Anche in via Tiburtina bancarelle ipertrofiche e invasive

Bancarelle tiburtina

 

Dopo l’ultimo tour in zona Tuscolana e l’aggressione al giornalista di Radio Radio che tentava solo di documentare il fenomeno delle bancarelle ovunque, proseguiamo nella nostra visita alle più importanti vie commerciali di Roma. Lo spettacolo, purtroppo, è sempre lo stesso per cui rischiamo di essere ripetitivi ma è importante sottolineare il tema dell’ambulantato a pochi mesi dal voto.

Fino ad ora i candidati hanno parlato pochissimo della questione bancarelle o l’hanno fatto solo relativamente al commercio abusivo (Morassut ne ha fatto oggetto di un Tweet). Ma da nessuno abbiamo sentito parole chiare su ciò che occorre fare per ridare decoro e legalità alle nostre strade e cioè occuparsi delle bancarelle “regolari”, quelle che hanno una autorizzazione e che vanno regolamentate in modo assai diverso.

Per cui proseguiamo a mostrare la situazione, nella speranza che anche questo diventi un tema centrale della campagna elettorale. La via Tiburtina, nella sua parte più commerciale non fa eccezione. Qui camminare sui marciapiede è impossibile perché i banchi invadono il 60/70 per cento dello spazio. Le vetrine sono oscurate da ombrelloni e merce appesa alle stampelle in pieno stile terzomondista e i furgoni in doppia fila sono una costante.

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La lunga teoria di auto e furgoni in divieto

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Merce appesa e abusivi che vendono accanto agli autorizzati

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Insomma il solito spettacolo che possiamo trovare all’uscita delle metropolitane, in viale Marconi, via Cola di Rienzo, via Appia Nuova e così via. Nello stesso tempo i mercati rionali muoiono perché vuoti di clienti e commercianti. Ma d’altronde che senso ha tenere in piedi delle strutture attrezzate come quelle di piazza Alessandria, Ponte Milvio, via Magna Grecia se ogni strada è diventata un mercato?

Ecco che la riforma del settore diventa sempre più necessaria. Le ultime direttive europee chiedono che tutto ciò che opera su area pubblica sia messo a bando. Le questioni decoro e sicurezza non sono più rinviabili. Si dovrà parlarne in campagna elettorale perché le solite frasi sentite fin qui dai candidati sulle periferie, sul rilancio di Roma e sulla sua bellezza sono vuoto pneumatico. La città chiede soluzioni concrete a problemi concreti. E questo è uno dei principali.

 

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Una risposta

  1. Spero che in ogni caso ci sia un confronto sereno con la nuova giunta (non solo quando ci chiedono il voto ), niente a che vedere con quella passata. E non mi riferisco solo ai chioschi vari (ad es. piazza di spagna e piazza del Colosseo) e neanche alle apette del o dal gusto speciale (…) ma proprio ad una situazione di rispetto. Ci ricordiamo che Marino ha definito astuto Tronca solo perchè a suo dire pensava ad altre cose (il commissario poi non ha voluto replicare nonostante avesse anche armi super-soniche (a dirla alla geeg robot) come i rinvii a giudizio di questi giorni .

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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