Un salto nel passato dei trasporti grazie al modellismo. Una mostra a Torre Maura

I bus e i tram d'epoca, le storiche paline Atac, auto della Polizia e caserme dei Pompieri, oltre agli immancabili treni. Evento organizzato da Vivitreno, un piacere per gli occhi e la mente

Sabato 28 gennaio si è tenuta una manifestazione dedicata al ferromodellismo nella stazione Torre Maura della Metro C.

L’evento è stato organizzato dall’’associazione fermodellistica Vivitreno, la quale ha chiesto ed ottenuto ospitalità a Comune e ATAC e ha coinvolto altre realtà modellistiche e ferromodellistiche.

Avevamo già avuto modo di incontrare l’associazione Vivitreno nel Maggio del 2022, nel corso di un’altra manifestazione peraltro sempre a Torre Maura, che si chiama “Trenini in Parrocchia”:  si tiene dal 2016 e ha sede nel campo da bocce che fa parte della parrocchia di San Giovanni Leonardi. Tutte le cose positive che abbiamo potuto riscontrare allora, le abbiamo ritrovate ampliate e ancor più fruibili dati i maggiori spazi a disposizione.

 

Daniele Monni, componente di Vivitreno, oltre ad aver partecipato al plastico sociale dell’associazione, frutto di un lavoro corale dei soci, espone altri suoi plastici di sua esclusiva realizzazione, tra cui quello denominato “Nonsolotreni”: esso rappresenta una vasta porzione di città attraversata dal treno.

 

 

 

La parte del leone la fa la caserma dei Vigili del Fuoco che ha come pezzo forte un camion dei pompieri che si muove e compie un percorso a sirene spiegate guidato da invisibili binari annegati nel pavimento del plastico. Daniele spiega ad un bambino molto interessato che ha auto-costruito questo camion a partire dal modellino statico, dotandolo di motore alimentato da una piccola batteria al suo interno. Negli altri plastici di Daniele sono spesso rappresentate caserme dei Vigili del Fuoco, Corpo nel quale ha prestato servizio per tre anni prima di diventare un orgoglioso lavoratore dell’Atac: prima come autista per 15 anni per poi passare nel reparto che si occupa delle revisioni dei mezzi.

Daniele Monni ha anche portato in esposizione una delle bellissime vecchie paline delle fermate dell’Atac, con le indicazioni scritte a mano. L’ha recuperata e completamente restaurata. Nella rimessa di Portonaccio c’erano, fino a 20/30 anni fa, decine di lavoratori addetti alla redazione delle fermate ed erano chiamati, appunto, i Tabellari.

 

Essi scrivevano a mano libera le tabelle delle fermate fatte su lastre di acciaio rettangolari sfilabili, sormontate dalla parte in ghisa dove c’era scritto “Atac – Fermata a richiesta”.

Il numero di linea e i due capolinea all’inizio e alla fine della lastra sfilabile venivano dipinti utilizzando delle maschere ma le fermate intermedie erano scritte con un pennello a vernice a mano libera e ogni Tabellaro conosceva l’esatta quantità di vernice nella quale intingere il pennello per completare quella esatta parola. Si diventava Tabellaro dopo un corso di calligrafia.

Daniele ha anche portato in esposizione la divisa del suocero, Sergio Consalvi, anch’egli a lungo autista dell’Atac con accanto i numerosi premi e riconoscimenti che ha avuto nella sua lunga carriera in Atac.

 

L’Associazione Ferrovie Siciliane, rappresentata dal socio Roberto Copia, ha esposto un unico modello, quello della nave traghetto “Messina” che nel dopoguerra era rimasta la sola a fare servizio di trasporto sullo Stretto di Messina perché le altre erano state requisite dalla Marina tedesca per scopi bellici oppure erano state affondate per rallentare l’avanzata degli Alleati dopo lo sbarco. La “Messina” si era miracolosamente salvata perché durante quegli eventi bellici era nel bacino di Taranto per lavori di manutenzione. Nave Messina, varata nel 1924, è stata la prima a prestare servizio sullo Stretto ed essere equipaggiata con motori diesel e la prima ad avere tre linee di binari.

 

Poiché, nell’immediato dopoguerra, era rimasta l’unica a fare da spola tra la costa calabrese e quella siciliana, ed anche a causa delle poche corse giornaliere, viaggiava stipata sino all’inverosimile da meritarsi il soprannome di “U Iaddinaru”, cioè “Il Pollaio”.

Il modellino è stato realizzato, non sulla base della nave Messina così come varata, ma sulla base dei disegni del progetto originale, poi cambiato in corso d’opera.

 

Ritroviamo con piacere anche altri partecipanti della edizione 2022 di “Trenini in Parrocchia” come l’associazione “Amici della Scala N” che sono gli alfieri della più piccola scala tra quelle più diffuse nel mondo del ferromodellismo e che consente anche di avere un intero panorama nel salotto di casa. Nel loro plastico correva, tra gli altri, un lunghissimo treno merci.

 

Altre due piacevoli conferme da “Trenini in Parrocchia”:  la splendida raccolta fotografica tutta da sfogliare composta da scatti di treni di Mario Guidi rappresentata da due album da sfogliare in formato A3 di scatti di treni passeggeri, merci e locomotori di manovra in transito in stazione e il diorama di mattoncini Lego di Maurizio Di Palma con treni merci e passeggeri, ponte, montagne e una grande turbina eolica.

 

C’era inoltre il Gruppo Ferromodellistico Romano “Sogliola” che prende il nome da un vecchio modello di locomotiva di manovra, ormai non più in servizio, che aveva l’avanzata caratteristica di poter agganciare i carrelli da movimentare con un solo operatore a bordo; caratteristica sconosciuta anche ai più moderni locomotori di manovra. Il mezzo è stato soprannominato così perché era corto e la cabina del macchinista stretta ed alta: una sogliola appunto, seppur in verticale !

 

Presente anche il plastico di TreniChePassione, incentrato sulle figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il pezzo forte del plastico è una caserma della Polizia intitolata ai due magistrati scomparsi, con le automobiline di servizio coi lampeggianti funzionanti e un treno che ci passa davanti con la scritta “Un treno per il fresco profumo della Libertà”. Completano l’opera una fotografia dei due magistrati coi nomi degli uomini e delle donne della scorta, sormontata da un cappello della Polizia. Senza retorica: il plastico ci ha emozionati perché emana voglia di legalità e giustizia.

Completava la ricca ed avvincente offerta espositiva, lo stand della Romana Modelli Srls che ha esposto modellini di autobus e tram prevalentemente in scala 1:43 realizzati con la stampa 3D e mirabilmente riprodotti anche negli equipaggiamenti interni.

 

Insomma ce ne siamo andati via, oltre che soddisfatti per la bellezza dei paesaggi e dei modellini riprodotti anche con un paio di speranze (e lo so eravamo in una giornata insolitamente animata da ottimismo): che le fermate delle metropolitane, soprattutto in periferia, possano diventare vive ed essere centro di attrazione e che finalmente l’attenzione di Roma Capitale, anche per mezzo di queste manifestazioni, porti a compimento la progettazione e la realizzazione di una rete di trasporto pubblico degna di una Capitale europea.


 

P.s. stiamo ricevendo numerose richieste di lettori e appassionati che vogliono visitare la mostra. Purtroppo l’evento è stato limitato alla sola giornata del 28 gennaio ed è quindi terminato. Sarà nostra cura dare avviso per tempo delle nuove iniziative

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