una questione di soldi il concedere i luoghi storici per qualsiasi tipo di evento. Non male per chi dovrebbe occuparsi di Cultura; difficile immaginarsi cosa avrebbe fatto l’assessore se si fosse occupato di Commercio o Bilancio …
Ad onor del vero nel pezzo del Corriere vi è un passaggio in cui l’assessore accenna alla “compatibilità” degli eventi:
“Per svolgere attività commerciali in spazi pubblici ad accesso libero, una volta accertata la compatibilità — sottolinea Bergamo — deve essere corrisposto un importo superiore al canone di occupazione di suolo pubblico“.
“… una volta accertata la compatibilità …”, tutto qui, niente di più. Un po’ pochino per chi si occupa di cultura. E dire che c’è sempre il Regolamento sull’uso delle piazze storiche, che gli eventi commerciali li vieta categoricamente, ma che l’ufficio del Gabinetto del Sindaco ignora sistematicamente quando valuta le richieste. Non potrebbe l’assessore Bergamo buttare un’occhio anche a quello, magari coordinandosi con le soprintendenze per evitare che i luoghi più preziosi della città continuino ad essere abusati con utilizzi sbagliati?
Noi abbiamo provato anche a scrivergliele queste cose all’assessore ma, evidentemente sempre aderendo ai principi di “trasparenza e partecipazione” della nuova amministrazione, non siamo stati degnati neanche di un riscontro generico. Forse sarebbe ora che qualcuno glielo spieghi agli attuali Sindaco ed assessori che ai cittadini si risponde, foss’anche con messaggi automatici, che il silenzio più totale, per di più in una situazione che anziché migliorare continua a precipitare, non può che significare che non gliene frega proprio niente di noi.
E se anche le cose stessero effettivamente così, mantenere una parvenza di rispetto per la città ed i suoi abitanti sarebbe pura buona creanza.