Un film per la Pasquetta casalinga. La capitale vista da Woody Allen: “To Rome with Love”

Nuovo appuntamento con la rubrica Roma e il cinema. Un cast importante (Benigni, Cruz, Alec Baldwin, Scamarcio) diretto dal grande regista. Ma la protagonista è la città eterna

Eccetto per Midnight in Paris, tutti i film di Woody Allen o si amano o si odiano. Il suo occhio dietro la cinepresa ha sempre diviso il pubblico eppure, all’età di 84 anni, Woody Allen è considerato un genio del cinema contemporaneo.

Più di chiunque altro è riuscito a cogliere, con l’ironia che gli è tipica, la massima “Nel bene e nel male purché se ne parli”. Ed è proprio con questa frase che dal 23 marzo del 2020 è in commercio in Italia, in anteprima mondiale, la sua discussa autobiografia A proposito di niente, che nessuna casa editrice statunitense voleva pubblicargli dopo il presunto scandalo di abusi sessuali. Sfida commerciale accettata, invece, nel nostro paese da Elisabetta Sgarbi che ha aggiunto il titolo nell’ottimo catalogo de La nave di Teseo.

 

Un libro particolare, al confine tra autobiografia e romanzo, dove il regista si confessa e dialoga con il lettore sulla sua vita, dall’infanzia ai giorni nostri, sui suoi traguardi e sulle sconfitte, sull’amore ossessivo per New York, il jazz  e sulla sua imponente carriera cinematografica.

Ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema, aggiudicandosi molti riconoscimenti tra i quali 4 premi oscar, uno come regista e 3 come migliore sceneggiatura originale.

Woody Allen si è sempre distinto per il suo essere eclettico e per le numerose sperimentazioni di varie forme di narrazione, dalla commedia al dramma sentimentale. I suoi film non sono mai banali e nei ruoli che egli stesso ha interpretato come attore emergono chiaramente le sue passioni e i suoi interessi: filosofia, psicoanalisi, giornalismo (con un chiodo fisso verso il font Windsor), religione, politica, jazz e clarinetto.

Forse alcune sperimentazioni non furono comprese dal grande pubblico tanto che, agli inizi degli anni 2000, Woody Allen uscì da una lunga serie di flop commerciali. Egli stesso ammise che il mercato americano non era soddisfatto dei suoi prodotti ed era solo grazie all’Europa che riusciva a sopravvivere come regista e attore.

Lanciò così una lunga serie di produzioni europee, arrivando a produrre quel capolavoro di Match Point (2005), che egli stesso definì il suo film più bello. Galvanizzato dai successi e dall’amore incondizionato riconosciutogli nel vecchio continente, nel 2008 uscì col film Vicky Cristina Barcelona, inaugurando un ciclo di set cinematografici nelle maggiori città europee: Midnight in Paris (2011) e To Rome with Love (2012).

A Roma concluse il ciclo iniziato in Spagna, a Barcellona, tracciando un solco profondo nel cinema italiano (mezzo cast era italiano, con grandi attori del calibro di Roberto Benigni) e soprattutto nella critica cinematografica.

Il film è stato girato interamente nei quartieri del centro storico, nell’estate del 2011 e segnò il ritorno sul set di Roberto Benigni (a sette anni da La tigre e la neve), fortemente voluto dal regista. Passaggio importante fu stabilire il doppiaggio degli attori americani. La pellicola infatti lanciò Leo Gullotta come nuovo doppiatore di Woody Allen, dopo la morte dello storico doppiatore Oreste Lionello, scommessa vinta a mani basse, in quanto Gullotta, grande amico e collega di Lionello riuscì a ridare le stesse cadenze, gli stessi timbri, pause e balbuzie con cui  il suo predecessore caratterizzò Woody Allen.

In molti hanno deriso la pellicola, altri hanno criticato duramente il fare di Woody Allen nell’offendere i modi e il vivere italiano attraverso alcuni cliché e stereotipi degli anni ’60: l’italiano medio borghese che pensa solo al corteggiamento, l’italiano che canta sotto la doccia ma non ama interessarsi all’arte e alla lirica, donne italiane di provincia, bellissime ma facili nei costumi, e infine un’accusa feroce alla tv italiana impegnata solo nella ricerca del gossip. In parte tutto questo è vero ed è probabile che il regista abbia pensato un film europeo per un pubblico americano che ancora vuole vedere lo stile italiano del corteggiamento alla Marcello Mastroianni.

Di contro, va sottolineato come Woody Allen si sia sempre professato un profondo amante dell’Italia, non solo per la sua storia ma per le emozioni che gli trasmette ogni qual volta riesce a fargli visita. Il regista newyorkese considera Venezia come la sua seconda casa, ha dichiarato di provare una “gioia irrazionale” nei confronti della laguna tanto che contribuì economicamente alla ricostruzione del “Gran Teatro La Fenice”, distrutto dall’incendio del 29 gennaio 1996. Sempre a Venezia, scelse Palazzo Cavalli-Franchetti per le sue terze nozze con Soon-Yi Previn

Ma oggi riguardando To Rome with love si può affermare che il film è prima di tutto un omaggio alla città, ai suoi luoghi, alla sua storia, ma cosa ancora più sorprendente ai colori che regala al tramonto, nelle passeggiate primaverili o estive. Woody Allen, infatti, è stato in grado di trasmettere attraverso lo schermo le sensazioni che la capitale offre all’imbrunire e, in queste giornate di quarantena, rivederlo non farà altro che alimentare l’amore per l’Urbe e sperare di tornare presto tra i suoi vicoli e i suoi colori. La trama ha diversi personaggi ma il più importante è Roma che fa da voce narrante e, nel raccontare queste storie, ricorda che è e resterà sempre la città di tutti…

Trama:

Il film è articolato in quattro storie diverse e non legate tra di loro che si sviluppano avendo come sfondo la bellezza di Roma: Jack un giovane studente di architettura, che vive a Trastevere, cerca di non invaghirsi della migliore amica della sua compagna; Jerry (Woody Allen) è un produttore discografico in pensione alla ricerca di una seconda chance pur di non accettare il suo stato di vecchio pensionato, giunge a Roma con sua moglie per conoscere il futuro marito romano della loro figlia. Leopoldo Pisanello (Roberto Benigni) è un uomo sconosciuto che si ritroverà all’improvviso al centro della scena mediatica senza saperne il motivo. Antonio e Milly, novelli sposi, sono una coppia borghese che finirà incastrata in una serie di equivoci imprevedibili.

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