A Roma nessuno lavora per differenziare i rifiuti. Nemmeno il Campidoglio

I cassonetti si riempiono perché vengono usati anche da negozi e ristoranti. La raccolta delle utenze non domestiche non funziona. Un documento interno Ama lo dimostra

 

 

L’obiettivo dell’amministrazione Gualtieri è tenere pulito intorno ai cassonetti. Il Sindaco non vuole che si vedano montagne di sacchi per le strade e Ama esegue senza farsi troppi scrupoli sui rifiuti che si possono differenziare. Tutto ciò che è sull’asfalto diventa per sua natura indifferenziato e viene quindi inviato agli inceneritori del nord a caro prezzo.
I cassonetti sono saturi sia per il ritardo nella raccolta, sia perché non vengono usati solo dalle abitazioni ma anche da bar, ristoranti, supermercati, negozi: le cosiddette “und” (utenze non domestiche) dovrebbero essere raggiunte da un servizio separato che invece latita ed è inefficiente. I commercianti assicurano che per lunghissimi periodi, anche più di un mese, nessuno passa a ritirare umido, plastica, carta, vetro e dunque sono costretti a gettare i loro rifiuti nei cassonetti ordinari che si riempiono in fretta. Intorno si accumulano sacchi che – sebbene differenziati a monte – vengono smaltiti tutti come indifferenziati.

La scena si ripete in ogni parte di Roma: in viale Regina Margherita, a piazza Cavour, via Pellegrino Matteucci, piazza Bologna, via Ugo De Carolis abbiamo raccolto testimonianze di titolari di bar, ristoranti, negozi di abbigliamento che lamentano il passaggio saltuario degli operatori. “Se non vogliamo restare sepolti dai rifiuti – ripetono tutti – siamo costretti a gettare nei cassonetti”. Il servizio per le utenze non domestiche viene svolto in parte da Ama e in parte  da tre aziende che operano per conto della municipalizzata: sono la Teorema, la Sangalli e la Sarim. I privati gestiscono circa 58 mila utenze commerciali, mentre Ama ne segue direttamente 26 mila. L’azienda comunale sa benissimo che il servizio non funziona tanto è vero che a maggio ha bandito una gara per assegnare a privati i 15 lotti in cui è stato diviso il territorio. L’appalto, da quasi 236 milioni di euro, avrà una durata di 36 mesi e prevede che i vincitori vadano a raccogliere porta a porta l’organico, la plastica, il vetro, la carta, gli imballaggi e il residuo secco. La gara si è chiusa a luglio ma ancora non si conoscono i vincitori. Occorre capire se il nuovo sistema riuscirà a risolvere i problemi della gestione attuale che fa acqua da tutte le parti. In primo luogo nessuno controlla i reali passaggi perché anche i capi area Ama, incaricati di presidiare il territorio, non lo fanno per mancanza di tempo o di volontà.

 

Che le utenze non domestiche siano una delle cause dei cassonetti traboccanti è confermato da documenti interni Ama che riportano la regolarità settimanale della raccolta per ciascun municipio. Diarioromano ha potuto consultare il report riservato della settimana compresa tra il 5 e l’11 settembre e i dati confermano l’irregolarità del servizio.

Nel I Municipio, la raccolta porta a porta delle non domestiche relativa al cartone non arriva neanche al 29% del programmato: vale a dire che avrebbero dovuto raggiungere 96 utenze e invece ne hanno fatte solo 27. Male anche l’organico che è stato raccolto nel 64% dei casi (115 utenze su 177) e il vetro (43 utenze su 100 previste). Nel VI Municipio, su 237 utenze dove si sarebbe dovuto raccogliere l’organico, ne sono state raggiunte solo 163; dati simili nel Municipio XIV dove 40 utenze, su 102, non sono state raggiunte dagli operatori dell’organico.
Lo stesso documento riporta i dati relativi alla raccolta stradale, quella cioè relativa ai cassonetti. Anche in questo caso è l’organico a soffrire di più con solo il 41,6% del servizio svolto nel I Municipio, il 50% nel II e il 47,6% nel IV. Male anche la carta con il 75% nel V Municipio, il 70,3 nel VI e il 61,5 nell’VIII.

Ma il dato più interessante riguarda la raccolta dell’indifferenziato che comprende cioè tutto quello che sta in terra, accanto ai cassonetti. In questo caso in tutti i Municipi si supera l’86% con punte del 111% come nel X dove avevano pianificato 78 giri e ne hanno compiuti 87. In sostanza, il mandato conferito sia ad Ama, sia agli appaltatori è portar via tutto ciò che sta intorno ai cassonetti. Ad esempio nel I Municipio l’indifferenziata viene raccolta al 94,9%, nel III al 95,6, nell’VIII al 104%, nel IX al 100% e così via.

In pratica si vuole dare un’immagine di città pulita sebbene si faccia poco per renderla ecologica e sostenibile dal punto di vista ambientale. Se anche il servizio di raccolta porta a porta delle utenze non domestiche fosse totalmente efficiente, gli operatori si troverebbero in difficoltà in quanto non è facile individuare in quale sacco è stata raccolta la carta, oppure la plastica. I sacchi dovrebbero essere di colori diversi a seconda del materiale che contengono, mentre per l’umido dovrebbero essere distribuite delle buste compostabili. I commercianti raggiunti da diarioromano affermano di ricevere rarissimamente i compostabili e di gettare tutto in sacchi normali, senza alcuna differenziazione per colore. L’operatore che si trova a dover raccogliere ogni sera centinaia di sacchi non ha il tempo di controllare il contenuto e finisce per gettare tutto nell’indifferenziata. Non è solo un danno all’ambiente ma sono anche tanti soldi che si perdono ogni anno: i dati del “borsino rifiuti” che raccoglie i prezzi medi dei materiali da riciclo, parlano di 350 euro a tonnellata per l’alluminio, 50 euro a tonnellata per la plastica, 60 euro per la carta di qualità ordinaria e 80 euro per il cartone ondulato.

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