Abbattimento della Sopraelevata: come sarà il piazzale della Stazione? Il nodo degli svincoli nella NCI

Ora che i lavori per l’abbattimento della Sopraelevata sono iniziati, i cittadini tirano un sospiro di sollievo. Il timore che il cantiere restasse bloccato è svanito quando dalle finestre hanno visto gli operai rimuovere i guard-rail centrali e altri materiali.

Via l’asfalto, che è stato raschiato, e via alla demolizione lato Tiburtina, mentre il lato opposto, verso via Teodorico attende l’autorizzazione del Genio Militare per la presenza di eventuali residuati bellici. Se non ci saranno soprese, per l’autunno del 2020 il mostro non entrerà più prepotente nelle case dei residenti, con il suo carico di smog e rumore.

Ma è presto per fare festa, perché nel frattempo il traffico della zona vive momenti difficili. “Siamo grati alla Sindaca perché ci ha aiutato a realizzare un sogno, ma quando abbatti una tangenziale devi avere anche un progetto di viabilità alternativa”, dice Lorenzo Mancuso del Comitato Cittadini Stazione Tiburtina.

Tra le richieste del Comitato c’è l’apertura degli svincoli della Nuova Circonvallazione Interna, la galleria lunga due chilometri che di fatto sostituisce la tangenziale abbattuta. Sono tre uscite mai aperte dal 2012, anno dell’inaugurazione del tunnel, che renderebbero molto più scorrevole il traffico del quartiere limitrofo a piazza Bologna.

Si tratta di aprire in direzione Foro Italico l’uscita per Collina Lanciani e verso San Giovanni lo svincolo per via Livorno e quello per via Michele di Lando. Quest’ultimo resta chiuso perché sbocca contro un piccolo edificio di proprietà delle Ferrovie che, nei progetti originali, sarebbe dovuto essere abbattuto. Peccato che nessuno si fosse accorto che si trattava di un manufatto vincolato dalla Sovrintendenza.

Attualmente chi proviene da via Livorno o dalla zona di piazza Bologna, per raggiungere la Tangenziale deve arrivare fino al Verano, mentre gli svincoli permetterebbero una immissione veloce nella galleria. Il dipartimento Urbanistica del Campidoglio, però, ha risposto che la loro apertura non è considerata prioritaria e che l’intera viabilità della zona andrà rivista. Forse sarebbe stato il caso di pensarci prima e non a lavori iniziati.

Così come sarebbe stato necessario decidere con anticipo cosa fare del piazzale della Stazione dopo l’abbattimento. Per adesso l’unico progetto approvato prevede due corsie per senso di marcia, una rotonda verde e tanti parcheggi a raso. Un’occasione sprecata secondo i cittadini che hanno invece elaborato uno schema alternativo, più bello e funzionale, e l’hanno presentato come delibera di iniziativa popolare dopo aver raccolto ben ottomila firme.

Il prima e il dopo secondo il progetto dei residenti

 

Il numero di posti auto – secondo il progetto dei residenti – sarebbe lo stesso ma andrebbero tutti sottoterra, in parcheggi realizzati da privati ai quali sarebbe dato incarico di mantenere il decoro della piazza. Il 30% dei posti rimarrebbe riservato agli abitanti, il restante ai viaggiatori e agli uffici della zona.

Con il ricavato degli oneri concessori, si potrebbe riqualificare la zona realizzando verde pubblico e una grande area pedonale oltre a mantenere sul largo Mazzoni la stazione dei pullman. A favore si sono schierati il II e il IV Municipio, il Pd e Fratelli d’Italia ma la maggioranza 5stelle non vede di buon occhio la collaborazione con i privati e sembra resti ferma sulla proposta originale, poco ambiziosa e dallo scarso valore urbanistico. La battaglia resta aperta e i cittadini sperano nei nuovi assessori e nella capacità di ascolto della Sindaca Raggi.

 

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